“…Non è il caso di tirar giù conclusioni affrettate: ma si pongono diversi interrogativi al riguardo della vicenda della petroliera Sajewell (bandiera maltese, armatore greco) a bordo della quale, – riporta Franco Astengo di AFV – venerdì scorso mentre si trovava nella rada Savona – Vado, sono avvenute esplosioni che la magistratura ipotizza potrebbero essere conseguenza di atti terroristici”.
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- Ponente ligure: il modello militar-energetico
Si è così determinata una situazione che pone oggettivamente interrogativi assolutamente pressanti anche rispetto al modello di presunto sviluppo che si sta cercando di proporre all’intero Ponente Ligure: territorio che si vorrebbe piegare a un complesso di servitù di diverso tipo collocate però complessivamente sul terreno militar – energetico.
In un quadro che viene definito “nebbia da guerra” il “Corriere della Sera” pubblica oggi un ampio articolo firmato da Guido Olimpio e Andrea Pasqualetto: in quel testo si inserisce la vicenda della Sajewell in un intrigante contesto, la Sajewell potrebbe far parte di una presunta flotta fantasma russa messa in circolazione al fine di superare fraudolentemente le sanzioni conseguenti all’invasione dell’Ucraina e relativa guerra in corso.
Una vicenda che ovviamente la magistratura seguirà traendone le conseguenze che deriveranno dalle indagini: il fatto che tutto ciò sia avvenuto nella (tormentata) rada Savona – Vado non può però che stimolarci alcune osservazioni riguardanti il destino economico, produttivo, ambientale del Ponente Ligure.
Dopo aver chiuso la tragica vicenda del rapporto lavoro/ambiente che ha dilaniato per decenni la Val Bormida e il Vadese con una pressoché completa desertificazione industriale lasciando una striscia irrisolta di aree dismesse, non bonificate e non utilizzabili (questione sulla quale, tra l’altro, si è infranta l’idea priva di progetto dell’area industriale di crisi complessa) la prospettiva della striscia di terra che dal ponente genovese passa per l’area centrale della regione e arriva a sfiorare (stabilimento Piaggio di Villanova d’Albenga) la zona a più intensa densità turistica che va da Alassio a Ospedaletti sembra essere legata a una sorta di modello militar – energetico sulla cui prospettiva di realizzazione andrebbe aperto subito una discussione di fondo.
Una discussione che andrebbe anche estesa al tema infrastrutturale riguardante porti, strade, ferrovie sia sul nodo di Genova sia rispetto alle esigenze di uscita dall’isolamento e del rapporto con il Nord – Ovest da parte dell’area centrale (appunto Savona – Vado).
- Si riassume per comodità d’esposizione:
- “…acquisizione da parte del gruppo turco Baykar degli stabilimenti Piaggio di Sestri Ponente e di Villanova d’Albenga (circa 800 dipendenti) con sostanziale spostamento della produzione verso il militare (droni d’attacco, aerei senza pilota). Militare che si rivelerebbe come un vero e proprio “punto di missione”. Il Ministro Adolfo Urso, in visita in Turchia (paese direttamente impegnato sul piano militare in Siria e in Libia) ha ipotizzato anche la possibilità di collegamento tra Baykar e Leonardo che ha il suo centro direzionale proprio a Sestri Ponente;
- lo stesso ministro Urso ha ipotizzato la collocazione nella zona del ponente ligure di un reattore nucleare che lo stesso esponente di Fratelli d’Italia ha definito di avanzata tecnologia trattandolo quasi come se si trattasse di una sorta di accendino (forse lo stesso accendino cui Gelli attribuì la responsabilità della strage di Bologna del 1980);
- rimane in sospeso, con buona pace delle dimostrazioni di protesta e delle più o meno opportunistiche prese di posizione politica, lo spostamento di una nave rigassificatrice dal porto di Piombino alla rada di Savona – Vado (il problema potrebbe essere risolto da Trump decidendo di spostare le sanzioni rivolte verso la Russia dirigendole verso l’Europa e negando il passaggio del gas liquido dagli USA all’Europa). Al di là di ipotesi più o meno scherzose ci troviamo comunque anche rispetto alla vicenda del rigassificatore davanti a un’ulteriore possibilità di torsione negativa nella prospettiva economica dell’area con evidenti ricadute sul turismo e sull’utilizzo del territorio”.
