Leonardo, l’Eldorado va avanti. Ecco cosa si aspetta il mercato da piano e dividendi

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I Leonardo batte le stime: nel 2024 ricavi a 17,8 miliardi (+11%) e ordini per 21 miliardi. Attesa per il nuovo piano”>numeri record del 2024, chiusi con ordini a quasi 21 miliardi di euro (+ 12,2%) e un ebita superiore a 1,5 miliardi di euro (+12,9%), aumentano l’attesa per le prossime mosse dell’ad Roberto Cingolani, che l’11 marzo 2025 condividerà con il mercato l’aggiornamento del piano strategico di Leonardo. Il titolo, intanto, si piazza al secondo posto tra i migliori della settimana, con un rialzo dell’11,5%.

Le banche d’affari, come Intesa Sanpaolo, si aspettano buone sorprese per gli azionisti sulla scia di un 2025 che potrebbe portare al gruppo dell’aerospazio e difesa «un numero senza precedenti di grandi contratti nazionali ed esteri, un miglioramento sostenuto dell’ebita e una generazione di cassa più forte». Leonardo, ipotizza Intesa, potrebbe migliorare la remunerazione degli shareholder agendo sui dividendi o ricorrendo a un buyback. O, perché no, a una combinazione di entrambi. A marzo 2024, con l’approvazione del bilancio 2023, il gruppo aveva già messo mano alla cedola, raddoppiandola da 14 a 28 centesimi. Un aumento ben assorbito: «pur in presenza di un dividendo raddoppiato», ha detto Cingolani, commentando i numeri preliminari del 2024, «il miglioramento del flusso di cassa (826 milioni di euro, + 30,1%, ndr) ci consente di ridurre ulteriormente l’indebitamento netto di gruppo (22% a 1,795 miliardi di euro, ndr)».

Ecco le prime novità sul piano strategico

Venendo all’aggiornamento del piano, questo continuerà a poggiare sulla crescita, sia organica che per acquisizioni, e sull’espansione internazionale. Le nuove iniziative vedono il rafforzamento della divisione Spazio, che ha esordito con ordini per quasi un miliardo di euro, la nuova linea di business per l’High Performance Computing, e il focus sulle joint venture internazionali. Quelle strategiche, col nuovo approccio contabile che le allinea alle attività completamente consolidate, hanno contribuito all’ebita 2024 per circa 73 milioni di euro. Dal 2025 in avanti, si prevede che la contabilizzazione delle nuove jv strategiche per circa 25-30 milioni all’anno compensi gli effetti del deconsolidamento dell’attività Uas (i droni) a livello di ebita.

Con gli analisti, Cingolani ha condiviso qualche anticipazione sulle strategie. «Abbiamo ora, come vedrete nella revisione del piano aggiornato, un piano di allocazione del capitale ben focalizzato», sul quale il manager ha ottenuto già il via libera dell’azionista pubblico, il ministero dell’Economia. «Abbiamo avuto tutto il supporto. Al 100%, senza alcun tentativo di controllo. Anche per potenziare le nostre joint venture internazionali». In questo ambito novità sono attese anche a breve. La jv Leonardo Rheinmetall per i carri armati «è stata creata solo pochi mesi fa e inizierà presto». Lo sviluppo della nuova partnership con Baykar per i droni avanzati «sarà avviato nelle prossime settimane». L’accordo con il consorzio Gcap per il nuovo caccia tra Giappone, Regno Unito e Italia «è stato appena completato». «Tutto questo appartiene al futuro. E a marzo», ha detto Cingolani agli analisti, «vedrete come sarà sviluppato nell’aggiornamento del piano. Pensiamo a investimenti selezionati per la crescita futura, solida e di lunga durata in aree che sono cruciali per la visione di interoperabilità multi-dominio presentata lo scorso anno».

Perché la spesa per la Difesa aumenterà

Ma soprattutto, ci si muove in uno scenario con alta probabilità di budget più alti per la Difesa, al 2% del Pil.

Per il manager «l’Italia aumenterà sicuramente la spesa, soprattutto perché ora l’Europa sembra aver accettato l’idea che l’investimento extra per la difesa non sarà incluso nel Patto di Stabilità, quindi non farà parte del debito nazionale. Questo significa molta più libertà per investire, e non si tratta solo dell’Italia, ma dell’intera Europa». Maggiore sarà l’investimento a livello europeo, è il ragionamento di Cingolani, «maggiore sarà la possibilità per Leonardo di crescere rapidamente e di vedere gli ordini produrre ricavi».

Buyback e cedola per Drs che crede in Trump

Dall’altra parte dell’oceano, intanto, anche la controllata Leonardo Drs conferma la sua buona salute e gioca d’anticipo sulla capogruppo: riacquisterà azioni proprie, anche se per un importo modesto di 75 milioni di dollari in due anni. Il buyback servirà a compensare l’effetto diluitivo delle azioni distribuite ai dipendenti. Non solo. Il riacquisto sarà accompagnato dalla decisione di «iniziare a pagare dividendi trimestrali in contanti».

Il 27 marzo 2025 sarà corrisposta una prima cedola di 0,09 dollari per azione, che moltiplicata per quattro porta a un dividendo annuale di 0,36 dollari.

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Anche Leonardo Drs ha pubblicato i conti 2024, dai quali emerge una crescita a doppia cifra degli ordini a oltre 4 miliardi di dollari (+ 16%) e dell’ebita a 325 milioni (+ 19%). Il management guarda con ottimismo alle scelte della presidenza Trump. «Ci aspettiamo che la necessità di testare e determinare le minacce globali continui a esercitare una pressione costante al rialzo sugli investimenti nella difesa degli Stati Uniti e degli alleati», ha spiegato il ceo Bill Lynn agli analisti. «La nuova amministrazione ha portato un’enfasi su velocità, innovazione, efficienza e tecnologia best-in-class. È evidente che Drs è ben posizionata su tutti questi temi». (riproduzione riservata)



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