Piste ciclabili e pedonali per la mobilità sostenibile

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Mobilità sostenibile: piste ciclabili e pedonali

La mobilità sostenibile è uno degli ambiti in cui la maggior parte delle città, italiane e europee, sta investendo da tempo per favorire un continuo miglioramento della qualità della vita, assicurare spostamenti sempre più sicuri e ridurre l’inquinamento atmosferico. Si tratta, del resto, di uno dei temi centrali delle politiche urbane moderne, oltre che dei pilastri delle città intelligenti.

Si combinano la crescente consapevolezza ambientale, le necessità di ridurre l’inquinamento atmosferico, l’urgenza di migliorare la mobilità all’interno delle città, soprattutto se molto trafficate.

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Le soluzioni che si stanno mettendo in campo sono diverse, ma alla base c’è indubbiamente lo sviluppo di una rete viaria ciclabile e pedonale, favorendo quanto possibile la cosiddetta mobilità dolce.

L’importanza delle piste ciclabili e delle aree pedonali

Piste ciclabili e aree pedonali in città rappresentano un’infrastruttura fondamentale per assicurare il benessere e la sicurezza dei cittadini. Sono essenziali, poi, anche per permettere una mobilità sostenibile alternativa all’utilizzo di mezzi pubblici e privati. Si sposano perfettamente con le esigenze di chi vive nei centri urbani e ha bisogno di muoversi all’interno della città, per lavoro o per il tempo libera.

Mobilità sostenibile: l’importanza delle piste ciclabili e delle aree pedonaliMobilità sostenibile: l’importanza delle piste ciclabili e delle aree pedonali

La loro presenza agevola gli spostamenti e permette di ottimizzare la mobilità in città, diversificando i flussi e riducendo la pressione del traffico veicolare. Inoltre, questa tipologia di spostamenti permette anche di ridurre in modo significativo le emissioni di CO2, in quanto è possibile spostarsi senza generare alcun tipo di inquinamento. Al contempo, si segue uno stile di vita più sano e si svolge attività fisica anche semplicemente recandosi al lavoro.

La sola presenza di nuove infrastrutture per la mobilità dolce è sufficiente per incrementare l’uso della bicicletta e ne sono esempi alcune grandi città, soprattutto nel Nord Europa, che da tempo hanno dato a ciclabili e vie pedonali un ruolo privilegiato nel sistema urbano, come Copenaghen o Amsterdam.

Le aree esclusivamente pedonali, inoltre, sono spesso positive per favorire un miglior contesto sociale, con diversi vantaggi anche per il commercio locale. Incidono, infatti, sulla qualità della vita percepita in città, aumentando anche il livello di sicurezza.

Le basi per una progettazione consapevole

Le piste ciclabili, per essere funzionali e sicure, devono essere progettate in modo adeguato, valutando tutti gli aspetti tecnici, normativi, di sicurezza e funzionali del caso. Commettere errori significa vanificare investimenti, spesso ingenti, senza poter beneficiare di tutti i vantaggi assicurati dalle infrastrutture ciclo pedonali.

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Il primo passo da compiere è indubbiamente quello di studiare il territorio, analizzando il contesto urbano e valutando i principali flussi in essere, le necessità non soddisfatte, ma anche la disponibilità di spazio e le caratteristiche fisiche dei luoghi in cui si vuole realizzare la nuova infrastruttura. Pendenze, ostacoli, presenza di altri sistemi di trasporto o limiti di qualsiasi natura per la costruzione delle piste ciclopedonali devono essere noti fin dal principio, così da definire in modo efficace e corretto i percorsi.

Differenti tipologie di piste ciclabili

A seconda del progetto che si studia, dettato proprio da esigenze e caratteristiche del contesto, si possono realizzare differenti tipologie di piste ciclabili. Tra le caratteristiche principali che distinguono le infrastrutture ciclo pedonali, ad esempio, c’è sicuramente la tipologia di traffico a cui sono dedicate. Nel caso in cui sia percorribile esclusivamente da biciclette, si parla di pista ciclabile in sede propria, in quanto si realizza una separazione fisica dal traffico veicolare, ma anche da eventuali percorsi pedonali. Si tratta di una soluzione indicata in quei contesti urbani in cui il traffico è rilevante e si ha sufficiente spazio per realizzare percorsi ciclabili riservati, anche in virtù di un loro potenziale utilizzo intenso.

