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Dopo settimane di fermo, si è riaperta la discussione sul rinnovo del contratto del comparto sanità 2022-2024, ma senza novità sostanziali.
L’ARAN non ha avanzato nuove proposte, suscitando la forte preoccupazione del sindacato Nursing Up, che ribadisce la propria disponibilità al dialogo, purché si giunga a un riconoscimento concreto per infermieri, ostetriche e altri professionisti sanitari.
Il presidente del sindacato, Antonio De Palma, denuncia l’iniquità nella distribuzione delle risorse disponibili, evidenziando che l’aumento tabellare per infermieri e ostetriche è fermo a 135 euro lordi, con una differenza di soli 8 euro rispetto agli assistenti.
“Le risorse disponibili per il CCNL 22/24 sono poche, ne siamo consapevoli, ma la loro allocazione poteva e doveva essere diversa. Quegli 8 euro di differenza tra l’aumento di stipendio tabellare, di infermieri, ostetriche e altre professioni sanitarie, con le categorie sottostanti, pesano ancora oggi come uno schiaffo alle nostre professioni. Inoltre, l’aspetto normativo della bozza propostaci il 14 gennaio scorso, offre, invece, margini di cambiamento che l’ARAN sembra ad oggi non voler cogliere. Noi siamo pronti a trattare 24 ore su 24, ma al momento non abbiamo potuto far altro che prendere atto di una chiusura su tutti i fronti.”, afferma.
Nursing Up contesta la rigidità dell’ARAN, sottolineando come la bozza di contratto presentata il 14 gennaio lasci margini di miglioramento ignorati dalla controparte.
Il sindacato chiede che tutti i professionisti sanitari, compresi quelli con titoli equipollenti riconosciuti dalla legge 42/1999, possano accedere all’area di elevata qualificazione, evitando discriminazioni. Inoltre, propone di destinare due ore settimanali dell’orario di lavoro alla formazione ECM, con un incremento annuale di 24 ore, per garantire un costante aggiornamento professionale.
Un altro punto critico è la mancata tutela degli operatori sanitari over 60, per i quali Nursing Up chiede l’esonero dai turni notturni e dalla pronta disponibilità su richiesta. L’ARAN ha mostrato una generica apertura, ma senza inserire un vincolo contrattuale, lasciando la decisione alle aziende sanitarie e rendendo di fatto inefficace la misura.
“Abbiamo chiesto che i colleghi over 60 possano essere esonerati dai turni notturni e dalla pronta disponibilità, su loro richiesta. L’ARAN ha risposto con una vaga disponibilità, lasciando, però, sempre nella bozza propostaci il 14 di gennaio scorso, la decisione finale alle aziende sanitarie, vanificando di fatto questa misura di tutela,” sottolinea De Palma.
Il sindacato si oppone all’introduzione dell’assistente infermiere senza prima valorizzare le competenze degli attuali professionisti sanitari.
“Questa non è valorizzazione. Certo, dobbiamo continuare a chiedere maggiori risorse al Governo per il futuro, ma la quadra per la chiusura del CCNL 22/24 avrebbero potuto almeno provare a cercarla, distribuendo meglio quelle già disponibili, cosa che, invece, si sono ben guardati dal fare.
Si signori, per come la vediamo noi, l’ARAN ha fatto scelte discutibili, che altri sindacati sono pronti a sottoscrivere, ma che noi contestiamo , nella speranza e disponibilità, se davvero le trattative sono ripartite, di poterci lavorare.”
E ancora, “Se mancano gli infermieri, le ostetriche e altri professionisti sanitari, pensiamo prima a incentivare la professione, garantendo stipendi adeguati e migliori condizioni di lavoro. Introdurre assistenti con poche ore di formazione non è la soluzione: il Servizio Sanitario Nazionale ha bisogno di infermieri qualificati, non di palliativi. E poi assistente infermiere? Assisterà chi se gli infermieri mancano drammaticamente all’appello?”.
Nursing Up denuncia la mancata valorizzazione dell’infermiere di famiglia, figura chiave per la sanità territoriale prevista dal PNRR e sostenuta da una legge del 2020.
“Abbiamo chiesto con forza che questa figura venga riconosciuta e adeguatamente inquadrata nel contratto,” spiega De Palma. “Il PNRR ha previsto un potenziamento della sanità territoriale, ma senza un contratto chiaro per gli infermieri di famiglia, il rischio è che questa riforma rimanga solo sulla carta. Gli infermieri di famiglia svolgono un ruolo cruciale nella prevenzione e nell’assistenza domiciliare, ma senza un adeguato riconoscimento contrattuale, come possiamo attrarre e trattenere professionisti qualificati?”.
Il sindacato chiede un cambio di rotta da parte dell’ARAN e delle Regioni, avvertendo che, se la bozza di contratto non verrà modificata, non potrà accettarla.
“Se la bozza di contratto resta così com’è, il sindacato non potrà accettarla. Siamo pronti a confrontarci 24 ore su 24, ma servono risposte concrete. Gli infermieri e le professioni sanitarie meritano il rispetto che finora non è stato loro riconosciuto.
E se l’incontro di oggi fosse stato voluto solo per poter dire di averci provato, senza la reale volontà di discutere per un contratto migliore, allora noi non presteremo il fianco, e porteremo avanti le nostre battaglie in ogni azienda e servizio del SSN, in sintonia con quello che i lavoratori ci chiedono di fare”.
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