“Mi incateno ai cancelli della Regione”


Appena 3 giorni fa la conferenza stampa del Presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca. Tra mille squilli di tromba, con i risultati dei primi due anni di governo. E, ovviamente, con quello che, secondo il governatore, è il “fiore all’occhiello”, il settore che ha sempre voluto tenere stretto a sé, di cui non ha mai ceduto il controllo, neanche quando la lotta per le poltrone rischiava di far sciogliere il fragile collante che teneva unita la maggioranza: la sanità.

Ed ecco quindi i numeri sciorinati da Rocca, fatti passare per un trionfo. Come se nel Lazio finalmente i pazienti potessero stare tranquilli. E sperare di godere in un’assistenza sanitaria ottimale. E magari di veder arrivare un’ambulanza in tempi decenti se ne hanno bisogno, oppure di poter fare un esame specialistico prima che il loro malessere si trasformi in un viaggio di sola andata, da poter controllare magari tra due anni, sempre che ci arrivino.

I numeri di Rocca

Secondo i dati forniti dal Presidente della Regione, dal 1° gennaio 2025, il 95,7% delle visite è stato prenotato entro i tempi di garanzia previsti dalla legge. Un miglioramento significativo rispetto al passato, con una riduzione media dei tempi di attesa del 70%, passando da 31 giorni nel 2023 a soli 9 giorni nel 2025. In più, grazie al sistema informativo digitale le liste d’attesa chirurgiche sono state ridotte del 62,5% per le posizioni in lista d’attesa, passando da 125.231 a 46.992 in un anno.

Riguardo i tempi di gestione delle ambulanze, anche qui Rocca registra notevoli miglioramenti: nel 2024, il tempo totale di blocco giornaliero, secondo i dati illustrati in conferenza stampa, si è ridotto del 43,7%, migliorando l’efficienza dell’intera rete di emergenza-urgenza.

La realtà dei cittadini

Ma quello che raccontano i cittadini è ben altro. Giovedì scorso una nostra lettrice, una studentessa universitaria di Roma di 26 anni in preda a una violenta crisi respiratoria e con la febbre a 40, necessitava dell’intervento di un’ambulanza. Il suo fidanzato ha chiamato il 118 (tempi per parlare con l’operatore: 2,5 minuti). L’operatore, però, scusandosi, ha detto che non c’erano mezzi disponibili. E che per avere un intervento i tempi di attesa erano superiori a un’ora. O comunque molto lunghi. E non è certo l’unico caso.

Sono diversi i lettori che ci segnalano attese di 45 minuti e oltre per l’arrivo di un’ambulanza, anche in caso di incidente stradale. E non va meglio per le prenotazioni delle visite specialistiche.

Parla il medico (Presidente del Consiglio del centrodestra)

E mentre Rocca sciorina i numeri bellissimi (sembra quasi uno spot pubblicitario), ecco una voce che fa da contraltare. E che non viene dall’opposizione. In realtà dall’opposizione si sono levate un coro di voci, ma quelle erano prevedibili e scontate. Quindi non le prendiamo in considerazione. Ma ecco cosa scrive sul suo profilo Facebook il dottor Francesco Lamanna, che oltre a essere medico, ricopre il ruolo di Presidente del Consiglio Comunale a Pomezia, governo di Centrodestra con sindaco FdI Veronica Felici. Lui, Forza Italia, resta comunque un “dottore” e quindi dalla parte dei pazienti.

“Purtroppo non è una barzelletta… – scrive Lamanna riportando quello che un sua paziente gli ha riferito – “Dottore, al CUP mi hanno detto che per prenotare una colonscopia (paziente con pregresso tumore del colon) non è possibile quest’anno e non hanno ancora l’agenda del prossimo anno 2026: che devo fare?”. Risposta d’impeto: Lunedì ci andiamo incatenare ai cancelli della Regione Lazio e chiederemo di parlare con il Governatore Francesco Rocca e chiederemo a Lui“. Il lui scritto con la L maiuscola, non si sa se per errore o se per ossequio “alla Fantozzi”, verso colui che tutto può.

E quanto succede al paziente del dottor Lamanna non è certo un caso isolato: per fare una visita angiologica il primo appuntamento disponibile è a novembre (provato a prenotare ieri, 21 febbraio, per un paziente di 87 anni), mentre per una visita neurologica addirittura si scavalla l’anno e si finisce al 2026. Ovviamente intramoenia le porte si spalancano subito: gli appuntamenti si ottengono nel giro di pochi giorni.

Le bugie mascherate: analisi e visite “gratuite” fino ad agosto

Ma perché Rocca ha parlato di abbattimento dei tempi di attesa? Probabilmente ha fatto rifermento alla direttiva nazionale che prevede che, chiamando il CUP per una prenotazione, vengano proposte anche strutture come poliambulatori privati convenzionati per snellire le liste d’attesa. Ma non si tiene conto di un fattore fondamentale.

Ogni anno viene stabilito un budget, una cifra che ogni struttura ha a disposizione da parte della Regione Lazio per le prestazioni da erogare ai pazienti. I rimborsi verranno dati solo entro quella cifra e non oltre. Tutto ciò che eccede è a carico del cittadino. “Si dà comunque la priorità alle strutture pubbliche – spiega Matteo Saullo, titolare di un centro analisi – e questo fa sì che le liste di attesa non si siano per nulla accorciate. Il motivo per cui si preferisce dirottare il paziente verso le strutture pubbliche è che sono le uniche che garantiscono la gratuità delle prestazioni (o il solo pagamento del ticket) in qualsiasi periodo dell’anno, contrariamente ai centri privati”.

Budget abbassato ogni anno

Ci spiega meglio? “Il budget che ogni anno viene dato dovrebbe essere proporzionato al numero di pazienti, invece viene abbassato ogni anno, con la legge di bilancio. E così, a luglio ci ritroviamo ad aver finito i soldi che la Regione ci mette a disposizione. Ci sono poi strutture che ricevono maggiori fondi e riescono ad andare avanti magari per qualche settimana in più, ma solitamente questi sono i tempi per tutti. Questo comporta che i pazienti, da quel momento in poi, fino al 31 dicembre, dovranno pagare le prestazioni – analisi o visite specialistiche o esami diagnostici, di tasca loro – se vogliono farli nella struttura privata. Altrimenti devono ripiegare in quella pubblica, con tempi di attesa lunghissimi”.

Per cercare di abbattere i costi, il laboratorio privato prova a fare delle tariffe agevolate e “offerte speciali”, ma di certo non gratis o al costo del solo ticket. “Purtroppo ci sono delle analisi e degli esami che non vengono rimborsati”, spiega Saullo. E a rimetterci sono sempre i pazienti, in tempo o in denaro. O, peggio ancora, con la salute. Perché quando non hanno i soldi e non possono aspettare, muoiono. Ma per Rocca sono stati due anni fantastici…



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