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Un bando a sostegno della transizione – Made

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Il Piano Transizione 5.0 prevede lo sviluppo di nuove competenze in azienda grazie alla formazione, che risulta essere un bene agevolabile. La formazione ha come finalità l’acquisizione di competenze rilevanti per la transizione energetica e digitale (Cyber security, Blockchain, Robotica avanzata). Questo avrà un impatto notevole anche sulle opportunità occupazionali per quei profili con capacità di visione trasversale e competenze gestionali, come project o energy manager. Inoltre viene riconosciuto un credito d’imposta alle imprese che effettuano nuovi investimenti in strutture produttive nel territorio italiano che aiuteranno a ridurre i consumi energetici. La certificazione Transizione 5.0 può essere rilasciata esclusivamente da esperti in gestione dell’energia, ingegneri iscritti all’albo sezioni A e B e periti industriali iscritti all’albo di competenza. «Il doversi interfacciare con un soggetto certificatore esterno – spiega Guido Sala, titolare dello studio di ingegneria Orama, Ege certificato e docente del Politecnico di Milano – così come il dover rendicontare nel tempo i risparmi energetici conseguiti, è sicuramente un forte stimolo per spingere le aziende ad acquisire internamente personale con competenze di questo tipo o, dualmente, far crescere le competenze professionali del personale interno».

Le figure professionali in rapida ascesa sono:

Sustainability manager: è responsabile di sviluppare e implementare strategie aziendali volte a ridurre l’impatto ambientale e promuovere la sostenibilità. Si occupa di monitorare il rispetto delle normative ambientali, ottimizzare l’uso delle risorse, e sensibilizzare i dipendenti verso pratiche più sostenibili, garantendo un equilibrio tra responsabilità sociale, ambientale e obiettivi economici.

Energy manager: gestisce l’efficienza energetica di un’organizzazione. Il suo ruolo include l’analisi dei consumi energetici, la pianificazione di interventi per ridurre sprechi e costi, e la transizione verso l’uso di fonti energetiche rinnovabili. È spesso coinvolto nella definizione di politiche energetiche aziendali e nel rispetto delle normative in materia di energia.

Project manager: coordina e supervisiona progetti dall’inizio alla fine, garantendo che vengano completati nei tempi, nel budget e secondo gli standard richiesti. Pianifica attività, gestisce risorse e team, monitora i progressi e risolve eventuali problemi, assicurandosi che gli obiettivi del progetto siano raggiunti con successo.

«La crescente difficoltà nel reperire professionisti con competenze altamente specializzate – precisa Gionata Aldeghi, manager e Industry Leader divisione Energy di Hunters Group – sta creando una forte competizione tra gli studi di ingegneria incaricati della pratica di certificazione per la Transizione 5.0. In questo contesto, gli studi si trovano impegnati in una vera e propria corsa per assicurarsi i profili professionali più qualificati e preparati, in grado di rispondere alle complesse esigenze di questa trasformazione tecnologica. Secondo il nostro Osservatorio, infatti, è cresciuta del 12% la richiesta di consulenti energetici e profili tecnici abilitati durante l’ultimo semestre del 2024».

Un bando per la transizione digitale ed energetica

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Made Competence Center Industria 4.0, il polo di eccellenza e trasferimento tecnologico per le imprese istituito nel 2019 dal ministero dello Sviluppo Economico a Milano, annuncia l’apertura del bando 2025. Con il rinnovo del finanziamento per le imprese attraverso la rete italiana dei Competence Center da parte del ministero delle Imprese e del Made in Italy, nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, Made 4.0 mette a disposizione una dotazione complessiva di 7,6 milioni di euro per sviluppare progetti di innovazione digitale e percorsi formativi di cui, le aziende italiane, potranno beneficiare nel corso dell’anno (e fino a esaurimento fondi).

Made Competence Center metterà a disposizione questi fondi tramite due strumenti. Il primo è il Catalogo dei Servizi di consulenza e formazione, finanziato con 2,2 milioni di euro destinati ad agevolazioni su progettualità e formazione sulle tematiche dell’Industria 4 e 5.0 quali intelligenza artificiale, cybersecurity e sostenibilità. Il secondo è un bando a sportello con dotazione di 5,4 milioni di euro per realizzare innovativi progetti di trasferimento tecnologico, con un tetto massimo di 200mila euro di finanziamento per progetto e 400mila euro per azienda.

