Meloni e l’elogio del sovranismo occidentale

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Il sorriso a 36 denti è tanto fisso da autorizzare il sospetto che sia stato provato a lungo di fronte allo specchio. Il pubblico conservatore risponde quando la premier italiana tira l’applauso ma senza scaldarsi troppo. Il richiamo all’identità occidentale non funziona quanto quello alle radici americane: per quanto Giorgia Meloni si sforzi, nel suo quarto d’ora di intervento come al solito in ottimo inglese, non ce la fa a infiammarla davvero la platea del Cpac.

IL DISCORSO era largamente prevedibile e, soprattutto per l’Europa, la suspence era concentrata su un’unica domanda: la premier che è stata quasi più di ogni altro capo di governo nel vecchio Continente vicina all’Ucraina e al suo presidente oggi aborrito a Washington farà finta di niente o terrà il punto? Meloni ha tenuto tutto sommato botta, date le circostanze. Il passaggio sull’Ucraina è rapido ma inequivocabile. Parte da lontano, da una citazione di Pericle, «La felicità consiste nella libertà e la libertà dipende dal coraggio». Europei e americani sono figli di quel concetto, lo hanno dimostrato «fermando le invasioni» e «rovesciando dittatori». Ma lo hanno fatto anche «negli ultimi tre anni in Ucraina, dove un popolo orgoglioso combatte contro un’invasione ingiusta». Bisogna continuare per raggiungere la «pace giusta e duratura», formula dietro la quale si è trincerata l’intera Europa. Non a caso, del resto, Meloni è tornata sulla decisione di disertare il G7 “anti Putin” di lunedì prossimo. Ci sarà.

Non sono parole gradite per Trump, che infatti nel discorso finale non si spreca in ringraziamenti alla premier italiana, alla quale aveva pure riservato il posto d’onore facendola parlare subito prima della sua chiusura. Meloni però conclude con una astuzia dialettica e strappa l’applauso. Per la pace ci vuole un «leader forte» come Trump e «io so che con lui alla guida degli Usa non vedremo quello che è accaduto in Afghanistan quattro anni fa». È un goal a porta vuota. Attaccare Biden è una strada sicurissima per conquistare cuore e applausi del popolo di Trump, e poco male se l’allusione al disastro afghano è sfacciatamente tendenziosa e se col presidente debole, “Sleepy Joe”, la conservatrice di Roma si comportava come la nipotina preferita.

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PER IL RESTO il discorso ha un solo obiettivo: cercare di tenere unite le due sponde dell’Atlantico: «Non può esistere Occidente senza America, anzi direi Americhe pensando ai patrioti che si battono per la libertà in America centrale e nel Sud America. Allo stesso modo non può esistere Occidente senza Europa». Di nuovo Giorgia ricorre alla blandizie: «I nostri avversari si augurano che il presidente Trump si allontani da noi. Ma conoscendolo come un leader forte scommetto che verranno smentiti». Con le dita ben incrociate nella speranza che sia vero e certo la premier non ci giurerebbe.

MA SE L’OCCIDENTE è davvero una cosa sola, se la battaglia per la libertà, contro l’invasione dei migranti (e giù applausi ogni volta che viene citata) e contro l’odiatissima cultura woke è la stessa, com’è che Usa ed Europa non sono mai state così distanti? Semplice. Per colpa della sinistra che se non esistesse bisognerebbe inventarla come fonte di ogni danno e di qualunque male. La premier la bersaglia ogni volta che può ma il pezzo forte è lo schieramento senza ambiguità a fianco di Vance. In Europa il numero due della Casa Bianca ha parlato «in difesa dell’identità, della democrazia, della libertà di parola: del ruolo e della missione storica dell’Europa». Tanti «si sono indignati» mentre sono «idee di buon senso, condivise ormai dalla maggioranza dei cittadini in Europa. Sono concetti che io stessa ho espresso molte volte».

La conclusione è una chiamata alle armi in nome del MWGA, Make West Great Again: «La battaglia è dura ma la scelta è semplice: vogliamo assecondare il declino o combatterlo? Vogliamo che le nuove generazioni si vergognino delle proprie radici o che recuperino la consapevolezza e l’orgoglio di ciò che siamo?». Meloni ieri ha provato a cavalcare l’onda anomala dello scontro tra Usa e Ue senza sbilanciarsi. Se ci sia riuscita o se sia invece finita nella lista nera del presidente americano lo si capirà sin troppo presto.



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