Verona, il rebus dei 130 uomini promessi alle forze dell’ordine: nuovi arrivi nei Carabinieri, per la Polizia saldo negativo

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di
Angiola Petronio

Il ministro dell’Interno Piantedosi aveva promesso 130 rinforzi in 2 mesi:all’Arma 65 arrivi, ma in questura tra entrate, uscite e pensioni il conto è -27

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Un cubo di Rubik. La cui risoluzione è ben al di là dall’arrivare. Era il 2 dicembre, quando venne fatto l’annuncio. «Tra ora e gennaio prevediamo di inviare nella provincia di Verona circa 130 nuove unità, suddivise tra polizia di Stato, carabinieri e guardia di finanza», disse il ministro Matteo Piantedosi, dopo aver partecipato in prefettura a una sessione del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza.
Annuncio dal quale sono passati oltre due mesi. A parlare di «effetti positivi già sfumati» in merito a quelle «unità» è stato, due mesi esatti dopo quel proclama – vale a dire lo scorso 4 febbraio – il segretario provinciale del Pd Franco Bonfante. «Effetti» che si possono valutare dai numeri. Giusto ieri il comandante provinciale dei carabinieri Francesco Novi ha accolto i 65 nuovi militari dell’Arma, tutti tra i 20 e i 25 anni e al loro primo incarico operativo, che sono stati destinati alle stazioni che costellano il territorio veronese. Assegnazioni che – viene spiegato – «hanno aumentato in maniera significativa l’organico dei comandi a più alto impegno operativo che si traduce, essenzialmente, nella maggiore possibilità di avere una più intensa e proficua attività di controllo del territorio».

Polizia

Per i carabinieri non c’è il dato delle uscite, in questi due mesi. Vale a dire chi si è trasferito in altra zona o chi è andato in pensione. Una «forbice» che diventa cesoia quando quei rinforzi annunciati dal ministro si declinano sulla polizia di Stato. Da dicembre a oggi in questura a Verona sono arrivati 41 nuovi agenti e 17 ispettori. Un totale di 58 di quelle «unità» promesse dal ministro. Poco meno delle metà di quelle famose 130 che con gli arrivi dei Carabinieri pareggerebbero all’incirca la promessa di Piantedosi.




















































«Assuzioni non bastano a coprire le uscite»

Ma il giubilo si smorza quando si vanno a valutare le uscite. Già, perché nello stesso periodo dalla questura scaligera sono andati via 43 agenti e 8 ispettori. Totale 51. Con una forbice positiva, quindi di appena 7 unità. Poco male, si potrebbe pensare. E invece no. Perché se nel computo si annoverano anche i 34 pensionamenti del 2024, quella forbice diventa negativa. Con un saldo, alquanto pesante, di -27. «Un gioco d’illusionismo», definisce Davide Battisti – segretario provinciale del Siulp, il sindacato unitario dei lavoratori di polizia – la promessa di Piantedosi. «La verità è che pesa moltissimo il cambio generazionale. È dal 2019 che il nostro sindacato va dicendo che da qui al 2030 sarà in quiescienza la metà del personale della polizia. E questo facendo un banale calcolo coi codici fiscali, quindi senza contare situazioni particolari». Ragiona, Battisti che «è vero che si stanno assumendo più poliziotti, ma non bastano a coprire le uscite. E a Verona nel 2025 ad andare in pensione saranno ben più dei 27 colleghi del 2024».

Il conto

Non va benissimo neanche per quanto riguarda il comando provinciale della Guardia di Finanza. Stando a dati non ufficiali, in questi mesi, 11 sono state le entrate e dieci le «uscite», per un saldo da galleggiamento di più uno. Tra somme e sottrazioni, quindi la forbice è di 91. Novantuno di quelle 130 unità promesse che mancano all’appello. E non andrebbe molto meglio stornando i 27 poliziotti andati in pensione. In questo caso il saldo tra promesse ed effettivi nuovi arrivi sarebbe di 64 unità che a Verona devono ancora arrivare. E quei due mesi – dicembre e gennaio – paventati dal ministro per il loro arrivo sono ormai trascorsi da un pezzo.

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