Non accenna a placarsi la corsa al rialzo del settore bancario. Un rally che sta dando forte supporto alla sovraperformance di Piazza Affari in questi primi due mesi dell’anno (ieri il Ftse Mib si è portato ai massimi da dicembre 2007 oltre i 38.500 punti). Sotto i riflettori in questi giorni anche Intesa Sanpaolo, la maggiore banca italiana.
Intesa per la prima volta oltre il muro degli 80 miliardi, +18% Ytd
Tra i migliori da inizio anno spicca il peso massimo Intesa Sanpaolo, seconda maggiore blue chip milanese dietro solo a Ferrari. Il titolo Intesa da inizio anno segna un progresso di oltre il 18% e si è portato sui nuovi massimi dal 2008. Negli ultimi 12 mesi Intesa Sanpaolo è balzata in avanti del 61%.
L’ennesimo balzo messo a segno ieri (+1,9% a 4,55 euro) ha permesso a Intesa di varcare per la prima volta la soglia degli 80 miliardi di euro di capitalizzazione che la pone come seconda maggiore banca dell’Unione europea in termini di valore di mercato dopo essere stata al primo posto a cavallo tra fine 2024 e inizio del nuovo anno. A occupare la vetta è la spagnola Banco Santander, a sua volta protagonista di un ottimo inizio di 2025 (+35% Ytd).
Un assist al rally delle ultime settimane è arrivato dai conti 2024 oltre le attese. Il primo gruppo bancario italiano ha riportato utili record e per il 2025 ha alzato l’asticella indicando profitti “ben oltre” la soglia dei 9 miliardi. Il cda ha inoltre proposto dividendi complessivi pari a 6,1 miliardi di euro (3 miliardi di acconto dividendi 2024 pagato a novembre 2024 e proposta di 3,1 miliardi di saldo dividendi 2024 da pagare a maggio 2025) con l’aggiunta di un buyback pari a 2 miliardi di euro da avviare a giugno.
Le parole di ieri del ceo di Intesa
Il raggiungimento del traguardo degli 80 miliardi di market cap è stato commentato praticamente real time ieri dal ceo Carlo Messina durante il suo intervento alla presentazione del piano strategico 2025/2028 della Compagnia di San Paolo. “Intesa Sanpaolo ha superato gli 80 miliardi di euro del suo valore di Borsa e questo mi rende molto orgoglioso – ha detto Messina – un successo enorme che abbiamo raggiunto grazie a 100mila persone che lavorano nella nostra banca, ma soprattutto grazie ad azionisti stabili che garantiscono serenità al management della banca e su cui c’è piena condivisione di valori e di raggiungimenti di obiettivi comuni”.
Messina torna sul risiko in atto: “Dinamica confusionaria, noi restiamo fuori”
Il banchiere alla guida di Intesa dal lontano 2008 è tornato anche sul fermento attuale sul fronte M&A, che vede la sua banca rimanere in disparte. “Si stanno susseguendo offerte pubbliche di scambio e di acquisto, con una dinamica spesso caotica e confusionaria, noi ribadiamo che staremo fuori da tutto questo, non siamo interessati in nessun modo a rimanere coinvolti”, ha tagliato corto Messina. C’è chi nelle ultime settimane ha ventilato una possibile mossa di Intesa nella partita in atto su Generali (la compagnia assicurativa triestina nel 2017 era già finita nel mirino di Messina, che tentò invano un takeover).
Messina ha ricordato che il gruppo, leader in Italia per attivi, gestisce un trilione e 400 miliardi di euro delle famiglie italiane rispetto ad esempio ai “soli” 200 miliardi delle Generali. Le banche coinvolte hanno come risparmio 60-70 miliardi. “Parliamo di operazioni di mercato che non cambieranno nulla rispetto al posizionamento di Intesa Sanpaolo qualunque cosa accada”, asserisce il banchiere.
Tra gli analisti coro di buy, ecco i target più ambiziosi
Gli analisti mantengono una view rialzista su Intesa Sanpaolo. Tra quelli monitorati da Bloomberg i giudizi positivi prevalgono nettamente con 20 “buy” (76,9%), 4 “neutral” (15,4%) e due “sell” (7,7%). Il prezzo obiettivo medio indicato è 4,77 euro, salito nelle ultime settimane rispetto ai 4,59 euro medi prima della diffusione dei conti 2024 di Intesa. Il potenziale upside risulta di quasi il 5% rispetto ai prezzi attuali.
Tra gli analisti i più positivi sono quelli di JP Morgan con obiettivo a 5,1 euro; stesso target indicato da Citi. Asticella posta a 5 euro invece da Intermonte, Oddo e Hsbc, leggermente sotto (4,9 euro) invece Equita. Tra le valutazioni più basse spicca invece Mediobanca Research che indica 4,20 euro con rating neutral.
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