Omicidio Angelo Vassallo, il verbale del suo vice su uno degli indagati per droga: “Il sindaco mi disse che i loro rapporti erano tesi”

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Alle 18.49 del 20 agosto 2010, un paio di settimane prima di essere ammazzato, il sindaco di Pollica Angelo Vassallo telefona al suo vice, Stefano Pisani. E si lamenta di Domenico Palladino, un consigliere comunale della loro maggioranza. Un’ora prima Vassallo aveva chiamato Palladino, la conversazione era durata 21 minuti e sarà il loro ultimo contatto telefonico, non ce ne saranno più. La famiglia Palladino aveva interessi ramificati nel turismo e nei locali notturni della zona, tra cui il Prince, il Jazzy, il lido balneare Marlin, la discoteca Senza Fondo. Palladino curava per l’amministrazione la delega alla Cultura e al Turismo. “Angelo al telefono mi manifestò l’intenzione di procedere alla chiusura dei locali in generale e mi disse che Domenico Palladino si stava comportando molto male”, afferma Pisani in un verbale del 30 maggio 2012 che Ilfattoquotidiano.it può rivelare.

“Nell’agosto 2010 – precisa Pisani – i rapporti tra Vassallo e i Palladino erano molto conflittuali, mi dovevo sentire le doglianze di Palladino contro Vassallo, erano risentiti che Vassallo non li aveva autorizzati a fare le feste al Prince, quel locale non presentava le condizioni richieste dalla normativa”. E poi, come ricorda Pisani, le feste lì si fecero lo stesso. Abusivamente. Perché è importante questo verbale? Attenzione alle date. Il 20 agosto 2010 secondo la Procura di Salerno è il giorno in cui Vassallo scopre l’esistenza del natante che trasportava droga nel porto di Acciaroli. Da quel giorno, da quell’istante, iniziano le sue frenetiche perlustrazioni con i vigili urbani tra i vicoli dei locali notturni per intercettare e stroncare il flusso della cocaina. Poi confida ad alcuni amici di aver saputo cose che non avrebbe mai voluto sapere, di temere per la sua incolumità. E di voler denunciare alla procura di Vallo della Lucania le notizie che aveva appreso. Verrà ucciso il 5 settembre seguente, il giorno prima dell’appuntamento con un capitano dei carabinieri di Agropoli organizzatogli dal pm Alfredo Greco.

Il verbale di Pisani quindi è importante alla luce delle conclusioni della Dda di Salerno guidata da Giuseppe Borrelli, notificate nei giorni scorsi con gli avvisi a otto indagati, tra cui il colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo, ospite fisso quell’estate del residence Le Tre Palme di proprietà dei Palladino: Vassallo fu ucciso per impedirgli di denunciare un traffico di droga, organizzato e protetto da alcuni carabinieri (Cagnazzo e l’ex brigadiere Lazzaro Cioffi), che arrivava attraverso delle barche al porto di Acciaroli e poi veniva stoccato in un deposito-container presso Torre Caleo “procurato da Cagnazzo e dai Palladino (questi ultimi indagati solo per reati di droga, ndr)”. Le parole di 13 anni fa di Pisani sembrano anticipare e dare corpo a quello che sarebbe stato il movente dell’omicidio.

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Ipotesi, tesi accusatorie. Che solo un eventuale processo potrà chiarire ed eventualmente riscontrare o smentire. Sulle quali sta lavorando anche la commissione parlamentare antimafia, che ha ‘rivitalizzato’ il gruppo di lavoro sull’omicidio Vassallo, ne ha cambiato il nome collegandolo al Sistema Cilento, e ha convocato per la mattina del 19 febbraio Gerardo Spira, l’ex segretario comunale di Pollica. Spira era il braccio destro del sindaco pescatore, ne era diventato amico. Oggi partecipa senza soste a tutte le iniziative organizzate dalla Fondazione Vassallo presieduta dal fratello Dario Vassallo. Probabilmente gli verranno rivolte anche domande sui rapporti tra Vassallo e i Palladino.

Domenico Palladino, dicevamo, era stato a lungo consigliere comunale. Figlio di un medico ex sindaco di Pollica negli Anni novanta, assessore al Porto della prima giunta Vassallo, poi retrocesso a consigliere delegato al Turismo, poi altre due consiliature con Stefano Pisani, che raccolse l’eredità di Vassallo ed è tuttora sindaco di Pollica. “Nell’ultimo mandato, dal 2016 al 2020, si è completamente disinteressato all’attività amministrativa, non partecipando ai consigli Comunali fino a decidere di non ricandidarsi alle ultime elezioni”, ha spiegato Pisani in una recentissima intervista a Il Mattino. Rispondendo così a una domanda sui rapporti tra l’amministrazione comunale e gli imprenditori Palladino. “L’amministrazione ha avuto sempre un rapporto limpido e chiaro con tutti gli imprenditori che operano nel nostro territorio. In passato, tra l’altro, ci sono stati anche esposti, contenenti illazioni su presunti favoritismi, che non hanno portato mai a nulla. È sempre emerso il comportamento imparziale e chiaro dell’amministrazione”.

È innegabile che nel 2010 i rapporti coi Palladino erano più che tesi. Come evidenzia lo stesso Pisani nel verbale del 2012. A quella telefonata di Vassallo infatti seguì un incontro di persona a fine agosto, al porto. Il sindaco riferì a Pisani delle lamentele della gente per il chiasso, la confusione dei locali notturni. “Angelo mi disse che bisognava partire con il dare una lezione con la chiusura del Jazzy. Era intenzione di Angelo Vassallo di chiudere solo il Jazzy, al che io replicai che o si chiudevano tutti o nessuno”, dice Pisani. E poi: “In realtà non si procedette ad alcuna chiusura del Jazzy, in quanto invitai Angelo Vassallo a riflettere, dicendogli pure che Domenico Palladino si sarebbe aspramente lamentato”. Era un socio di fatto del titolare del locale. “Ricordo – conclude l’attuale sindaco – che si addivenne alla determinazione di far rispettare un’ordinanza già esistente, che imponeva l’interruzione della musica nei locali pubblici alle due di notte. In seguito neppure questa ordinanza venne fatta rispettare”.



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