San Marino multa i social network, TikTok e Facebook pagano multe milionarie: «Non tutelano i minorenni e non verificano le iscrizioni»

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di
Enea Conti

Il piccolo Stato da tempo ha ingaggiato uno scontro con i colossi social: TikTok ha pagato una sanzione da 3,5 milioni e Facebook da un milione. L’avvocata dell’Autorità per la protezione de dati: «Anche bambini delle elementari si sono registrati senza alcun tipo di verifica»

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La Repubblica di San Marino usa il pugno duro contro i social network. E per la terza volta è riuscita ad incassare cifre milionarie dalle multe (salate) elevate ai colossi di Silicon Valley e non solo. 

Nel mirino del piccolo Stato che conta 33mila abitanti erano finiti di recente TikTok e Meta, destinatarie di due maxi sanzioni in materia di trattamento dati: 1 milione di euro per la società di Mark Zuckerberg, 3,5 milioni di euro per Tik Tok Pte Limited che ha sede a Singapore. 




















































TikTok e Meta (Facebook, Instagram e WhatsApp) pagano

La notizia è che negli ultimi giorni quest’ultima ha saldato il conto presentato dall’Autorità per la Protezione dei dati del Monte Titano. Un ricorso è prevedibile ma non scontato: anche Meta aveva pagato la sanzione e in quel caso la notizia era passata in sordina: fatto sta che in tanti a San Marino si aspettavano un ricorso da parte dei vertici della società che gestisce Facebook, Instagram e Whatsapp, che però non è mai stato depositato.

San Marino e la tutela dei minori sui social network

L’avvocata che rappresenta l’Autorità, Patrizia Gigante, spiega la genesi dei provvedimenti. «Utilizzare un social significa prima di tutto inserire i propri dati e renderli disponibili per la piattaforma che li gestisce. La norma sammarinese prevede che i minori di 16 anni possano iscriversi solo con il consenso dei genitori, necessario proprio per il del trattamento dei dati». 

Una norma facilmente aggirabile dai minori che vogliono aprire una pagina social. «Chi esercita questa attività, i social, non adottano misure idonee per verificare che chi acconsente al trattamento dati sia maggiorenne. Abbiamo monitorato TikTok e notato che si sono iscritti bambini delle scuole elementari». 

L’atto specifico con cui l’Autorità aveva elevato la sanzione parla chiaro. «Non vi è alcuna idonea modalità di verifica e rilevazione circa eventuali dichiarazioni mendaci rese dall’utente in fase di registrazione e accesso alla piattaforma e, pertanto, il titolare del trattamento non risulta essersi adoperato per verificare adeguatamente che il consenso sia prestato o autorizzato da utenti maggiori di anni 16».

Gli atteggiamenti diversi delle due società

Vale la pena chiedersi come mai la sanzione inflitta a Tik Tok sia stata di 3,5 milioni e quella elevata a Meta di un 1 milione. Anche in questo caso interviene l’avvocata
 Patrizia Gigante. 

«All’epoca Facebook recepì le nostre osservazioni e si fece parte attiva. Ci mandò una relazione in cui esponeva le sue giustificazioni. Non le ritenemmo fondate e procedemmo con la sanzione ma abbiamo riconosciuto alla società il fatto di aver quantomeno risposto alla richiesta di chiarimenti»

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La stessa condotta non è stata presa in considerazione da Tik Tok. «Nessun riscontro da parte loro alla richiesta di chiarimento. È arrivato solo dopo la notifica della sanzione. Riteniamo molto grave questo atteggiamento». E infatti il conto presentato a Tik Tok è assai più salato.

La precedente sanzione per diffusione dei dati personali

E per la cronaca va ricordato che qualche anno fa la Repubblica di San Marino aveva già ingaggiato una prima battaglia contro Facebook. La pietra dello scandalo fu la diffusione di dati personali di circa 12.700 cittadini sammarinesi, quando nel 2019 la piattaforma fu bersagliata dagli hacker a livello mondiale. 

Fu comminata una sanzione di quattro milioni di euro, per la violazione di regole vigenti nel piccolo Stato identiche a quelle introdotte dalla Ue sulla Gdpr (il Regolamento generale sulla protezione dei dati). All’epoca la società di Zuckerberg pagò ben 4 milioni di euro. All’epoca Facebook fece ricorso che poi perse in Appello.

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18 febbraio 2025 ( modifica il 18 febbraio 2025 | 16:50)

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