Che succede se in uno dei comuni più belli d’Italia, ad alta densità turistica, ben 22 agenti della polizia municipale (quasi tutti, compreso il comandante) finiscono sotto inchiesta come presunti furbetti del cartellino?
E se nella terza città della Campania (per densità abitativa) il Consiglio comunale viene sciolto per le dimissioni di 19 politici, al termine di una stagione scandita da ben tre inchieste giudiziarie? Cosa succede se, alle porte di Napoli, un comune come Vico Equense e una città di 100mila abitanti come Giugliano, finiscono in prima pagina per storie di presunto malaffare e malcostume o per strani calcoli di partito?
Succede che la cronaca metropolitana ci restituisce un dato certo: esiste un limite a tutto. Nessuno è più disposto ad arretrare di fronte a brutte pratiche del passato o a storie che sembravano consegnate agli annali giudiziari di qualche anno fa. Ragioniamo assieme, al netto degli approfondimenti che Il Mattino consegna ai suoi lettori: a Vico Equense, la Procura di Torre Annunziata indaga su ben 22 agenti della municipale (in un organico di 26) per assenteismo e peculato. In sintesi, secondo un veterano del calibro del procuratore Nunzio Fragliasso, gli agenti – durante le ore di servizio – si occupavano di vicende private, per altro utilizzando le auto di un corpo tanto glorioso.
Non va meglio a Giugliano, la piccola “capitale” alle porte di Napoli, che abbraccia una parte di hinterland e un pezzo di costa, roba da fare invidia – per risorse, popolazione e bellezze paesaggistiche – ai comuni del litorale romagnolo. Ebbene? In questo caso, si sono dimessi 19 consiglieri comunali, con un calcolo opportunistico in vista delle prossime elezioni, per chiudere i conti con una consiliatura scandita da ben tre – sottolineiamo tre – inchieste giudiziarie (corruzione per una concessione a un club sportivo; rimborsopoli; inchiesta corruzione bis). Vicende autonome, al netto delle verifiche che lasciamo alla magistratura, che fanno emergere due aspetti della stessa medaglia: da un lato, la necessità di stabilire un limite a ogni forma di malcostume; dall’altro, l’importanza di un ricambio della classe dirigente, nel tentativo di raccogliere la sfida offerta da un territorio dinamico e competitivo come quello napoletano.
Lo ha spiegato due giorni fa il presidente del Tar Vincenzo Salamone, nel rivendicare l’importanza del lavoro svolto in materia di contenziosi legati ad appalti e procedure amministrative, a proposito dell’utilizzo dei fondi del Pnrr: «Indietro non si torna, gli enti locali si attrezzino per restituire ai cittadini servizi da standard europei, per blindare i finanziamenti sul territorio da possibili infiltrazioni di natura mafiosa».
E lo ha spiegato, da un altro punto di vista, anche il procuratore di Napoli Nicola Gratteri, a proposito del bilancio fornito dopo un anno di lavoro a Napoli. Non si è limitato a parlare di arresti e indagini, il capo dei pm partenopei, ma ha raccontato la sua esperienza di cittadino immerso nel contesto partenopeo, quello più alto e nobile, quello delle chiese restaurate, delle associazioni di volontariato, dell’offerta culturale, del paesaggio mozzafiato che ogni giorno ha la possibilità di ammirare a Napoli. Sentiamolo Gratteri, ai microfoni di Radio Kiss Kiss: «La città è bella e piena di monumenti. Ciò che mi ha meravigliato è il numero di teatri ed opere teatrali. Napoli è una città di cultura, più di Roma, più di Milano, dove non trovate l’effervescenza culturale che c’è qui». Poi, rivolgendosi ai napoletani, ha aggiunto: «Voi siete nati a Napoli e non ve ne rendete conto, vi siete assuefatti. Cari napoletani, non è merito vostro se possiamo goderci il lungomare e piazza Plebiscito, voi lo avete ereditato, ma il vostro compito è mantenere puliti e prendervi cura di questi patrimoni».
Più chiaro di così. Un ragionamento che andrebbe fatto a furbetti e opportunisti che ancora credono di poter lucrare sulla bellezza paesaggistica di fette di territorio o sulla buona volontà di imprenditori onesti e intraprendenti, di cittadini rispettosi delle regole e di contribuenti irreprensibili. Due casi, quello di Vico e di Giugliano, che bastano da soli a imprimere una svolta: certi andazzi vanno bloccati sul nascere, perché bellezze e talenti della nostra area metropolitana meritano ben altri rappresentanti, ben altri esponenti delle istituzioni.
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