i dispositivi radio rubati venivano rivenduti in Turchia

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TREVISO – Sfruttando la loro posizione di dipendenti della società Circet di Monselice, azienda che lavora nel settore delle telecomunicazioni (che in questa vicenda è parte offesa e quindi non ha alcuna responsabilità, ndr), simulavano interventi di manutenzione sui tralicci della compagnia telefonica Wind per rubare delle unità radio da remoto provocando blackout in tutta la zona di copertura dei ripetitori. Dopo una complessa inchiesta portata avanti dal nucleo investigativo dei carabinieri di Treviso, guidati dall’allora comandante Giovanni Mura, la Procura di Treviso ha chiuso le indagini nei confronti di quattro persone per le ipotesi di reato di furto aggravato e interruzione di pubblico servizio, con l’aggravante del danno patrimoniale di rilevante entità. Si tratta di Massimiliano Crocchianti, 58enne residente a Terni, Catalin Toperter, 51enne nato in Romania ma residente a Cadoneghe, in provincia di Padova, Andrea Fontana, 47enne romano di Colleferro residente a Villafranca Padovana, e Alexandru Constantin Necsanu, 36enne romeno di Bolzano Vicentino.

Le accuse

Secondo quanto ricostruito dai carabinieri di Treviso, che hanno anche bloccato un carico di unità radio da remoto risultate rubate e dirette in Turchia per poi prendere la strada della Georgia (ed essere impiegate per non specificati motivi, ndr), i quattro indagati, difesi d’ufficio dall’avvocato Luigi Torrisi, hanno messo a segno un totale di 37 colpi tra le province di Treviso, Pordenone, Venezia, Vicenza, Verona, Gorizia, Trento e Ravenna causando l’interruzione del segnale telefonico in tutte le aree coperte dai tralicci manomessi. Un’attività iniziata il 22 luglio 2022 a Cornuda e terminata il 18 gennaio 2023 a Vedelago. In mezzo altri 35 finti interventi in cui i quattro indagati, vestiti come regolari tecnici deputati a operare sui ponti ripetitori, si impossessavano dei cosiddetti “Rru” di marca Ericsson (da tre ai sei per ogni colpo, ndr) tranciando i cavi di connessione degli apparati con le antenne. A conti fatti agivano indisturbati visto che nessuno si è mai chiesto il motivo della loro presenza sui tralicci stante il fatto che apparivano come veri e propri operai. A intervento terminato, i quattro lasciavano il luogo senza alcun problema con la merce infilata in un furgone. Secondo i carabinieri, che non hanno una stima di quanto potessero fruttare quei dispositivi sul mercato dell’Est europeo, le unità radio venivano poi trasferite a Roma dove, tramite altri canali, venivano spediti in Turchia. Una prova sta in uno dei carichi bloccato all’aeroporto di Milano Linate proprio dai carabinieri trevigiani.

I danni

La compagnia telefonica, scoprendo che il segnale era assente, si è subito insospettita perché venivano segnalati guasti alla linea. Dai primi sopralluoghi dopo i primi colpi si è subito capito che si trattava di interventi non programmati ed eseguiti da estranei alla Wind. Da quella denuncia alle autorità è scaturita l’indagine. In totale sono stati 21 i blackout provocati nel 2022 e sei nel 2023. Nello specifico, per quanto riguarda il 2022, le interruzioni delle comunicazioni per tutti i clienti della Wind hanno interessato il 27 luglio la zona di Cornuda, l’8 agosto Bolzano Vicentino, il 9 agosto Dueville, il 25 agosto due ripetitori a Oderzo, il 20 settembre Soave, il 22 settembre Altavilla Vicentina, il 27 settembre Montecchio Maggiore, il 21 ottobre Nave San Rocco, l’8 novembre Rosà, il 16 novembre Castelfranco Veneto, il 18 novembre Ponzano Veneto, il 2 dicembre Casier, il 5 dicembre Lazise, il 6 dicembre Bussolengo, l’8 dicembre Bagnocavallo, il 12 dicembre Mareno di Piave, il 14 dicembre Vittorio Veneto, il 16 dicembre Staranzano, il 23 dicembre Quinto di Treviso e il 29 dicembre Villesse. Nel 2023, invece, il 9 gennaio Fontanafredda, l’11 gennaio Codognè, il 12 gennaio Porcia, il 13 gennaio Pordenone e il 18 gennaio Vedelago. In altre 10 occasioni il furto delle apparecchiature, non andato a buon fine, non aveva provocato danni alla linea: in questi casi erano stati colpiti tralicci a Borbiago, Spinea, Mirano, Scorzè, Fontanafredda, Aviano (in due occasioni), Budoia (in due occasioni) e Porcia. La Procura di Treviso si sta apprestando a formalizzare la richiesta di rinvio a giudizio dei quattro indagati.

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