La “quasi-alluvione” del 1978 a Castel Bolognese

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a cura di Andrea Soglia; con fotografie inedite di Vincenzo Zaccaria

(introduzione) Dal 2016 (nel cinquantenario di una di esse) abbiamo preso a pubblicare sul sito notizie sulle varie alluvioni subite da Castel Bolognese, che qui riassumiamo: 1842, 1939, 1949, 1959 e 1966. Proprio commentando quest’ultima pagina, l’ex sindaco Franco Gaglio, purtroppo oggi scomparso, sollecitava la pubblicazione di una pagina anche su quanto avvenuto nel periodo 1978-1979, durante il quale egli era in carica.
Avremmo voluto soddisfarlo, ma solo ultimamente siamo riusciti a mettere assieme qualcosa, grazie al fondamentale contributo di Vincenzo Zaccaria (che ringraziamo sentitamente), che nel 1978 scattò alcune notevoli fotografie, e grazie ad alcuni articoli ritrovati da Vita Castellana del 1978-1979. Vi proponiamo, quindi, questa pagina che speriamo di poter implementare un giorno se tornerà disponibile l’archivio comunale o se qualcuno aggiungerà ricordi personali. Molte argomentazioni che leggiamo sono attualissime
Possiamo definirla una “quasi-alluvione”, visto che i danni furono limitati all’abitato di Biancanigo e non furono drammatici. Gli episodi risalgono al 15 aprile 1978 con una coda il 16 febbraio 1979. Seguirono molti lavori, come documentano anche alcune note che Gaglio aveva scritto nel suo libro e nel commento alla nostra pagina sul 1966. A quella crisi seguì un periodo di relativa tranquillità, interrotta dalla doppia catastrofe del 2023.
Con questo testo dovremmo aver completato la rassegna storica delle alluvioni castellane. Al momento non prevediamo di aggiungere un testo sui fatti del 2023: i ricordi sono ancora vivi in tutti e tutti hanno fotografie nei loro telefoni a rinfrescare la memoria. (Andrea Soglia)

Articolo tratto da Vita Castellana, febbraio 1979

DA BIANCANIGO Riceviamo e pubblichiamo:
Ancora sul fiume Senio

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Puntualmente, più volte all’anno, i cittadini di Biancanigo, sono alle prese con le acque minacciose del fiume Senio. E’ sufficiente il prolungarsi di una perturbazione, o il rovescio più abbondante di un temporale a monte, per assistere alla valanga della piena che scende precipitosa e si arresta sulla curva del fiume retrostante la borgata. A distanza di 10 mesi, per ben due volte, abbiamo sofferto l’incubo degli allagamenti. Sabato, 15 aprile 1978, la borgata viene allagata, le acque penetrano nelle case, inquinano le acque potabili, dissestano strade e campi coltivati. Necessita l’intervento dei Vigili del Fuoco .
Venerdì, 16 febbraio 1979, dopo due giorni di intense piogge, arriva una massa d’acqua che supera ogni precedente per l’abbondanza e la violenza. Dal rigurgito del Rio Cupa, l’acqua inizia la sua marcia lungo la via provinciale; quando, fortunatamente, scattano le valvole di sicurezza: più a monte rompono gii argini e le acque invadono gli ampi catini dei saletti.
I danni sono relativi, ma gli interrogativi si fanno sempre più gravi. Fino a quando dovremo vivere con l’incubo di un fiume alle spalle che ingorga le acque e rischia di provocare disastri di imprevedibile entità per noi e per il paese?
Lunedì, 18 settembre 1978, i cittadini di Biancanigo sono convocati in assemblea per discutere il problema Senio. Sono presenti autorità comunali e tecnici della provincia. Al di sopra di ogni proposta, i cittadini di Biancanigo, unici veri conoscitori del movimento delle acque zonali, chiedono con urgenza lo sboscamento del tratto del fiume Biancanigo-Ponte di Castello, la pulizia delle frane, lo sterramento dell’alveo. L’autorità riconosce l’urgenza e si impegna a programmare un primo lotto di lavori prima dei pericoli invernali. Passano molte settimane di silenzio. Finalmente, in dicembre, viene nuovamente convocata l’assemblea a Biancanigo.
Presenti le autorità comunali e provinciali, i tecnici, inaspettatamente, presentano un nuovo progetto-soluzione, spostando la questione dal fiume Senio al Rio Cupa.
Gli abitanti di Biancanigo si ribellano, documentano l’assurdità del progetto, dicono che sono soldi buttati e ribadiscono all’unisono l’urgente necessità della pulizia dei fiume come unica salvezza. Conclusione amara e per niente diplomatica dell’autorità comunale che rifiuta i suggerimenti dell’assemblea e dichiara di porre esclusiva fiducia nell’operato dei tecnici. Poi è ritornato il silenzio generale. Sono passati tre mesi di sole: settembre, ottobre, novembre, e non si è fatto nulla. Se la colpa degli allagamenti debba scaricarsi o no sull’innocuo Rio Cupa, credo lo abbiano potuto constatare “de visu” le autorità comunali e provinciali la sera di venerdì 16 febbraio u.s. Ma è vero anche che non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere. Dunque, signori responsabili del Comune, siete decisi di aspettare l’acqua del fiume Senio sulle soglie dei palazzo Municipale? Signori tecnici della provincia, non è il caso di lasciare da parte certe elocubrazioni che sanno di fantasioso e scendere a livello pratico?
E’ quanto aspettiamo: a nostro vantaggio e a vantaggio del paese.

