“Smart working piace a 60% italiani ma servono spazi migliori”

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Roma, 19 feb. (askanews) – Lo smart working è apprezzato dalla maggioranza degli italiani per i suoi benefici in termini di flessibilità, produttività e sostenibilità. Tuttavia, rimangono alcune criticità legate alla connettività, alla qualità degli spazi di lavoro e alla necessità di adottare soluzioni ibride. È quanto emerge dal report BIGDA per Phygispace, presentato presso lo spazio Copernico Repubblica durante l’evento “Persone, Spazi e Innovazione: creare valore nell’organizzazione del futuro”. Lo studio ha analizzato, attraverso web monitoring e social listening, le tendenze, le percezioni e le opportunità emergenti nel settore tra il 14 novembre 2024 e il 14 febbraio 2025. Nel periodo di analisi sono state registrate oltre 62.400 menzioni online e più di 210.000 interazioni, confermando un interesse crescente per queste nuove modalità di lavoro.

“Con il ritorno in ufficio dopo la pandemia di Covid-19 – ha spiegato Roberto Guida, CEO di Phygispace – è migliorata l’interazione sociale, che era mancata mentre le persone lavoravano da casa, così come il coordinamento e la comunicazione con il team, il senso di appartenenza all’organizzazione e altri fattori legati al coinvolgimento nei processi aziendali. L’elemento centrale di questo ritorno alla normalità è stato il tema dello spazio: bisogna progettare ambienti di condivisione che non comportino problemi di raggiungibilità e distanza, fattori che possono provocare ansia e disagio, soprattutto tra i giovani”. Secondo i dati raccolti dal report, lo smart working e il coworking stanno conquistando un numero sempre maggiore di utenti. Le discussioni online si concentrano principalmente su aspetti come la flessibilità, la produttività e il bilanciamento tra vita professionale e privata. Il 60% delle conversazioni analizzate esprime un giudizio positivo, sottolineando vantaggi quali maggiore autonomia, miglior benessere e un impatto positivo sulla sostenibilità ambientale.

Tuttavia, alcuni ostacoli continuano a emergere nelle conversazioni degli utenti. Tra le principali criticità segnalate figurano problemi di connessione, la qualità degli spazi di lavoro e la necessità di adottare soluzioni ibride per garantire il miglior equilibrio possibile tra lavoro in remoto e in presenza.

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Manlio Messina, Membro della VII Commissione Cultura, ha sottolineato come negli ultimi decenni il modello lavorativo fosse basato esclusivamente sulla produttività, considerata l’unico fattore di successo per le imprese. “Oggi – ha proseguito – si sta ribaltando il modello: lo stato psicologico, l’ambiente di lavoro, la condivisione e la necessità di lavorare bene sono tutti elementi centrali nelle richieste dei lavoratori, oltre a permettere alle aziende di aumentare la produttività”.

Le conversazioni online registrate dal rapporto evidenziano alcuni aspetti chiave dello smart working. Il bilanciamento tra vita lavorativa e privata rappresenta uno dei temi più discussi, con il 25% delle interazioni che sottolineano come questa modalità lavorativa permetta di migliorare la qualità della vita. Tuttavia, il benessere psicologico e la socialità sono argomenti che dividono gli utenti: il 18% delle conversazioni evidenzia il contrasto tra chi apprezza la libertà e l’autonomia del lavoro da remoto e chi, invece, lamenta un senso di isolamento e una ridotta interazione sociale.

Un altro tema rilevante, citato nel 15% delle discussioni, riguarda gli aspetti normativi e contrattuali, con particolare attenzione alle nuove regolamentazioni e alle tutele per i lavoratori agili. Infine, il 10% delle interazioni si concentra sulle opportunità di innovazione e di mercato, con un crescente interesse per l’apertura di nuovi spazi di coworking nei piccoli centri urbani e per le possibilità offerte ai nomadi digitali.

Gianmatteo Manghi, Managing Director di Cisco Italia, ha portato la propria esperienza diretta: “A Milano abbiamo realizzato un ufficio che rappresenta i nostri principi guida e dimostra come la tecnologia possa abilitare, da una parte, la valorizzazione dell’immobile e, dall’altra, l’implementazione di nuovi modelli lavorativi in grado di migliorare produttività e soddisfazione delle persone. Per noi non deve esistere contrapposizione tra lavoro da remoto e lavoro in presenza. Dobbiamo essere capaci di maggiore flessibilità, abilitando le diverse modalità di lavoro e rendendole il più efficaci possibile, anche in contesti dove il disaccoppiamento tra il luogo in cui si lavora e il valore prodotto sembrano inconciliabili”.

All’evento hanno inoltre partecipato Ilaria Cavo, Vicepresidente X Commissione Attività Produttive; Alessandro Musumeci, Dipartimento per la Trasformazione Digitale; Grazia Strano, Direttore generale DG per le politiche del personale e i servizi generali Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.



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