Differenti tipologie di piste ciclabiliDifferenti tipologie di piste ciclabili

Se il percorso è dedicato esclusivamente alle biciclette, ma la separazione dalla carreggiata è realizzata mediante segnaletica orizzontale e verticale, si parla di pista ciclabile su corsia riservata. Una soluzione che richiede meno spazio e che può essere realizzata sulla strada carrabile esistente, attuabile esclusivamente se la restrizione dovuta all’inserimento della ciclabile non compromette la viabilità. In questi casi, è importantissimo valutare la sicurezza del percorso che si sta realizzando, altamente dipendente dal tipo di traffico veicolare registrato. Le ciclabili a corsia riservata, in alternativa, possono essere ricavate dai marciapiedi pedonali, nel caso in cui lo spazio sia sufficiente.

Vi sono, infine, i casi in cui si costruiscono percorsi ciclopedonali promiscui e condivisi da pedoni e ciclisti. Generalmente si tratta di scelte perfetti per alcuni contesti, come viali in cui non vi è molto spazio o all’interno di aree verdi e parchi.

Dimensioni, segnaletica e illuminazione delle piste ciclabili

La progettazione tecnica delle piste ciclabili deve rispondere a riferimenti requisiti normativi, tra cui sicuramente il Codice della Strada e decreti quali il DM 557/199, ossia il “Regolamento recante norme per la definizione delle caratteristiche tecniche delle piste ciclabili”. Generalmente, la larghezza della carreggiata (singola) è di 1,5 metri. Una misura che può scendere a 1,25 in alcune circostanze, come nel caso di realizzazione di una ciclabile a doppio senso, la cui larghezza totale è di 2,5 metri. Per le piste ciclabili in sede propria e per quelle su corsie riservate, la larghezza della corsia può essere ridotta fino ad un massimo di un metro per una limitata lunghezza dell’itinerario ciclabile.

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Al di là di questi standard minimi, la dimensione deve sempre essere ponderata anche in base al traffico veicolare registrato in quella zona e all’affollamento previsto per la ciclabile.

La progettazione, poi, deve riguardare anche la segnaletica e l’eventuale illuminazione. Il regolamento prima citato fa riferimento alla segnaletica verticale, prevedendo la predisposizione specifici cartelli, alla segnaletica orizzontale e agli impianti semaforici. Devono essere sempre indicati anche gli attraversamenti e si possono utilizzare sistemi illuminati e separatori fisici per la protezione dal traffico veicolare, così da garantire la sicurezza anche durante le ore serali e notturne. L’illuminazione delle piste ciclabili, infine, riveste un ruolo fondamentale per la sicurezza delle persone, in quanto deve sempre essere garantita adeguata visibilità, soprattutto in corrispondenza di punti critici come gli attraversamenti a raso. Per lo scopo si possono utilizzare anche i sistemi di illuminazione già presenti in caso di strade carrabili nei pressi della nuova ciclabile.

Infine, queste infrastrutture portano con sé un insieme di altre considerazioni, come la necessità di predisporre di attrezzature connesse al mondo della viabilità dolce, come rastrelliere per le soste, sedute, zone d’ombra arboree e così via. Necessità che aumentano nel caso di strutture con finalità anche turistica.

Le pavimentazioni delle piste ciclabili

Un ultimo aspetto importante da considerare quando si progettano delle piste ciclabili è la tipologia di pavimentazione e di superficie che si deve garantire. Nel caso di costruzione di nuovi percorsi, si possono scegliere materiali come l’asfalto drenante, il pavé o altre soluzioni sostenibili, la cui compatibilità con il contesto è un requisito essenziale. Devono garantire anche sicurezza e massima regolarità della superficie. In generale, infatti, si devono assicurare le giuste condizioni per un transito agevole. Inoltre, il regolamento riporta che

“sulle piste ciclabili non è consentita la presenza di griglie di raccolta delle acque con elementi principali paralleli all’asse delle piste stesse, né con elementi trasversali tali da determinare difficoltà di transito ai ciclisti”.

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