“Scurria rimosso da Forza Italia, il risanamento l’ho inventato io” VIDEO

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Messina. Il leader: “Nella revoca dell’incarico come sub commissario dovete chiedere al centrodestra”

di Marco Olivieri, riprese e montaggio di Silvia De Domenico

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MESSINA – “Marcello Scurria ha avuto una nomina politica da Forza Italia. Basta sindrome da re Sole. Bisogna ammettere che la nomina è politica. E c’è stato un palleggio tra Scurria e Matilde Siracusano, a dimostrazione che è stata una nomina politica. La nomina è di Forza Italia. C’è stato un fatto amministrativo (la lettera del sindaco Basile sull’asta delle case a Contesse, n.d.r.). Ma, nell’ambito di una dinamica politica, in quota Forza Italia, c’è stato un cortocircuito del quale noi non siamo responsabili. Noi non c’entriamo. Non abbiamo nemmeno dato il nominativo. Dalla nomina politica si è passati alla faida politica. Si tratta di uno scontro tra vari livelli nello stesso partito”.

“Scurria vittima dello stesso sistema che l’ha nominato”

Cateno De Luca incassa i complimenti dal presidente Schifani per la “buona amministrazione a Messina” e smentisce d’aver avuto un ruolo nel siluramento del sub commissario. L’occasione è l’incontro a Palazzo Zanca su rifiuti e riciclo. E aggiunge: “Questo sì: la mia solidarietà. Marcello Scurria, probabilmente, è stato vittima dello stesso sistema che l’ha nominato. Che faccia la vittima col sistema presso il quale si è rivolto in precedenza. E che ora l’ha scaricato. Mi sono stancato di leggere certe porcherie, certi post e certe minacce. Io le minacce le respingo al mittente. Ho dimostrato di farmi carico di ben altro, avendo gli attributi”.

“La scelta di Trovato dimostra che noi non c’entriamo niente, con Scurria ho lavorato bene in passato”

L’occasione è l’incontro a Palazzo Zanca su rifiuti e riciclo. Così parlò il leader politico: “Scurria arriva a questo ruolo (presidente di Arisme, n.d.r.) con De Luca sindaco di Messina. Con l’agenzia per il risanamento, Scurria riesce a mettere in atto ciò che con altri deputati non gli era riuscito. Il nostro è stato un rapporto operativo che ha sempre funzionato. Poi lui ha scelto di fare altro nella vita. Ma il nostro rapporto è rimasto lineare e sereno. Ora mi sono state attribuite dinamiche che non mi appartengono. La legge non mi avrebbe consentito di andare al suo posto, né io ho messo in atto alcuna operazione per sostituire Scurria come sub commissario perché avevo qualcuno da piazzare. Oggi si è consumata tutta la vicenda ed è stato scelto Santi Trovato, dirigente della Regione non ascrivibile a Cateno De Luca. Se ne andò da dg dell’Amam, dopo sei mesi, perché non condivideva le modalità operative del sindaco De Luca. Prima di parlare, ho aspettato che la vicenda si chiudesse. Parlano i fatti. E non voglio più essere tirato in ballo da nessuno. Neanche dai diretti interessati. Sennò apro l’armadio una volta per tutte. Ora mi sono stancato”.

Tuona De Luca: “C’è stata una dinamica amministrativa, un sindaco ha scritto e si è creato un polverone. Il presidente della Regione ha fatto le sue valutazioni. Ma perché questo polverone su un fatto amministrativo? Forse qualcuno ha bisogno di un alibi, anche a Roma. Ha bisogno di mostrarsi come la Giovanna d’Arco? Noi non prestiamo il fianco. E mi auguro che non lo faccia nemmeno la città. Il risanamento è una vicenda che si è inventato Cateno De Luca. Quando è stata fatta la legge sul commissariamento, io sono stato chiamato a rinunciare al mio ruolo legittimo di commissario. Il governo passò questa norma a una condizione: che il sindaco di Messina non facesse bordello. E il sindaco, nonostante avesse il ruolo istituzionale per rivendicare il ruolo di commissario, non ha protestato e ha ringraziato governo e Parlamento per questa legge speciale. Sull’altare del risanamento, ho dimostrato che la personalizzazione è la cosa più sbagliata. Mi fa schifo la personalizzazione su una vicenda su cui ho rischiato la decadenza. Io ci ho messo la faccia. Io ho preso certe malattie. Ho rinunciato al frutto di quelle battaglie. Io sono stato chiamato dal prefetto quando ho firmato due ordinanze. E ho rischiato la decadenza da sindaco. Mi sono rotto le scatole di certa informazione, di chi strumentalizza. Bisogna essere onesti nel valutare i fatti, vedendo l’errore di personalizzare i ruoli”.

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