Vaccinare contro COVID-19 anche giovani e bambini: una scelta scellerata

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La  decisione di vaccinare contro COVID-19 anche a giovani, bambini è stata, a mio avviso, la scelta indubbiamente più assurda e preoccupante fatta nel corso della pandemia COVID 19 e su cui, fin dall’inizio, ho cercato di attirare l’attenzione.

Anche altri paesi presero una simile discutibile decisione, ma poi, ad esempio l’Olanda, chiese scusa per averlo fatto.

Come molte altre decisioni prese nel corso della pandemia, anche la decisione di vaccinare bambini e giovani fu presa non sulla base di solide prove scientifiche, ma anzi ignorando i pareri contrari e sotto l’influenza di conflitti di interesse.

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In Inghilterra, sul The Telegraph,  sono emerse clamorose rivelazioni  che testimoniano l’opacità con cui le autorità sanitarie hanno esteso ai più giovani la vaccinazione anti COVID-19.

Ad esempio il Royal College of General Practitioners (GP) (l’organismo professionale del Regno Unito che rappresenta 54.000 medici di base) non ha dichiarato i contributi ricevuti da Pfizer proprio nel periodo in cui sosteneva la vaccinazione anti COVID-19 ai bambini. Nello specifico nel 2021 Pfizer ha donato a GP 102.820 sterline britanniche (125.558 dollari al cambio attuale) attraverso “donazioni e sovvenzioni” e “benefici in natura”, il doppio delle 49.324 sterline (60.232 dollari) che Pfizer elargiva all’organizzazione nel 2020, rispetto alle sole 4.309 sterline (5.262 dollari) del 2019.

Ancor più singolare il fatto che, nel settembre 2021 – mentre le autorità sanitarie inglesi raccomandavano fortemente la vaccinazione anti COVID-19 ai ragazzi dai 12 ai 15 anni – il Comitato Congiunto per la Vaccinazione e l’Immunizzazione (JCVI),  l’organo ufficiale a ciò preposto –  consigliava esattamente il contrario. Grazie a una associazione di difesa della salute dei bambini UsForThem si sono ottenuti i verbali (poi condivisi con The Telegraph) delle riunioni svoltesi fra GP e i responsabili della salute pubblica. Dai verbali risulta che l’allora presidente del Royal College of GPs, il dottor Martin Marshall, affermava esistesse un “forte consenso” tra i medici a favore della vaccinazione dei bambini tra 12 e 15 anni e che l’organizzazione si era “consultata ampiamente“. Peccato che, benché fosse stato richiesto a tutti i partecipanti di rivelare i propri conflitti di interesse, nessuno l’avesse fatto, nonostante Pfizer fosse all’epoca l’unico produttore di vaccino COVID-19 autorizzato per i bambini.

La fondatrice di UsForThem, Molly Kingsley, ha dichiarato a The Telegraph: “La decisione dell’autorità sanitaria di procedere con la vaccinazione dei bambini, nonostante il fatto che il JCVI avesse precedentemente rifiutato di autorizzare un lancio di massa, è stata una delle decisioni più controverse dal punto di vista etico, se non la più controversa dell’intera pandemia”.

Riportando questa vicenda Children Health Defense segnala come questa sia solo l’ultima di una lunga serie di conflitti di interesse che riguardano consulenti governativi, associazioni mediche, agenzie di sanità pubblica e Big Pharma. “Negli Stati Uniti le organizzazioni professionali, tra cui l’American College of Obstetricians and Gynecologists (ACOG), hanno preso 11 milioni di dollari daCDC per promuovere il vaccino COVID-19 come “sicuro ed efficace” per le donne incinte”.

Anche l’ associazione dei pediatri l‘American Academy of Pediatrics (AAP) incassa centinaia di migliaia di dollari all’anno direttamente dalle aziende che producono vaccini per l’infanzia e altri farmaci, secondo il suo sito web. Ad esempio, Moderna, che produce vaccini contro il COVID-19 e il virus respiratorio sinciziale l’RSVSanofi, che produce vaccini contro Hib B (Haemophilus influenzae tipo b), DPT (difterite, tetano, pertosse), meningococco e altri e Merck, che produce vaccini contro HPV (Human Papilloma Virus)MMR (morbillo, parotite, rosolia), varicella e altri donano ciascuno più di 50.000 dollari all’anno all’AAP.

E in Italia come siamo messi?

Credo che i genitori italiani – e non solo loro – avrebbero diritto di sapere come è la situazione nel nostro paese e sarebbero ben felici di conoscere quanto e come medici e pediatri sono “ricompensati” economicamente se raggiungono quote elevate di vaccinazioni fra i loro pazienti: quanto incide questo sul pressante invito a vaccinare bambini e adulti costantemente ricevuto?

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La salute dei bambini – già da quando sono nel grembo materno – è quanto di più importante una società dovrebbe avere a cuore e chiedere assoluta trasparenza ed assenza di conflitti di interesse in chi è deputato alla loro protezione  è il “minimo sindacale” che abbiamo il diritto di pretendere.  

Il cambio di passo legato alla presenza di Robert Kennedy jr. ai vertici della sanità statunitense rappresenta una occasione da non perdere anche per il nostro paese per affrontare temi scottanti quali efficacia e sicurezza delle vaccinazioni pediatriche.

Aprire un franco confronto scientifico su questioni fino ad oggi “intoccabili” in quanto  ritenute “dogmaticamente” al di sopra di ogni sospetto, sarebbe, a mio avviso, una “rivoluzione” di non poco conto.



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