Le imprese dovranno disegnare e sottoporre un progetto ad una commissione di valutatori che ne stabilirà l’ammissibilità ai fini del finanziamento. La modalità di valutazione, consolidata e apprezzata dalle imprese, sarà “first in first out”, ovvero ogni progetto sarà rapidamente valutato al momento della sua sottomissione. Non è prevista quindi una finestra di apertura del bando, ma rimarrà attivo fino ad esaurimento della dotazione. Le aziende potranno accedere ai servizi del Competence Center recuperando fino al 70% dei costi sostenuti per lo sviluppo del progetto (inclusa una parte dei costi interni a supporto del progetto).

Made 4.0, nel proprio ruolo di facilitatore del percorso di transizione digitale delle aziende, ha inoltre definito un accordo con un primario gruppo bancario per poter anticipare alle imprese la liquidità prevista per un progetto valutato e approvato: questa opportunità è già stata collaudata durante la precedente edizione del Bando, a favore di una decina di realtà.

Possono accedere ai fondi gestiti da Made Competence Center imprese di ogni dimensione, startup e Consorzi. Inoltre, è riservata una particolare attenzione alle pmi e alle realtà meridionali per incentivarne la partecipazione, attraverso punteggi premiali in fase di valutazione.

Made ha avuto inoltre una dotazione di 1,5 milioni di euro per potenziare le proprie infrastrutture attraverso la creazione di poli territoriali, finalizzati ad una maggiore vicinanza alle imprese.

Si consolida in questo modo l’offerta di Made per l’industria e la manifattura, rinnovando le opportunità e le risorse messe a disposizione nella “fabbrica digitale” di via Durando 10 a Milano, sede del Competence Center dove sono ospitati oltre 100 dimostratori tecnologici e ogni giorno attività di formazione, consulenza, divulgazione dedicate alle aziende nei loro percorsi di innovazione.

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

Maggiori informazioni su: www.made-cc.eu/it/introduzione-finanziamenti/.

Intesa-Confindustria, 200 miliardi di euro a sostegno delle imprese

Nuovo accordo quadriennale tra Intesa Sanpaolo e Confindustria per la crescita delle imprese italiane. Il programma congiunto siglato tra le due realtà mette a disposizione 200 miliardi di euro da qui al 2028 per dare nuovo slancio al sistema produttivo nazionale, cogliere le opportunità di strumenti come Transizione 5.0 e Intelligenza artificiale, integrando così le risorse già stanziate dalla banca per la realizzazione degli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. «È il Pnrr di Intesa Sanpaolo per accompagnare il tessuto imprenditoriale del Paese nel realizzare obiettivi di crescita e competitività, investendo sul futuro e sulle sfide che ci attendono, con un modello di relazione virtuoso e costruttivo», sottolinea il ceo di Ca’ de Sass Carlo Messina. «Questo accordo rappresenta uno strumento essenziale a supporto della nostra visione di politica industriale di medio-lungo periodo», aggiunge il presidente di Confindustria Emanuele Orsini, che rileva anche come ci sia la necessità «di fare correre il nostro Paese» e per questo serve «un piano triennale di politica industriale».

Tornando all’accordo, questo consolida e rinnova la collaborazione avviata nel 2009 che, grazie a un volume di crediti erogati al sistema produttivo italiano pari a 450 miliardi di euro in 15 anni, ha contribuito a evolvere il rapporto tra banca e impresa accompagnando i bisogni delle pmi e delle industrie mature anche nelle fasi più complesse. Tale supporto è sato declinato in numerose iniziative congiunte che, anche grazie alle garanzie governative attivate nelle fasi critiche, hanno consentito di sostenere con nuovo credito decine di migliaia di imprese e prevalentemente le piccole e medie imprese che sono la struttura portante del made in Italy nel mondo.

Le novità dell’accordo riguardano in particolare i processi di trasformazione sostenibile in linea con il Piano Transizione 5.0, ma anche gli investimenti in nuovi modelli produttivi evoluti ad alto potenziale con particolare attenzione ad aerospazio, robotica, intelligenza artificiale e scienze della vita. Inoltre l’intesa punta sull’accelerazione della transizione sostenibile, l’economia circolare i processi innovativi ad alto contenuto tecnologico e all’abitare sostenibile.

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