Genitori e cellulari: come gestire il rischio che i figli accedano a film o videogiochi per adulti

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di
Valentina Rorato

L’esempio in famiglia è il fattore determinante. L’uso precoce dei social e le restrizioni di tempo non sempre sono utili. Meglio non lasciare i ragazzi da soli e incoraggiare il dialogo

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A che età dare il telefono ai bambini? Quali filtri per la privacy impostare? Quanto tempo possono passare davanti a uno schermo? 
Sono tante le cose da sapere per un uso sicuro e consapevole dei device, ma la cosa più importante è sempre l’esempio che si dà. 

Un nuovo studio, pubblicato su BMC Pediatrics, sottolinea il ruolo cruciale che i genitori svolgono nel consumo dei media dei più giovani, non solo in termini di regole e concessioni, ma anche di modello: le mamme e i papà che usano spesso gli schermi hanno l’11% in più di probabilità che i loro figli consumino contenuti per adulti.





















































Usare i social prima del tempo 

Avere il telefono sempre in mano, guardarlo durante i pasti o prima di andare a letto: sono tutte attività frequenti per gli adulti, a cui ormai non si presta più neanche attenzione, perché fanno parte del vivere moderno. Così come spesso, il tablet e lo smartphone si trasformano in premi o babysitter a costo zero pur di intrattenere i bambini.

Secondo i ricercatori, però, il modo in cui gli adolescenti utilizzano i device dipende molto dal modo in cui li usano i genitori. La ricerca, che ha analizzato i dati di oltre 10mila bambini di età compresa tra 12 e 13 anni, provenienti dallo studio nazionale Adolescent Brain Cognitive Development (ABCD), il più grande lavoro a lungo termine sullo sviluppo del cervello negli Stati Uniti, rivela che circa due terzi dei preadolescenti (di età compresa tra 11 e 12 anni) ha un account social media, nonostante la maggior parte delle piattaforme richieda agli utenti di avere almeno 13 anni. Quale è il nocciolo della questione? Non è semplicemente eludere le regole che, già di per sé non è un messaggio educativo, ma l’esposizione non controllata a contenuti non adatti ai minori.

Film vietati ai minori e di videogiochi per adulti

«Dato che il consumo di film vietati ai minori e di videogiochi per adulti da parte degli adolescenti è stato collegato a scarsi risultati accademici, problemi di salute mentale, uso di sostanze e problemi comportamentali, questo studio rivela il ruolo fondamentale che i genitori svolgono nell’influenzare i modelli di utilizzo degli schermi dei bambini», racconta Kyle T. Ganson, professore associato della Factor-Inwentash Faculty of Social Work dell’Università di Toronto. «Ci auguriamo che le nostre scoperte diano potere ai genitori fornendo misure concrete che possano adottare per aiutare i loro ragazzi a sviluppare abitudini di fruizione degli schermi più sane».

Punizioni controproducenti 

Gli adolescenti che usano in libertà, magari chiusi nella loro cameretta, i device spesso sono esposti a contenuti inappropriati per l’età. 

L’uso di restrizioni sul tempo trascorso davanti allo schermo come punizione è collegato a probabilità maggiori del 6% di guardare film vietati ai minori e a probabilità maggiori del 12% di giocare a videogiochi per adulti. 
Tuttavia, offrire tempo davanti allo schermo come ricompensa è un’ottima strategia, perché si associa a tassi leggermente inferiori di visione di film vietati, mentre proibire completamente gli schermi aumenta l’esposizione, il che suggerisce che il modo in cui i genitori regolano il tempo è importante. E che il divieto assoluto può essere controproducente.

Pasti senza telefonino 

«I nostri risultati rafforzano l’importanza di stabilire regole chiare e coerenti sull’uso dei media», afferma Jason M. Nagata, professore associato di pediatria all’Università della California di San Francisco. «L’American Academy of Pediatrics raccomanda alle famiglie di creare un piano familiare per stabilire dei limiti e incoraggiare il tempo senza schermi, soprattutto durante i pasti e prima di andare a letto». 

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I pasti in famiglia, infatti, rappresentano un altro punto di contatto cruciale. La ricerca suggerisce che consentire gli schermi mentre si mangia potrebbe normalizzare l’uso dei media a tavola e ridurre le opportunità di conversazione e monitoraggio in famiglia. I pasti senza schermi, invece, potrebbero offrire preziose occasioni ai genitori per conoscere meglio i propri figli e informarsi sui loro interessi e sulle loro attività. Inoltre, gli esperti consigliano di non permettere ai ragazzi di navigare in cameretta da soli. Pare che sia il fattore di rischio più forte, associato al 44% di probabilità in più che gli adolescenti guardino film vietati ai minori e giochino a videogiochi per adulti.

22 febbraio 2025

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