“…Insomma un concentrato inquietante di fatti e di ipotesi (plausibili) che la vicenda delle esplosioni a bordo della petroliera Sajewell sicuramente hanno alimentato all’insegna dell’antico motto andreottiano “a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca”.
- Petroliera “Seacharme” arriva al porto di Savona: allerta alta…
https://youtu.be/V7JcQ3HazLc
https://www.youtube.com/watch?v=V7JcQ3HazLc
È alto il livello d’allerta a Savona dopo l’attentato alla petroliera Sajewell, ormeggiata dal 14 febbraio nel porto ligure, e l’arrivo della gemella Seacharme, con bandiera delle isole Marshall ma di proprietà dello stesso armatore greco. Le procure di Savona e dell’antimafia di Genova procedono per terrorismo, dopo la doppia esplosione che ha procurato uno squarcio di oltre un metro nello scafo della nave cisterna. Sotto la lente degli inquirenti altri tre episodi: in Libia, Turchia e nel Mar Baltico. La pista più accreditata, secondo chi indaga, è quella del sabotaggio.
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- La Russia ordina ispezioni subacquee nei porti dopo l’esplosione della petroliera
La Russia ha ordinato ai sommozzatori di ispezionare le navi nei suoi porti, come riportato in una lettera governativa visionata, dopo i presunti attacchi a quattro petroliere che hanno fatto tappa nei suoi porti nelle ultime settimane. Allo stesso tempo, la marina russa contribuirà a proteggere dalla minaccia dei droni e delle imbarcazioni senza pilota, ha affermato.
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- Tre petroliere nel Mediterraneo e un’altra nel Baltico russo sono state danneggiate da esplosioni avvenute nell’ultimo mese
Stando a fonti di trasporto marittimo e ai dati di tracciamento delle navi, tutti e quattro avevano fatto scalo di recente nei porti russi. Le cause degli incidenti restano poco chiare.
L’Italia ha avviato un’indagine per terrorismo dopo che due esplosioni hanno provocato un buco sotto la linea di galleggiamento della petroliera greca Sajewel mentre sabato era ancorata al largo del porto meridionale di Savona-Vado e scaricava petrolio.
La Russia, in una lettera emessa dal Ministero dei trasporti e dall’Agenzia federale per i trasporti marittimi e fluviali, ordina ai suoi porti marittimi di informare gli armatori che le navi dovranno essere ispezionate all’arrivo.
- Bombe su petroliere russe (Francesco Gianbertone – Corriere della Sera 21 febbraio 2025) – I 4 ostaggi morti. Bombe su petroliere. La Germania vota:
L’ordinanza del Ministero dei trasporti e dell’Agenzia federale russa ai suoi porti marittimi di informare gli armatori, tratta una misura necessaria per la “protezione antiterrorismo” sia per le navi che per le infrastrutture portuali, citando una “minaccia crescente” per le infrastrutture di trasporto e le navi che trasportano “merci pericolose e ad alto rischio”.
Oltre agli incidenti nel Mediterraneo, la petroliera Suezmax Koala il 10 febbraio 2025 si è arenata nel porto petrolifero russo di Ust-Luga dopo un’esplosione nella sala macchine all’inizio di questo mese ed ha costretto l’equipaggio ad abbandonare la nave. Le autorità avviano un’inchiesta per chiarire le cause e valutare i danni.
I sommozzatori e l’attrezzatura ispezioneranno le navi per rilevare “oggetti estranei ed esplosivi” sotto il livello dell’acqua, si legge nella lettera, del 14 febbraio. I sommozzatori saranno forniti dal Ministero della Difesa e dalla Guardia Nazionale, mentre le ispezioni saranno organizzate dall’impresa statale Rosmorport.
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Angelo Martinengo, AGW
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