Fondo contro la povertà educativa, 840 studenti universitari danno «ripetizioni» a 1600 delle medie

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di
Paolo Foschini

A pochi giorni dalla reintroduzione del finanziamento che la Manovra aveva tagliato al Fondo contro la povertà educativa minorile via al progetto Compiti@Casa selezionato dall’impresa sociale Con i Bambini per aiutare gli studenti più giovani in situazioni di difficoltà

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Milleseicento studenti delle secondarie di primo grado, insomma le medie come si diceva una volta. E ottocentoquaranta dell’università. Questi ultimi accanto ai primi per far loro da tutor: insomma aiutarli nei compiti a casa come si diceva una volta. A pochi giorni dalla reintroduzione del finanziamento che la Manovra aveva tagliato al Fondo contro la povertà educativa minorile (anche se solo con tre milioni all’anni invece dei venticinque sperati) vale la pena raccontare a puro titolo di esempio uno dei nuovi progetti tra gli oltre ottocento di cui il Fondo ha consentito finora la partenza. Questo in particolare si chiama Compiti@casa ed è stato selezionato dall’impresa sociale Con i Bambini per sostenere il percorso scolastico degli studenti più giovani grazie alle «ripetizioni» (altro nome di una volta) fornite da quelli più «anziani» (si fa per dire): regolarmente formati apposta e quindi remunerati. Nelle materie scientifiche e umanistiche. A beneficio di chi è in situazione di difficoltà di apprendimento, disagio educativo, scarso rendimento scolastico, bassa partecipazione alla vita scolastica.

Compiti@casa è un progetto triennale che ha l’obiettivo di innovare lo studio a distanza e sviluppare metodologie didattiche capaci di motivare e sostenere gli alunni e le alunne in difficoltà. Selezionato da Con i Bambini – come si è detto –  nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, il progetto è stato ideato da Fondazione De Agostini e Università di Torino. Per questa edizione, oltre a Con i Bambini alla stessa Fondazione De Agostini, contribuiscono sostenerlo Fondazione Alberto e Franca Riva, UniCredit Foundation, Fondazione Comunità Novarese. Con partnership in tutta Italia: oltre all’Università di Torino in veste di responsabile scientifica si sono la cooperativa sociale romana Parsec come capofila e poi l’altra cooperativa sociale Raggio Verde (Novara), la Aps napoletana Traparentesi, l’associazione I Tetti Colorati (Ragusa), quindi tre atenei (La Sapienza di Roma, Federico II di Napoli, Università di Messina) e 16 scuole tra  Piemonte, Lazio, Campania e Sicilia.




















































 I tutor sono selezionati tramite un bando e opportunamente preparati attraverso un percorso di formazione a cura dell’ateneo torinese. Per ognuno dei tre anni del progetto, le università coinvolte selezionano ognuna 70 tutor tra gli studenti dei propri corsi, 35 per l’area umanistica e 35 per l’area scientifica. Il tutorato ha una durata complessiva di 15 settimane e si attiva nel secondo quadrimestre. In ogni appuntamento un tutor incontra due alunni che frequentano la stessa classe. Sono previsti due appuntamenti settimanali di due ore ciascuno (un’ora per le materie umanistiche, un’ora per quelle scientifiche) per un totale complessivo di 60 ore per ogni alunno seguito. Le ragazze e i ragazzi che usufruiscono dei tutorati sono individuati dalle scuole secondarie di primo grado coinvolte, che scelgono 28 allievi per ogni anno di progetto.

«Di fronte a una generazione scarsa numericamente e afflitta da stati di ansia che ne compromettono un sano ingresso nella vita adulta – sottolinea  Barbara Guadagni, responsabile del progetto – è inaccettabile che molti studenti delle scuole medie vivano uno stato di frustrazione legato a uno scarso rendimento scolastico spesso motivato dalla povertà materiale e dalla povertà educativa delle loro famiglie. Il servizio che offriamo è teso a contrastare queste difficoltà». 

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