So.Crem per le Querce di Mamre

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Prestito personale

Delibera veloce

 


Tempo di lettura: 2 minuti

Semplice, toccante, piena di contenuti. Così è stata la festa di inaugurazione del nuovo pulmino donato da So.Crem a Le Querce di Mamre, associazione di volontariato che si occupa di inclusione sociale e della ricerca del benessere per e con persone con disabilità. Un sodalizio che lavora soprattutto sul versante del “dopo di noi” e sulla ricerca dell’autonomia e dello “stare bene al mondo”. L’associazione si trova in Via Sirtori 32, in zona Quarto. Ed è qui che c’è stato il taglio del nastro. Proprio in via Sirtori si trova una delle due case accoglienza del progetto “Dopo di Noi”; l’altra si trova a Due Ponti in Val Trebbia. Presenti all’inaugurazione il presidente di Le Querce di Mamre Roberto Bottaro e quello di So.Crem Ivano Malcotti.

È stata l’occasione ideale per raccontare una storia: quella di un’associazione, le Querce di Mamre appunto, che nasce da un atto d’amore di alcuni genitori peri propri figli, nella consapevolezza che la loro fragilità potrà diventare un ostacolo insormontabile quando madri e padri non saranno più lì a dare una mano. Così i fondatori di Querce di Mamre, una delle prime associazioni della Liguria basate sulla finalità del “dopo di noi”, hanno iniziato a lavorare per costruire un futuro a cinque ragazzi speciali o – se volete – persone con disabilità. Era il 1992 e 33 anni dopo questo gruppo di ragazzi è molto cresciuto, i volontari hanno iniziato a dare il loro contributo e oggi, accanto ai fondatori, sono ben 72. L’associazione ha due case-famiglia, bellissime e ospitali: una ai Due Ponti in Val Trebbia, dove gli ospiti stanno soprattutto nella bella stagione, e l’altra a Quarto in via Sirtori, dove ieri c’è stata l’inaugurazione di un pullmino, donato da So.Crem.

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

«Servirà a portare i nostri ospiti da un posto all’altro, ma anche ad andare in vacanza, a fare la spesa. Insomma, sarà il nostro bus -racconta Roberto Bottaro, che è il responsabile dell’associazione che ha ottant’anni – siamo felici quando qualcuno ci dà una mano come ha fatto oggi So.Crem. Così quando le istituzioni ci stanno vicine. Ma il nostro orgoglio sono i volontari. Senza di loro non si potrebbe fare nulla».

Parole che confermano anche il valore aggiunto di So.Crem, ente che da oltre un secolo si occupa di utilizzare le sue risorse e le sue idee per aiutare chi ne ha bisogno.

«Siamo orgogliosi di quanto abbiamo fatto con questo semplice gesto di donare un pullmino. Questo deve fare riflettere sull’importanza della solidarietà e sul fatto che quest’ultima deve venire prima del guadagmo. Almeno nel nostro campo. Noi ci crediamo e siamo felici di essere diversi da chi pensa solo al fatturato»

commenta Ivano Malcotti, presidente di So.Crem.

“Querce di Mamre”, è diventata un sostegno e accompagnamento di persone con problemi esistenziali, depressione, crisi coniugali, lutto, solitudine; oltre che di portatori di disabilità. La base è il tema del Dopo di Noi, ma quelli delle Querce di Mamre sono partiti molti anni prima della legge 112 che prenderà questo nome. Sono stati un esempio seguito a livello nazionale. «Oggi il numero dei ragazzi disabili che si trovano nello stesso circuito sono un’altra quindicina, ma i numeri cambiano. Ci rivolgiamo in particolare al sostegno di persone adulte con disabilità intellettiva non grave, per la promozione della loro socializzazione e autonomia. Ma chiunque può chiedere aiuto e chiunque può dare una mano. Non siamo in competizioni con altre associazioni come la nostra e a Genova, fortunatamente, c’è ancora tanta gente che si preoccupa per gli altri».

Il gruppo base è formato da volontari, cattolici praticanti, che intendono perseguire finalità sociali, di solidarietà, di aggregazione e sostegno psicologico, utilizzando la casa in campagna e quella della città.

«L’obiettivo, oltre la socializzazione, è quella di dare periodi di sollievo alle famiglie, coinvolgendole in iniziative comuni – continua Bottaro – abbiamo giornate trascorse tutti insieme nella casa e negli spazi limitrofi, gite, feste di Natale e altre occasioni.  Io sono un semplice genitore, credo aver maturato ormai molti anni d’esperienza e cerco giorno dopo giorno di allargare ed approfondire la conoscenza dei diversi aspetti che coinvolgono la vita delle persone disabili e delle loro famiglie».  L’accompagnamento del proprio figlio è difficile da descrivere, in quanto sicuramente ognuno è un caso specifico, ma comuni sono spesso i tempi delle varie fasi che nella vita delle persone, delle famiglie si succedono. C’è sempre un presente problematico ed un “dopo” da costruire a partire dal momento della nascita, l’accettazione della disabilità, la ricerca della precoce ed intensiva riabilitazione, l’inserimento, scolastico, l’inserimento lavorativo, la formazione, il Centro diurno, il Centro residenziale, la Vita autonoma, il Dopo di Noi ….

Carlo Lepri diceva nel Suo libro “Si comincia a diventare grandi da piccoli”. Ho elencato tra le fasi quello della riabilitazione precoce. Oggi questo è un tema di grande conflitto. Di ricerca di soluzione. Solo nella ASL 3 sono circa 1200 i bimbi che sono in attesa del servizio del terapista. Abbiamo denunciato questa situazione già nel 2020, solo dall’inizio di questo anno -con i nuovi responsabili- si è cominciato a fornire una minima risposta a seguito di una mobilitazione di molte famiglie coinvolte e stanche di dover attendere anni prima di riuscire a vedere i propri figli trattati. Ieri abbiamo potuto ascoltare la dottoressa Sara Pignatelli che ha assunto recentemente la direzione di questo servizio per la ASL 3 per portare avanti un compito davvero non facile.

Personalmente ho stima per Lei e mi auguro quindi che per molte delle famiglie coinvolte i tempi di attesa si riducano drasticamente in tempi ragionevoli. «Io sono convinto che oggi il genitore ha in molti casi, la capacità di assumere un ruolo, non più subalterno al tecnico, al professionista, all’esperto di turno e sia sempre meglio in grado di confrontarsi, di assumere un compito propositivo, capace di impegnarsi nel promuovere progettualità, anche innovative, lasciando da parte quel ruolo vittimistico o quello esclusivamente rivendicativo»- conclude Bottaro

Conto e carta

difficile da pignorare

 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link