Operazione “Alba Chiara”, in udienza preliminare il giudice decide il rinvio a giudizio per tutti e 18 gli imputati coinvolti nell’indagine della Finanza
Era emersa a dicembre 2023 la maxi indagine della Guardia di Finanza di Formia, guidata dal tenente colonnello Luigi Galluccio che, nell’ambito dell’azione di contrasto all’evasione, all’elusione e alle frodi fiscali, aveva eseguito un decreto di sequestro preventivo di disponibilità finanziarie, beni mobili e immobili per un valore di oltre mezzo milione di euro in ragione di diversi reati fiscali ipotizzati a carico di numerose società residenti nel territorio del Sud Pontino. Il decreto era stato emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Cassino, Domenico Di Croce, su richiesta del sostituto procuratore Alfredo Mattei.
Sono comparsi davanti al giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Cassino, Claudio Marcopido, lo scorso 20 febbraio, i 18 indagati, tra cui personaggi coinvolti anche recentemente (a settembre scorso) in altre operazioni della Finanza, sempre per reati economici. Tra di loro Gianni Luglio, già vicino alla famiglia Bardellino e coinvolto in una indagine per frode e riciclaggio per bonus edilizi per la quale ha chiesto di patteggiare la pena.
Le investigazioni economico-finanziarie avevano permesso di raccogliere elementi investigativi in ordine ad un sistema fraudolento, perpetrato secondo i canoni della più tradizionale frode fiscale realizzata da società effettivamente operanti prevalentemente tra Formia, Castelforte, Santi Cosma e Damiano, Fondi e Monte San Biagio, che attraverso l’utilizzo di fatture false, emesse da 5 ditte (cosiddette “cartiere”) esistenti solo sulla “carta” e con sedi fittiziamente localizzate in varie città italiane, hanno fraudolentemente evaso l’imposta sul valore aggiunto.
Dalle risultanze dell’attività investigativa è emerso il preponderante ruolo rivestito da un commercialista formiano, 65 anni, Sergio Scipione, nel momento in cui si ha avuto evidenza di come la quasi totalità delle imprese coinvolte nell’utilizzo delle fatture false, come pure alcune di quelle che le hanno emesse, abbiano avuto legami a vario titolo con la predetta figura professionale, deputata sia alla tenuta delle scritture contabili che alla presentazione delle varie dichiarazioni.
È proprio partendo dall’analisi degli elementi di anomalia emergenti dai soggetti clienti di questo professionista, e dai successivi riscontri di polizia economico-finanziaria, che le Fiamme gialle hanno ricostruito l’articolato meccanismo di frode, basato sull’indicazione nelle dichiarazioni tributarie di elementi passivi fittizi, avvalendosi di fatture riferibili ad operazioni oggettivamente inesistenti, attestanti la grossolana e generica descrizione di prestazioni di servizi di marketing e consulenza ovvero di servizi di pubblicità mai realizzati e, soprattutto, “giustificati”, per la maggior parte, con ingenti pagamenti in contanti a cifre “tonde”.
Secondo l’ipotesi investigativa dei Finanzieri, la frode fiscale si articolerebbe su 5 ditte individuali, deputate all’emissione delle fatture false, talune aventi sedi fittizie in varie località italiane, ma tutte riconducibili a soggetti privi di organizzazione e capacità imprenditoriali, e 14 imprese realmente operanti nel settore edile, della ristorazione, del commercio al dettaglio e dei servizi, che hanno inserito nelle dichiarazioni fiscali tali documenti falsi per abbattere le imposte da versare al Fisco, il tutto anche grazie al contributo del consulente fiscale. Non a caso, le ditte individuali intestate a soggetti prestanomi sono divenute inattive dopo aver “assolto” il compito illecito.
Le indagini, compiute non solo con l’esame dei dati contabili e fiscali, ma anche con mirate e capillari indagini finanziarie, hanno consentito la ricostruzione di un’imposta a titolo di IVA, ritenuta fraudolentemente sottratta al Fisco, per circa mezzo milione di euro ed la denuncia all’Autorità Giudiziaria di 18 persone fisiche, tra titolari e rappresentanti legali delle società coinvolte, compreso il consulente fiscale, per i reati di “dichiarazione fraudolenta, emissione di fatture per operazioni inesistenti ed occultamento e distruzione di scritture contabili”.
Alla fine dell’udienza preliminare, il Gip Marcopido ha rinviato a giudizio tutti: Sergio Scipione, Gianni Luglio, Michele e Simone Nardella, Giovanna Grigolo, Maria Chiara Palumbo, Enrico Mignano, Jhon Manzi, Andrea Pappa, Mattia Cannavale, Pietro e Franco Ruggieri, Francesco Angelone, Anna Ferraro, Domenico Provenzale, Luigi Ruocco e Vincenzo Marrali. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Maurizio Suarato, Vincenzo Macari, Eugenia Ruocco, Pasquale Improta, Eleonora Rea, Pasquale Cardillo Cupo, Gianfranco Testa, Mattia Aprea, Patrizio Della Volpe e Marco Popolizio.
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