Umbria Jazz: Pagnotta chiude la porta a Terni. Bandecchi: «Morto un Papa se ne fa un altro»


di Maria Luce Schillaci

Torna a galla, dopo anni, la ‘tensione’ fra Umbria Jazz e Terni, festival che peraltro ha mosso i primi passi nella Conca con grandi artisti internazionali, da Bill Evans a Miles Davis.

Ad inizio anni 2000, quando il sindaco di Terni era Paolo Raffaelli, il famoso festival internazionale del jazz venne stoppato dal patron Carlo Pagnotta in risposta a Terni in Jazz, evento che di fatto era in competizione con UJ. Ora ci risiamo. Pagnotta gela tutti e di nuovo blocca UJ a Terni.

Non lo vuole più fare dopo le recenti dichiarazioni dell’assessore comunale alla cultura Michela Bordoni, in riferimento alla gestione dei canoni idrici per l’organizzazione degli eventi. «I soldi sono dei ternani e devono sperderli come meglio credono – ha detto l’assessore-. Siamo costretti a dare ogni anno 180 mila euro a Umbria Jazz quando il direttore artistico Pagnotta ci dice che sono solo briciole per loro».

La notizia la riporta in prima battuta il quotidiano Il Messaggero in un articolo a firma di Sergio Capotosti. Pagnotta si è un po’ adirato: «Era già successo – ricorda – corsi e ricorsi storici. Noi non costringiamo nessuno a pagare niente. Non veniamo più a Terni. Se non siamo graditi, restiamo a casa e se lo facessero da soli», spiega ad umbriaOn.

Alla domanda se si tratti di una rottura definitiva, Pagnotta risponde: «Devo sentire la Fondazione UJ, ma non è la prima volta. Io ripeto le stesse cose: non comandiamo a casa degli altri, quei soldi se li prendessero e facessero quello che vogliono. Fine. C’è da parlare di budget, di location e di tante altre cose, lasciamo stare, non è il caso».

A quanto sembra, era già stato programmato un incontro con il nuovo presidente della Fondazione Carit, Emiliano Strinati, per parlare dei fondi che da tempo palazzo Montani Leoni stanzia per la kermesse musicale, ma a questo punto tutto salta in aria. Un vero peccato dopo l’altra pesante perdita culturale – e di indotto – per la città di Terni, vale a dire quella di Umbria Libri.

A replicare a Pagnotta è il sindaco di Terni, Stefano Bandecchi: «Morto un Papa, se ne fa un altro. Considerare 180 mila euro del Comune di Terni come una piccola parte di denaro non è affatto giusto, i cittadini pagano tasse alte, per noi sono soldi importanti, ci vuole il rispetto anche degli altri. Se lui avrà piacere di fare a Terni quello che ha fatto per anni si continuerà, altrimenti vuol dire che i ternani se lo faranno da soli. Se l’imprenditore si fa supportare da una politica sbagliata – aggiunge il primo cittadino – è un problema suo, per dire quelle cose in quel modo bisogna avere forza, evidentemente lui ha una sua idea».

Di recente colui che in passato aveva creato Terni in Jazz, ovvero Luciano Vanni, è venuto a Terni per la presentazione di un libro. Ora poi sta tornando ad animarsi, culturalmente parlando, il borgo di Collescipoli, luogo dove Vanni portò per un periodo il jazz con concerti ed eventi. Che sia una mossa del destino? Staremo a vedere. Da qui a settembre, mese per Terni di Umbria Jazz Weekend, tutto può cambiare.


«È con profondo rammarico che apprendiamo la notizia della cessazione dell’esperienza di Umbria Jazz a Terni. Questa decisione rappresenta un’ulteriore battuta d’arresto che colpisce e impoverisce la nostra città, privandola di un evento culturale di rilevanza internazionale», così in una nota il coordinamento provinciale di Forza Italia di Terni, a firma di Stefano Fatale. «Durante l’amministrazione guidata da Leonardo Latini – prosegue -, Forza Italia ha fortemente sostenuto e promosso la presenza di Umbria Jazz a Terni, riconoscendo in essa un’opportunità unica per valorizzare il nostro territorio e arricchire l’offerta culturale locale. La manifestazione ha contribuito in modo significativo a rendere Terni un punto di riferimento per gli appassionati di musica e cultura, attirando visitatori e generando un indotto economico positivo per la città. Siamo pertanto sconcertati dal modus operandi del primo cittadino. Da un lato, si impegna a ridurre le occupazioni di suolo pubblico e a eliminare ostacoli che potrebbero disincentivare nuovi residenti e aziende dall’insediarsi a Terni; dall’altro, con assoluta irresponsabilità e leggerezza, permette che un brand prestigioso come Umbria Jazz, conosciuto in tutto il mondo, abbandoni la nostra città». Questa scelta, prosegue Fatale, «non solo priva Terni di un evento di alto profilo culturale, ma danneggia anche l’immagine della città, compromettendo la sua attrattività turistica e culturale. Invece di valorizzare e potenziare manifestazioni di tale calibro, si assiste a una gestione miope che rischia di isolare ulteriormente la nostra comunità dal contesto culturale nazionale e internazionale». Forza Italia esprime la propria «preoccupazione per il futuro culturale ed economico di Terni e invita l’amministrazione comunale a rivedere le proprie scelte, adottando politiche che promuovano e sostengano eventi capaci di valorizzare il nostro territorio e di proiettarlo su scenari di rilievo. È fondamentale che Terni torni a essere protagonista nel panorama culturale, offrendo ai cittadini e ai visitatori occasioni di arricchimento e crescita. Per questo – conclude Forza Italia – continueremo a batterci affinché manifestazioni come Umbria Jazz trovino nella nostra città un terreno fertile e accogliente».



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