Pensioni di marzo, importi più bassi? Come cambia l’assegno e il calendario dei pagamenti (in due date)

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A marzo cambiano gli importi delle pensioni. Arriva infatti lo stop ai conguagli fiscali relativi al 2024 e torna l’addizionale comunale in acconto per i debitori Irpef. Ci sarà inoltre l’incremento di 8 euro per le maggiorazioni sociali dei pensionati fragili. Nel cassetto previdenziale è già possibile andare a verificare come saranno costituiti – linea di massima – gli importi. L’accredito del prossimo mese – come avvenuto a febbraio avverrà in due date diverse – con due giorni di differenza – tra correntisti postali e correntisti bancari.

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I pagamenti

Come riportato dall’Inps nella circolare numero 23 del 28-01-2025, il giorno di disponibilità valuta sarà differente:

  • sabato 1° marzo 2025 per i titolari di conti correnti postali.
  • lunedì 3 marzo 2025 per i correntisti bancari.

Nella tabella che segue il calendario mensile dei pagamenti per l’anno 2025. Da aprile non ci saranno differenze di pagamento tra i pensionati e l’assegno arriverà il primo.

A maggio la pensione sarà accreditata il 2 (il primo è festa), a giugno il 3 (il primo è domenica, il 2 è festa) e da luglio a ottobre sempre il primo del mese. A novembre saranno pagati tutti il 3 (il primo è festa, il 2 è domenica) e a dicembre il primo del mese.

Gli importi con la rivalutazione del 2025

L’articolo 2 del decreto interministeriale 15 novembre 2024 ha previsto che la percentuale di variazione per il calcolo della perequazione delle pensioni per l’anno 2024 è determinata in misura pari a +0,8% dal 1° gennaio 2025, salvo conguaglio da effettuarsi in sede di perequazione per l’anno successivo.

Di seguito i valori provvisori del trattamento minimo del 2025. Si rammenta che l’importo del trattamento minimo viene preso a base anche per l’individuazione dei limiti di riconoscimento delle prestazioni collegate al reddito per il medesimo anno 2025.

Le percentuali

L’articolo 1, comma 478, della legge 27 dicembre 2019, n. 160, stabilisce che a decorrere dal 1° gennaio 2022 l’indice di rivalutazione automatica delle pensioni è applicato, secondo il meccanismo stabilito dall’articolo 34, comma 1, della legge 23 dicembre 1998, n. 448:

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a) nella misura del 100% per le fasce di importo dei trattamenti pensionistici fino a quattro volte il trattamento minimo;
b) nella misura del 90% per le fasce di importo dei trattamenti pensionistici comprese tra quattro e cinque volte il trattamento minimo;
c) nella misura del 75% per le fasce di importo dei trattamenti pensionistici superiori a cinque volte il trattamento minimo.

Di seguito la tabella delle fasce di importo dei trattamenti e le relative modalità di rivalutazione per l’anno 2025.

Le minime

Per le pensioni inferiori o pari al trattamento minimo dal primo gennaio 2025 c’ è un incremento del 2,2%, pari a 13,27 euro che porta gli assegni a 616,67 euro al mese.

L’Inps chiarisce che il trattamento minimo è fissato a 603,40 euro, grazie al recupero dell’inflazione pari allo 0,8%, salvo conguagli. L’Istituto ricorda che recupereranno lo 0,8% (il 100% dell’aumento dei prezzi) le pensioni pari o inferiori a quattro volte il trattamento minimo (quindi fino a 2.394,44 euro lordi al mese). Tra quattro e cinque volte il trattamento minimo si recupererà il 90% dell’inflazione, quindi lo 0,72%. Per le pensioni di importo superiore a cinque volte il trattamento minimo (2.993,06 euro lordi al mese) si recupererà il 75% dell’aumento dei prezzi quindi lo 0,60%.

I requisiti

L’ente previdenziale conferma che per l’anno 2025 l’età di accesso alla pensione di vecchiaia e all’assegno sociale è pari a 67 anni. Tale limite è stato applicato in sede di rinnovo alle fattispecie interessate.

Addizionali Irpef

Le addizionali all’IRPEF vengono trattenute in rate del medesimo importo, con le consuete modalità che si riepilogano di seguito:

addizionale regionale a saldo 2024: da gennaio 2025 a novembre 2025;
addizionale comunale a saldo 2024: da gennaio 2025 a novembre 2025;
addizionale comunale in acconto 2025: da marzo 2025 a novembre 2025.

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L’importo delle addizionali è determinato in funzione delle aliquote stabilite dalle Regioni e dai Comuni e comunicate entro la data in cui è stata effettuata la lavorazione di rinnovo. Qualora gli Enti territoriali deliberino modifiche alle aliquote, gli importi delle addizionali a saldo saranno rideterminati a partire dal mese di marzo 2025.





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