Almasri: è stato un vero pasticcio

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Ma non credo che l’avviso di garanzia a Meloni e a mezzo governo fosse un atto dovuto

Caro Aldo, questa settimana vorrei chiederti che cosa ne pensi del caso Almasri, il capo della polizia giudiziaria libica che è stato arrestato e poi riconsegnato al suo Paese, dove è arrivato come un eroe. Se ne è parlato per giorni perché mezzo governo è finito sotto inchiesta e credo se ne parlerà ancora. Qualcuno dice: abbiamo lasciato andare un pericoloso criminale. Era proprio il caso per l’Italia tenere questo atteggiamento?

Non credo sinceramente che l’avviso di garanzia a Giorgia Meloni e a mezzo governo fosse un atto dovuto. Di fronte a un esposto come quello del magistrato Francesco Lo Voi non è affatto automatica l’apertura di un’indagine. In questi casi se ne valuta la congruità e io penso che sia stato un errore da parte della magistratura trasformare in un caso giudiziario quello che è un caso politico.
Il governo ha certamente combinato un pasticcio, è vero. Così come è vero che la ragion di Stato e l’interesse nazionale sono sempre stati tutelati in forme non sempre commendevoli.

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Allora hanno ragione quelli che dicono: è un comportamento cinico ma lo Stato deve tutelarsi, costi quel che costi?
Sì, però bisognava giocarsela meglio, bisognava farlo in modo più saggio e più avveduto. Bisognava evitare ad esempio questa scena che ha umiliato l’Italia. Mi riferisco alla scena di questo criminale che viene accolto in Libia come se fosse un eroe popolare. Ecco, un’operazione che doveva essere dettata dalla ragion di Stato è diventata invece un’occasione di umiliazione del nostro Paese. È evidente che Almasri serve alla Libia e serve anche all’Italia.

Scusa, a che cosa può servire un personaggio del genere a cui vengono attribuiti decide di omicidi nelle carceri libiche, perfino le torture a un bambino?
Per fare uno sporco lavoro. L’Italia fino dai tempi dei governi del centrosinistra ha affidato ai libici il compito di filtrare imigranti. Quando questo avviene comporta però anche delle gravi violazioni di diritti umani. Meglio sarebbe cercare di creare dei corridori per l’emigrazione legale e cercare di fermare a monte questa immigrazione clandestina.

Si dice da anni, però non se ne è mai fatto nulla con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti…
Certo non è facile. Servono delle missioni europee, serve una concertazione internazionale ed è proprio questo il punto. L’Italia di fatto non riconosce la Corte penale internazionale e in questo modo sembra un po’ parente dell’America di Trump che si ritira dall’Organizzazione mondiale della sanità e che disconosce gli accordi di Parigi sulla lotta al cambio climatico. Insomma dietro questa vicenda, ripeto poco commendevole, certamente pasticciata, ma che comunque si può anche capire nella sua ratio, per quanto resti cinica, beh c’è comunque una sensazione netta.

A quale sensazione ti riferisci?
Quella di un Occidente sempre più disgregato, di un mondo globale che non tiene più, di istituzioni sovranazionali che non vengono più riconosciute e in questo senso il sovranismo italiano sembra fare un po’ il verso al sovranismo di Trump. Ma con la differenza che l’America di Trump è molto più grossa dell’Italia di Giorgia Meloni.

Quindi le opposizioni hanno fatto bene a salire sull’Aventino, a sollevare pesanti polemiche sull’operato del governo sul caso Almasri?
Detto tutto questo le scene dell’opposizione che tuona in Parlamento, poi non si presenta nemmeno in aula al momento giusto per discutere del caso Almastri comunica un’idea di impotenza e di scarsa serietà. In conclusione: la Libia rimane un posto strategico per l’Italia, intanto per l’energia e perché comunque è il porto da cui partono i migranti. E anche perché, non dimentichiamolo, l’Africa è stata in passato anche l’incubatrice del terrorismo, islamico e non.
Ricordiamo che una parte della Libia è finita nelle mani dello Stato islamico. Adesso abbiamo la grande incognita della Siria che è caduta nelle mani di organismi, di forze, che fino a poco tempo fa o si autodefinivano o erano considerate terroriste. Quindi insomma la ragione di Stato esiste, la ragion di Stato è sempre esistita, ed esisterà ancora. Quindi è importante che l’Italia in Libia conti qualcosa, ma è allo stesso tempo importante anche evitare di essere umiliati, come accaduto in questo caso.



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