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«Sono necessari altri progressi sull’inflazione» prima di proseguire con altre riduzioni del costo del denaro.I dazi imposti e minacciati dal presidente Donald Trump preoccupano la Banca centrale degli Stati Uniti
I dazi imposti e minacciati dal presidente Donald Trump preoccupano la Banca centrale degli Stati Uniti. Per questo, serve un «approccio cauto» sul taglio dei tassi d’interesse. E’ quanto emerge dai verbali relativi all’ultimo incontro – terminato il 29 gennaio – del Federal Open Market Committee (Fomc), l’organismo della Federal Reserve responsabile della politica monetaria statunitense. «Possiamo mantenere i tassi a livelli restrittivi, se l’economia è forte», si legge nei verbali, dove si segnala anche che «servono altri progressi sull’inflazione», prima di altri eventuali tagli.
L’altalena dei tassi Usa
Alla fine dello scorso mese, la Banca centrale statunitense ha deciso – con voto unanime – di mantenere i tassi d’interesse al 4,25%-4,50%, come previsto dagli analisti. In precedenza, la Fed aveva operato tre tagli
consecutivi: a settembre, la Banca centrale aveva comunicato il primo taglio in quattro anni, di 50 punti base; all’inizio di novembre e a dicembre, decise due “sforbiciate” di 25 punti base ciascuna. I tassi d’interesse erano stati abbassati allo 0-0,25%, nel marzo del 2020, per combattere gli effetti negativi della pandemia di coronavirus sull’economia statunitense, e poi progressivamente alzati. Dal marzo 2022, si erano susseguiti 11 rialzi dei tassi in 16 mesi, fino a raggiungere il 5,25%-5,50% – il livello più’ alto dal 2001 – dove erano stati mantenuti per 14 mesi.
Obiettivo inflazione al 2%
Nella riunione del mese scorso, i responsabili politici della Fed, «hanno deciso di mantenere i tassi di interesse fermi fino a quando non sarà chiaro che l’inflazione, in gran parte bloccata dalla metà del 2024, scenderà in modo affidabile all’obiettivo del 2% della banca centrale».
La proiezione dello staff della Fed, per l’attività economica è stata simile a quella preparata per la riunione di dicembre, con il divario tra prodotto effettivo e potenziale che dovrebbe ridursi ulteriormente fino all’inizio del prossimo anno, per poi rimanere approssimativamente piatto, e con il tasso di disoccupazione che dovrebbe rimanere vicino alla stima dello staff del suo tasso naturale, si legge ancora nei verbali.
Previsioni difficili
Per questa proiezione, lo staff ha utilizzato le stesse ipotesi preliminari per i potenziali cambiamenti di politica utilizzate per la precedente previsione di base e ha continuato a rilevare un’elevata incertezza riguardo alla portata, ai tempi e ai potenziali effetti economici di eventuali modifiche alle politiche commerciali, di immigrazione, fiscali e normative. Lo staff ha sottolineato la difficoltà di valutare l’importanza di tali fattori per la proiezione di base e ha preparato una serie di scenari alternativi. Anche la proiezione sull’inflazione dello staff è rimasta sostanzialmente invariata rispetto a quella preparata per la riunione precedente.
Rischi sbilanciati
L’inflazione nel 2025 dovrebbe essere simile a quella del 2024, in quanto gli effetti dell’ipotesi di politica commerciale dello staff hanno esercitato una pressione al rialzo sull’inflazione quest’anno. Successivamente, l’inflazione dovrebbe scendere al 2% entro il 2027. Lo staff ha continuato a considerare l’incertezza intorno alla proiezione di base come simile alla media degli ultimi 20 anni, un periodo che ha visto una serie di episodi in cui l’incertezza sull’economia e sui cambiamenti della politica federale è stata elevata. Lo staff ritiene che i rischi intorno alle proiezioni di base per l’attività economica e l’occupazione siano approssimativamente bilanciati. I rischi intorno alle proiezioni di base per l’inflazione sono stati visti come sbilanciati verso l’alto perché l’inflazione di fondo non è scesa quanto previsto nel 2024 e perché le modifiche alla politica commerciale potrebbero esercitare una pressione al rialzo sull’inflazione maggiore di quanto ipotizzato dallo staff.
20 febbraio 2025 ( modifica il 20 febbraio 2025 | 09:31)
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