L’orrore dei bambini straziati da Hamas non zittisca la sinistra

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Comincia con un intervento del presidente Emanuele Fiano la collaborazione di Sinistra per Israele con Huffpost

“Entrò non visto il gran Priamo, e standogli accanto
strinse fra le sue mani i ginocchi d’Achille”

Così ha inizio nell’Iliade il brano in cui Priamo, umiliandosi di fronte al nemico Achille, richiede il corpo del figlio Ettore, ricordando al nemico assassino suo padre, per intenerirlo, invocando pietà, per permettergli di riavere le spoglie del figlio amato e perduto da onorare. A quel Priamo ho pensato, immaginando il padre dei fratellini Bibas.

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La pietà per i morti, l’onore delle spoglie. Fondamenti di civiltà. Che sono apparsi perduti in questi giorni.

Così in queste ore, di tremendo spettacolo, di pornografia della morte inscenata da Hamas, di esibizione delle bare nere di bambini e della loro madre, anzi non la loro madre, come ultimo insulto, come stabilito dall’Istituto di medicina legale israeliana, ma di una sconosciuta, ad accompagnare i bambini, lì in quel circo di morte, dove a bambini palestinesi innocenti viene ordinato di assistere allo spettacolo dei bambini nemici uccisi e ostentati, pietà invece l’è morta. 

Non sarebbe potuta essere più scioccante la conclusione della prima fase della tregua tra Israele e Hamas; atroce conclusione di una guerra già atroce.

Sono giorni tremendi dunque, dove ogni speranza appare sepolta, dove l’odio devasta e la tregua appare una parentesi breve destinata a finire in un conflitto infinito.

Ma è ora, non può che essere ora, che chi ha nella mente un pensiero di pace, di progresso e giustizia, deve aggrapparsi a quel valori per costruire un percorso, un lavoro di incontro. 

È ora che vorrei sentire la voce possente della sinistra mondiale, che non sento, denunciare senza tregua la disumana ferocia di Hamas, il suo osceno spettacolo contrario alla civiltà. Vorrei sentire la sinistra dichiarare che non potrà essere Hamas protagonista del governo di Gaza e della pace, dopo che per mesi, legittimamente, il fronte progressista nel mondo ha denunciato le migliaia di vittime e la distruzione della guerra di Gaza e prima quelle del pogrom del 7 Ottobre.

Solo uno sguardo capace di individuare, in quella terra di sangue, che due diritti si scontrano, e non un diritto ed un torto, può dare un suo contributo alla pace, solo la capacità di informare ogni azione politica esterna, a questo equilibrio, può essere una vera protagonista di pace. 

Anche per questo, secondo me, il riconoscimento dello Stato di Palestina, prodotto non dallo sviluppo di una trattativa tra le parti in causa, ma come posizione unilaterale di uno Stato terzo vale sostanzialmente nulla nello sviluppo del conflitto, e anzi rende unicamente come simbolo identitario di chi lo approva, cioè vale per sé e non per gli sventurati di quella guerra, il che dovrebbe far riflettere, oggi, a maggior ragione, di fronte alla dimostrazione di forza e ferocia di Hamas, per ragionare, su quale significato assuma  confermare la formula, che io ancora oggi confermo, e a cui in molti da sempre ci appelliamo; due popoli due Stati. 

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In un mondo in cui una nuova destra, agguerritissima e miliardaria, populista, e dissacrante, sta galoppando dietro a Trump e Musk, quando anche forze che dovrebbero far parte dello schieramento progressista si distaccano dallo linea contro Putin e a favore dell’Ucraina, e mentre la sinistra mondiale appare in difficoltà estrema (democratici americani, Spd, sinistra riformista francese, sinistra israeliana solo per fare un esempio) chi come noi da anni si occupa di contribuire a realizzare condizioni di pace in Medio Oriente, da sinistra, ha forse acquisito uno sguardo diverso. Più lungo, più incline a riconoscere anche gli errori della propria parte oltre che a contrastare unicamente quelli della parte avversaria. 

L’organizzazione che presiedo, Sinistra per Israele, crede nel dovere di organizzare sempre occasioni e prese di posizioni che raccolgano insieme i due fronti, che li facciano parlare; è quanto abbiamo realizzato per primi dal 7 Ottobre 2023, nel nostro recente congresso, a cui hanno partecipato Yair Golan, segretario dei Democratici in Israele e Bernard Sabella rappresentante dell’ANP presso il Consiglio d’Europa.  

Bisogna far parlare le parti. Come la storia dimostra, solo questo può servire. 

Noi crediamo che la sinistra, le tante sinistre, se davvero vogliono, come noi vogliamo convintamente, che un giorno nasca lo Stato di Palestina accanto allo Stato di Israele, dovrebbero agire per costruire un dialogo, per esserci oggi e domani, a fianco degli uni e degli altri. Mai per dare l’impressione di riconoscere una parte sola. Per non trovarci mai più come Priamo ad invocare pietà per il corpo di suo figlio dopo che la tragedia si è già compiuta.



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