Un cittadino di Biancanigo


Articolo tratto da Vita Castellana, dicembre 1978

Divergenze sui modi di intervento sul fiume Senio

Negli ultimi mesi si sono svolte due assemblee coi cittadini della zona «Biancanigo» e recentemente anche il Consiglio comunale nella seduta del 14-12 ha espresso un parere favorevole sulla necessità di realizzare con urgenza opere di ripristino e di consolidamento agli argini di difesa del fiume Senio, che anche nel corso di questo anno ha ancora una volta allagato molte case e prodotto danni considerevoli.
Il nostro Gruppo pur valutando positivamente nel complesso il progetto dei tecnici che recentemente hanno affrontato i problemi del fiume Senio nel nostro territorio, ha comunque accompagnato il parere espresso con una precisa riserva intendendo con ciò valorizzare le risultanze emerse nell’ultima assemblea cittadina di Biancanigo ove unanimemente un folto gruppo di cittadini presenti ha indicato con competenza e praticità i modi e i tempi per avviare a definitiva soluzione i problemi in questione come segue:
1) Avvio immediato dei lavori di pulizia dell’alveo del corso d’acqua in questione nel tratto compreso tra Biancanigo e il Ponte del Castello e a valle della ferrovia procedendo contemporaneamente al ripristino delle numerose frane esistenti onde permettere un regolare scorrimento delle acque fino a riportare entro limiti di non pericolo i livelli di massima piena.
2) Congiuntamente a questi provvedimenti e fino a esaurimento del finanziamento attualmente disponibile (circa 200 milioni, IVA compresa) si dovrebbe rialzare l’argine sinistro che di fronte al centro abitato di Biancanigo risulta più basso di 80-90 cm e realizzare una saracinesca o botola automatica che in caso di piena nel fiume impedisca l’immissione di acqua ne! rio « Via Cupa » che ovviamente allagherebbe Biancanigo prima e il centro abitato di Castelbolognese poi.
3) I cittadini di Biancanigo, consapevoli che eventualmente potrebbe esistere anche un rischio pur minimo di allagamento proveniente dalle acque del rio Via Cupa, hanno proposto che si esamini la possibilità di una tombinatura dello stesso, evitando così che il rio medesimo, in caso di non ricettività del fiume Senio, tracimi e provochi allagamenti.
Il tutto in alternativa alle proposte dei tecnici e della Giunta comunale che invece hanno prospettato la tesi dì intervenire arginando il rio Via Cupa congiuntamente a un parziale lavoro di pulizia dell’alveo del fiume; si tratterebbe infatti di privilegiare l’intervento sul rio Via Cupa a tutto danno del ripristino delle frane esistenti nel fiume Senio e ciò per carenza di finanziamenti a disposizione.
Le due diverse tesi, che peraltro non contrastano ma si diversificano solo in ordine alle priorità hanno trovato il nostro Gruppo consiliare schierato con le proposte dei cittadini e bene avrebbe fatto la Giunta a dare un senso e un significato alla consultazione effettuata.


IL CONSOLIDAMENTO DEL FIUME SENIO

Il fiumie Senio, a carattere torrentizio, per il suo andamento sinuoso, con l’alveo quasi a livello di campagna, crea molti problemi in occasione di precipitazioni eccezionali. Per evitare allagamenti è necessario tenere costantemente sotto controllo le opere di contenimento, sia nel nostro territorio che nella parte a monte, ed
intervenire per regolare le sezioni di deflusso, rinforzare gli argini, riprendere le frane, disboscare l’alveo per rendere scorrevole il deflusso delle acque in piena.
La competenza diretta è della Regione, che interviene su propria iniziativa o per richiesta del Comune. I lavori vengono finanziati con piani poliennali dalla Regione stessa.
Con la legge regionale n. 27 del 1974, in dieci anni, sono stati eseguiti nel fiume Senio, nel tratto a monte della via Emilia, i lavori per i seguenti importi:
1974 £ 29.680.000
1979 £ 200.000.000
1980/82 £ 15.000.000
1981/82 £ 70.000.000
1982/83 £ 303.000.000
1983/84 £ 80.000.000
1984 £ 165.000.000
1985 £ 138.000.000

(tratto da: Franco Gaglio sindaco fra la gente, Bacchilega, 2016)


Commento di Franco Gaglio alla pagina sull’alluvione del 1966, datato 2 novembre 2016

Interessante. Sarebbe bello poter leggere della successiva alluvione degli anni 1978-80. La ricordo perché ero Sindaco e mi recai in auto col Vice Sindaco Otello Franzoni e trovammo della contestazione contro l’Amministrazione Comunale. Successivamente riuscimmo a coinvolgere il Geometra del Genio Civile e dopo un inizio di trattativa con Bartoli Gildo, proprietario della terra dove si doveva fare l’intervento, riuscimmo nella Sala del Consiglio Comunale a raggiungere l’accordo. Il Genio Civile realizzò l’intervento e da allora non vi è stata alluvione, nonostante non siano mancate grandi piene. L’intervento è stato consistente e ben fatto. Ne fu soddisfatto lo stesso Bartoli.

Album fotografico inedito di Vincenzo Zaccaria (che si ringrazia sentitamente)

 

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