L’assenza forzata potrà trasformarsi in una straordinaria occasione per il perfezionamento dei dettagli tecnici e fisici. Ecco tutte le tappe da compiere
Jannik Sinner è un animale da competizione, un agonista feroce che si esalta nella battaglia e trova nella partita la sublimazione perfetta dei sacrifici fatti in allenamento. Per un ragazzo che da dieci anni pianifica la sua ascesa ai vertici mondiali con meticolosità senza lasciare nulla di intentato, tre mesi senza agonismo (dal 9 febbraio al 4 maggio) possono rappresentare un periodo di grande affanno, soprattutto psicologico; ma la convinzione di tutti, mia compresa, è che l’assenza forzata determinata dal patteggiamento raggiunto con la Wada per il caso doping possa altresì trasformarsi in una straordinaria opportunità di perfezionamento dei dettagli tecnici e fisici che, fatto salvo probabilmente il primissimo periodo dopo il ritorno in campo a maggio, saranno in grado di proiettarlo anche verso il Grande Slam, seguendo alcune linee guida che dovrebbero consentirgli di tornare addirittura più forte, superando le insidie della squalifica iniziata il 9 febbraio (fino al 4 maggio).
fino al 28 febbraio
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Sinner sfrutti questi giorni immediatamente successivi alla sospensione per resettare completamente la testa dalla vicenda doping e rigenerare il fisico con il riposo. L’ombra pesante del caso Clostebol lo ha accompagnato per quasi un anno mettendogli una pressione inaudita, alla quale ha risposto giocando se possibile addirittura meglio di quando aveva la mente serena. Tuttavia è il momento di lasciarsi tutto alle spalle, prendersi del tempo per sé senza l’assillo della competizione, visto che non ci sono impegni impellenti, e lasciando la racchetta nell’armadio: due settimane di disintossicazione totale dal tennis, per poi ripartire con il cervello sgombro e focalizzato solo sul lavoro da fare da lì in avanti.
Dal 1° al 15 marzo
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Terminata la vacanza, non sarà comunque ancora arrivato il momento di riprendere in mano la racchetta, anche se immagino Sinner scalpitante e con la voglia di tornare in fretta al campo da gioco secondo le condizioni fissate dall’accordo con l’Agenzia antidoping mondiale. Jannik sfrutti le prime due settimane della ripresa dei lavori con un’attenzione mirata alla preparazione atletica, per ritrovare e ritemprare il tono muscolare e immagazzinare benzina per il resto della stagione, sfruttando l’intervallo della pausa per potenziare ulteriormente quegli aspetti della sua condizione atletica che nell’ultimo anno hanno già mostrato progressi fenomenali: penso al recupero tra una partita e l’altra, in particolare nei tornei dello Slam, o la migliorata mobilità laterale insieme al gioco di gambe. Lavori a secco concordati con il suo eccellente staff che rispettino l’equilibrio fin qui raggiunto e gli forniscano gli strumenti per essere ancor più performante attraverso gli obiettivi a lungo termine così ben fissati dal preparatore atletico Marco Panichi e il fisioterapista Badio.
15 marzo-13 aprile
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È forse il periodo più delicato, quello in cui Sinner potrà tornare ad allenarsi ma con i paletti fissati dall’accordo con la Wada, quindi senza altri giocatori tesserati e fuori dai circoli ufficiali. Una ripresa graduale del lavoro sul campo che sicuramente gli procurerà adrenalina e la soddisfazione di riprendere a fare ciò che gli piace di più, ma che dovrà essere gestita con oculatezza per evitare che diventi una stanca ripetizione di gesti sempre uguali a se stessi. Per questo sarebbe opportuno che Jannik cambiasse almeno tre volte la sede della preparazione, per sottrarsi alla monotonia e trovare stimoli continui dalle diverse condizioni ambientali. Da questo punto di vista, anche la scelta degli sparring dovrà privilegiare i cambiamenti piu che la continuità: gli allenamenti sono già piuttosto noiosi e senza lo sfogo delle partite rischiano di diventare opprimenti. Quanto alla superficie da scegliere, è evidente che Jannik debba subito dedicarsi alla terra, che lo accoglierà al rientro dalla squalifica: un mese che può diventare proficuo su un manto che digerisce con meno naturalezza del cemento e dell’erba. Con la ripresa dei lavori di campo, l’attenzione sarà riservata anche alla cura delle soluzioni tecniche, sia quelle già consolidate sia quelle su cui ha lavorato negli ultimi due anni: mi focalizzerei in particolare sul servizio, per non perdere la fluidità raggiunta e continuare a progredire nelle variazioni di traiettorie e nella percentuale di prime.
13 aprile-7 maggio
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Finalmente la luce, verrebbe da dire: il 13 aprile il più forte giocatore del mondo potrà ornare ad allenarsi senza più restrizioni, anche se non gli sarà ancora consentito giocare partite ufficiali fino al 7 maggio, giorno dell’inizio degli Internazionali d’Italia (la squalifica termina il 4 maggio a mezzanotte). Proprio per ridurre al massimo l’impatto con l’agonismo che ritroverà a Roma, l’intervallo tra la ripresa degli allenamenti “normali” e l’appuntamento del ritorno in campo dovrà essere dedicato a riprodurre ripetute volte situazioni di gioco il più vicine possibili a una partita vera. Significa cioè scegliere giocatori di alto livello con cui simulare match due set su tre come se si disputasse un torneo che tenga il punteggio: la carica agonistica non sarebbe quella di una partita da dentro o fuori, ma servirebbe ad avvicinare nel miglior modo possibile il giorno in cui si ritroverà di fronte un avversario.
7 maggio-25 maggio
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Con il rientro in campo l’attenzione sarà ovviamente focalizzata anche sul Roland Garros che inizia il 25 maggio, una settimana dopo la fine degli Internazionali. Purtroppo i tempi sono ristretti e non dipendono da Sinner: l’ideale infatti sarebbe giocare almeno 10 partite prima di Parigi per metabolizzare del tutto la terra, una quota pressoché impossibile da raggiungere, e perciò potremmo accontentarci di cinque. Un numero di match che se giocato a Roma lo porterebbe in semifinale, un risultato probabilmente insperato al momento, ma non c’è da stupirsi se al Foro facesse meno strada: in questo caso diventerebbe opportuno giocare ad Amburgo o a Ginevra la settimana prima dello Slam. Di certo, sarà un rientro pieno di incognite per la lunga sosta ma al tempo stesso elettrizzato da una grande voglia di riscatto. Il Roland Garros resta per lui il Major più complicato a prescindere, ma se dovesse passare indenne la prima settimana allora tutto sarebbe possibile. E se vincesse a Parigi, a quel punto il Grande Slam sarebbe più di un sogno: a Wimbledon ha giocato due semifinali nel 2022 e nel 2023 e agli Us Open è campione in carica. E poi, anche se la stagione è appena iniziata, gli Zverev e gli Alcaraz visti fin qui nel 2025 sembrano davvero lontani dalle vette di Jannik.
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