Associazioni sportive: apertura della partita IVA

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Associazioni sportive, come aprire partita IVA? Dall’analisi del contesto di riferimento agli adempimenti fiscali, una panoramica delle regole da seguire

 

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A partire dal prossimo anno le associazioni sportive saranno chiamate a dotarsi di partita IVA.

È questo il primo e più rilevante impatto pratico che avrà l’avvio della riforma IVA prevista per il terzo settore, comprese le associazioni e società sportive dilettantistiche, a decorrere dal 1° gennaio 2026.

Con il passaggio dal regime di esclusione a quello di esenzione IVA, pur non mutando il carico fiscale bisognerà far fronte ad una serie di nuovi adempimenti, il cui presupposto consiste proprio nell’apertura di una propria partita IVA.

In queste righe ci soffermeremo sulle istruzioni operative, con un focus su quelle che sono le novità previste per il settore.

Associazioni sportive, perché bisognerà aprire partita IVA dal 1° gennaio 2026

Prima di tutto è bene riepilogare il contesto di riferimento.

Le novità in materia di IVA che dal 1° gennaio 2026 interesseranno il mondo dell’associazionismo sportivo sono diretta conseguenza della procedura di infrazione partita dalla Commissione Europea nel 2010, nella quale si contestava all’Italia il mancato recepimento delle esenzioni di cui all’articolo 132 della direttiva 2006/112/CE e delle condizioni di cui all’articolo 134.

L’articolo 5, comma 15-quater ha quindi provveduto a sanare le irregolarità segnalate dall’UE, con un restyling articolato alla disciplina IVA prevista per gli enti non commerciali e, nello specifico, con la modifica alle disposizioni contenute nell’articolo 4 del DPR n. 633/1972.

Le ASD e le SSD sono indubbiamente le categorie che risentiranno maggiormente degli effetti delle novità introdotte.

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Dal 1° gennaio 2026 diverranno esenti ai fini IVA e non più escluse le prestazioni di servizi strettamente connesse con la pratica dello sport o dell’educazione fisica rese a persone che esercitano lo sport o l’educazione fisica.

Passeranno inoltre da escluse ad imponibili ai fini IVA le cessioni di beni effettuate in conformità alle finalità istituzionali, nei confronti di soci, associati o partecipanti verso pagamento di corrispettivi specifici o di contributi supplementari determinati in funzione delle maggiori o diverse prestazioni quali danno diritto.

Escludendo ulteriori potenziali proroghe, dal primo gennaio del prossimo anno le associazioni dovranno confrontarsi con adempimenti aggiuntivi, primo fra tutti l’apertura della partita IVA pur in alcuni casi non dovendo applicare l’IVA.

La procedura per l’apertura della partita IVA

Da quanto fin qui illustrato appare quindi chiaro che le associazioni non ancora dotate di partita IVA saranno chiamate ad avviare le pratiche per l’apertura di una propria posizione ai fini della gestione dei nuovi adempimenti.

Dal punto di vista generale,  l’associazione può decidere di aprire la partita IVA contestualmente alla richiesta del codice fiscale e quindi in fase di sua costituzione, perché già consapevole della sua necessità, oppure farne domanda successivamente.

La richiesta dovrà essere presentata compilando l’apposito modello AA7/10 disponibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate, alla quale dovrà pervenire in una delle seguenti tre modalità:

  • nel caso di soggetti obbligati all’iscrizione al registro delle imprese attraverso la piattaforma Comunicazione Unica (ComUnica);
  • direttamente presso l’ufficio competente dell’Agenzia delle Entrate in duplice esemplare direttamente anche a mezzo di persona appositamente delegata;
  • in unico esemplare a mezzo servizio postale e mediante raccomandata, allegando fotocopia di un documento d’identità del dichiarante, da inviare a un qualunque ufficio dell’Agenzia delle Entrate, a prescindere dal domicilio fiscale del contribuente;
  • per via telematica direttamente dal contribuente o tramite i soggetti incaricati della trasmissione telematica di cui all’art. 3, commi 2-bis e 3, del D.P.R. 22 luglio 1998, n. 322.

All’interno del modulo AA7/10 bisognerà aver cura di compilare tutte le informazioni richieste, prestando particolare attenzione alla descrizione dell’attività svolta e all’indicazione del codice ATECO 93.19.10 che individua per l’appunto le associazioni sportive dilettantistiche.

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Dopo l’apertura della partita IVA: gli adempimenti

L’apertura della partita IVA porta con sé molti nuovi adempimenti fiscali e contabili ai quali l’associazione dovrà successivamente sottostare.

Ancorché in regime di esenzione IVA, sarà quindi necessario rispettare tutti gli adempimenti previsti in materia. La fatturazione elettronica è sicuramente il più impattante che interesserà le associazioni sportive.

Le fatture dovranno essere emesse entro 12 giorni dalla data di effettuazione dell’operazione, ad eccezione dei casi in cui sarà possibile emettere fattura differita entro il giorno 15 del mese successivo a quello di effettuazione dell’operazione.

L’obbligo di fatturazione e registrazione dei corrispettivi si affianca alla necessità di effettuare il versamento periodico di quanto dovuto, oltre che di dover tenere i registri fiscali previsti dalla normativa IVA e presentare le comunicazioni periodiche e la dichiarazione annuale.

L’avvio della riforma IVA a partire dal 1° gennaio 2026 rappresenta quindi una sfida per il mondo dell’associazionismo sportivo, per la quale è necessario muoversi per tempo e non farsi trovare impreparati.

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