Il fine vita, l’overtourism, la sanità: la Toscana e i tanti fronti aperti con il governo

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Conto e carta

difficile da pignorare

 


di Giorgio Bernardini e Giulio Gori

Dal payback alle liste di attesa. E ora il rischio ricorso per le leggi regionali su suicidio assistito e turismo

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Arriva un’apertura inattesa sul suicidio assistito, quella del ministro della Salute Orazio Schillaci: «Credo che i tempi siano giusti e maturi per far sì che possiamo avere una legge buona per tutti. Credo che non si possono lasciare le Regioni da sole fare delle fughe in avanti». Schillaci dice poi di no alla possibilità «che si siano persone che si spostano da una regione all’altra» per effettuare il suicidio assistito (anche se la legge toscana concede il diritto solo ai residenti). 

Se il ministro spinge così per una legge nazionale, il governo sembra comunque più orientato a una prova di forza con l’impugnazione della legge toscana davanti alla Consulta




















































Uno scenario simile a quello che riguarda il Testo unico sul turismo approvato dalla Toscana lo scorso dicembre, su cui l’esecutivo si prepara all’impugnazione entro il 9 marzo. 

La spaccatura tra Toscana e il governo però è sempre più netta. Tra tanti fronti di conflitto tra Firenze e Roma.

Il fine vita

La Toscana, preso atto della sentenza della Consulta sul suicidio assistito e di una circolare dell’ex ministro della Salute Roberto Speranza (mai revocata dall’attuale governo) che dava alle Asl il compito di regolarne le procedure, ha appena approvato una legge regionale che regola tempi e modalità di erogazione gratuita del servizio. Roma sta a guardare perché la legge ancora non è stata pubblicata, visto che in Consiglio regionale pende un ricorso sulla conformità delle norme allo Statuto. 

L’associazione Luca Coscioni bacchetta Schillaci: «Non è la Toscana a essere fuggita in avanti, è il governo a essere rimasto indietro a sei anni fa». Sul fronte del centrodestra regionale, tutti concordano con l’eventuale impugnazione, ma l’idea di una legge nazionale piace: «È una necessità che il Parlamento intervenga», dice Marco Stella di Forza Italia, mentre per il candidato alla Regione di FdI Alessandro Tomasi «è giusto che il Parlamento si esprima presto», il Consigliere regionali di Fdi Diego Petrucci sottolinea: «È paradossale che sia stata la sinistra, che invoca la Costituzione a ogni piè sospinto, ad aver voluto questa legge regionale. Non si può essere difensori della Carta a fasi alterne!». Ad invocare l’intervento del legislatore nazionale è anche Luca Baroncini della Lega: «Non riesco a immaginare una differenza di destino del paziente a seconda della latitudine».

Il turismo

Sul Testo unico regionale sul Turismo, che dà poteri ai sindaci nel limitare gli airbnb e trasforma in imprenditoriali attività come i b&b e gli affittacamere, punti sui cui la ministra al Turismo Daniela Santanchè è contraria, il governo ha mosso i primi passi formali verso l’impugnazione inviando a Firenze una valanga di osservazioni alla legge. Entro venti giorni potrebbe esserci già il ricorso alla Consulta. 

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La Regione si è detta disponibile a limare il testo con alcune correzioni suggerite dal governo, ma non a stravolgerne il senso. Così la collisione è vicinissima. La Lega, sempre con Luca Baroncini, tifa per l’impugnazione: «La libera concorrenza è materia che per Costituzione deve essere normata a livello nazionale». Mentre Marco Stella ritiene «sufficienti gli interventi fatti dal ministero sugli affitti brevi». 

La sanità

La Toscana attende da mesi la risposta del Parlamento alla proposta di legge lanciata per prima dal nostro Consiglio regionale con cui si chiede di portare il finanziamento del Fondo sanitario nazionale ad almeno il 7,5 per cento del Pil (ora è poco sopra il 6 per cento). Ma ci sono altre due partite calde: la prima riguarda la reintroduzione anche per il 2025, chiesta da tutte le Regioni, di una norma (a costo zero per lo Stato) che liberi risorse regionali per l’abbattimento delle liste d’attesa. Un fronte su cui c’è più di uno spiraglio. 

La seconda riguarda invece il payback, il rimborso che le aziende che producono dispositivi medici devono per legge alle Regioni una volta superati determinati tetti di spesa. Le aziende hanno fatto ricorso al Tar, ma le Regioni chiedono a Roma di poter almeno mettere a bilancio quelle cifre, che per la Toscana significherebbero oltre 100 milioni di euro all’anno (la cifra più alta in Italia). 

Su questa partita però la chiusura del governo è totale. 

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