Afd esulta: ‘Risultato storico, pronti a governare’ – Notizie

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“È un risultato storico”, esulta Alice Weidel quando i primi risultati delle elezioni tedesche proiettano Afd tra il 19 e il 20%, praticamente il doppio rispetto al 2021. Un tedesco su cinque ha votato per l’ultradestra, accusata di simpatie neonaziste. E la sua leader si scaglia ancora una volta contro la ‘Brandmauer’, il cordone sanitario che esclude Alternativa dalla stanza dei bottoni. Forte, stavolta, anche dell’appoggio dell’amministrazione Usa, con il vicepresidente JD Vance che alla conferenza di Monaco è andato a dire che in democrazia “non c’è spazio per i cordoni sanitari”.

Secondo Weidel, spauracchio di mezza Europa, da stasera più che mai, dati alla mano i tedeschi vogliono chiaramente una coalizione nero-azzurra, vale a dire tra i conservatori e Afd.
    Lei è molto chiara: “Siamo pronti a far parte del governo, le nostre mani sono sempre tese”. Ma allo stesso tempo non crede che la Cdu di Friedrich Merz accoglierà l’invito. Ecco perché Weidel guarda già oltre: se nei prossimi anni non si cambia politica, Afd “diventerà il più forte partito politico tedesco”.
    Da subito intanto “staneremo tutti gli altri, perché facciano una politica ragionevole per il nostro Paese”.

 

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A guardare il pelo nell’uovo, il risultato conferma quello che i sondaggi riportavano da tempo, ma non c’è stato un ulteriore scatto in avanti, come lei auspicava e quasi tutti gli altri temevano. Forse per questo Weidel ha voluto lanciare anche un messaggio rassicurante ai suoi: “Volevano dimezzarci, invece abbiamo raddoppiato i voti. Non eravamo mai stati così forti al parlamento federale”. L’Afd è in effetti il secondo gruppo al Bundestag, il più forte partito di opposizione, quindi da regolamento il primo che prenderà la parola dopo il governo nelle discussioni parlamentari.
    Incassato il sostegno di Elon Musk (“Afd è l’ultima speranza per la Germania”), Alice Weidel è la leader più forte che il partito abbia mai avuto dalla sua fondazione nel 2013. Con questi numeri mette tutti a tacere e si emancipa dalla lista di ex capi che hanno lasciato o sono stati costretti a lasciare Alternative: Bernd Lucke, Frauke Petry, Joerg Meuthen. La scelta di radicalizzarsi per accontentare l’ala più estrema del partito ha indubbiamente pagato. Qualche tempo fa voleva cacciare Bjoern Hoecke, forse il più estremista di tutti, poi ci è venuta a patti e stasera anche lui era in prima fila, tra i primi a complimentarsi e ad abbracciarla.
Del resto, Weidel ne ha assunto negli ultimi anni alcuni tratti. Sull’immigrazione, ad esempio, quando ha ripetuto uno slogan tipico delle destre più estreme: la re-migrazione. Con il partito che ha persino stampato dei finti biglietti aerei per segnalare che, dopo le elezioni, avrebbe fatto sul serio. Ma anche sull’Europa: Afd è nata euroscettica e quando le chiedono cosa voglia fare con la moneta unica, Weidel risponde che l’euro è una moneta debole e “andrà comunque dismessa, perché una moneta da difendere non può essere una moneta”. L’altro leader, Tino Chrupalla, parla apertamente di un euro per i Paesi del Nord e uno per quelli del Sud Europa, lasciando esplicitamente intendere di vedere Italia e Grecia fuori dalla moneta unica.
    Sulla guerra in Ucraina Weidel gioisce per le posizioni dell’amministrazione americana: a suo avviso il conflitto non doveva nemmeno iniziare, sarebbe bastato venire a patti con Putin. Stasera Alice festeggia, a buon diritto. Il suo calcolo è che una nuova coalizione senza Afd non riuscirà a realizzare quella svolta di cui il Paese, secondo lei, ha bisogno. Anzi, è possibile che sia litigiosa proprio come l’ultima esperienza di governo a tre. Questo potrebbe far lievitare ancora i consensi per il suo partito. D’altro canto, proprio la radicalizzazione potrebbe essere il suo limite più grande per il futuro. Senza un minimo di pragmatismo, Weidel rischia di fare il pieno dei voti ma di avere solo diritto di tribuna al Bundestag. 
   

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