Operazione internazionale antidroga dei carabinieri, con 27 arresti tra territorio nazionale, Albania e Spagna. La droga arrivava in Italia dall’Albania con imbarcazioni, giungeva a Roma e veniva smistata in tutta Europa trasportata da “corrieri” con mezzi pubblici.
L’ordinanza, emessa dal gip del Tribunale di Roma – su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, dispone il carcere per 20 persone e gli arresti domiciliari per altre 7 e trae origine da una complessa attività d’indagine, condotta mediante attività tecniche e dinamiche, dei Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Parioli, coadiuvati dalla Direzione Centrale Servizi Antidroga, avviata fin dal 2018 con l’operazione denominata “Tibus” e proseguita con l’odierna indagine, condotta tra gli anni 2019 – 2021 che ha consentito di documentare come l’autostazione “Tibus”, adiacente alla locale stazione ferroviaria “Tiburtina”, sia stata utilizzata come centro di smistamento nazionale e internazionale del traffico di stupefacenti, modalità che ha assicurato, tramite pullman appartenenti a ignare società private, la massima copertura ai corrieri evitando i rituali controlli ai valichi di frontiera.
Alcuni degli arresti sono stati eseguiti a Valona (Albania) e sono il frutto dell’efficace collaborazione instaurata con l’Autorità albanese, in particolare con il Dipartimento della Polizia Criminale – Direzione delle Indagini sul crimine organizzato, grazie al determinante contributo della Direzione Centrale della Polizia Criminale – Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia e Ufficio dell’Esperto per la Sicurezza a Tirana e con il supporto del Segretariato Generale INTERPOL di Lione.
Grazie alla collaborazione con la Polizia nazionale spagnola, altri arresti sono stati eseguiti nella città di Vilanova i la Geltrú, in provincia di Barcellona.
Sono stati raccolti gravi indizi di colpevolezza in ordine all’esistenza di un’ininterrotta operatività in Roma di due complessi articolati sodalizi criminali, caratterizzati dalla transnazionalità, uno di estrazione nigeriana e uno albanese, definendone le specifiche attitudini. Quella nigeriana, secondo gli elementi indiziari raccolti, si occupava di reperire e acquistare ingenti quantitativi di stupefacente del tipo marijuana, distribuendola sul territorio nazionale ed europeo, utilizzando per lo più soggetti molto giovani, incensurati e quasi tutti risultati in transito da centri di prima accoglienza e con lo status di “rifugiato politico”; quella albanese, con particolare riferimento alla città di Valona (Albania) da cui sono risultati essere originari la stragrande maggioranza degli indagati, di importare ingenti quantitativi di stupefacente dal proprio Stato. La sostanza stupefacente, è emerso, entrava in Italia tramite l’utilizzo di potenti natanti, fatti sbarcare sulle coste pugliesi per essere poi traportata nella Capitale tramite il meccanismo “a staffetta” di veicoli a intestazione fittizia e/o noleggiati tramite società di noleggio a lungo termine. E’ stato documentato, anche con una indagine culminata in un’ordinanza che ha disposto la custodia cautelare in carcere per 4 persone, come il Centro S.P.R.A.R. (Sistema Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati, ora Centro di Accoglienza Straordinaria) di Roma, via della Riserva Nuova fosse stato utilizzato quale luogo di stoccaggio e ripartenza delle partite di stupefacente, nonché di reclutamento di migranti nigeriani (titolari di permesso di soggiorno provvisorio in attesa della definizione del relativo status).
Nel corso delle indagini, fornitori di nazionalità albanese sono gravemente indiziati di aver compiuto numerose estorsioni aggravate, nei confronti di acquirenti di nazionalità nigeriana, “colpevoli” di ritardare il pagamento della sostanza stupefacente. E’ stata inoltre ipotizzata la disponibilità da parte del sodalizio criminale di matrice albanese di armi da guerra.
Alcuni cittadini italiani sono gravemente indiziati di essersi offerti quali prestanome per l’intestazione di veicoli utilizzati per trafficare la sostanza stupefacente.
Durante tutta l’attività, a riscontro delle investigazioni, sono stati eseguiti 147 arresti in flagranza di reato per spaccio e detenzione di stupefacente, sequestrati complessivi 900 kg circa di marijuana, 10 kg. di “hashish” e diverse dosi di sostanza stupefacente del tipo “eroina” nonché il sequestro preventivo di 90.000 euro in contanti.
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