Buste paga, tra gli impiegati un giovane guadagna il 35,5% in meno di un Baby boomer

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di
Diana Cavalcoli

Il confronto si basa sulle retribuzioni lorde fisse annue (Rba). Partendo dagli operai si registra un gap del 17,6% mentre tra gli impiegati lo scarto tocca il 35,5%

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Il gap di retribuzione tra generazioni si conferma una costante in Italia. I risultati dell’indagine retributiva di Odm Consulting mettono in luce gli scostamenti retributivi tra le diverse generazioni di lavoratori. Con la Gen Z, i nati tra il 1995 e 2010, più penalizzata rispetto ai Babyboomer – i cosiddetti figli del boom economico nati tra 1946 e 1964. Lo scarto tra gli impiegati è     del 27,7% a parità di inquadramento. 

Il confronto si basa sulle retribuzioni lorde fisse annue (Rba). Partendo dagli operai si registra un gap del 17,6% mentre tra gli impiegati lo scarto tocca il 35,5%.  Nell’analisi si spiega che il «significativo gap retributivo tra i lavoratori di questa generazione e i Babyboomer va quindi considerato tenendo conto anche della notevole differenza di anni di esperienza». (Qui il calcolatore della giusta busta paga).




















































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Dirigenti e quadri

Tra i dirigenti si registra una media della Rba pari a 120.562 euro. Quella dei Babyboomer è superiore del 6,4%. Sotto la media si attesta quella di Gen X, i nati tra il 1961 e il 1979, (-0,5%) e i millennial, nati  tra gli anni Ottanta e i primi anni Novanta (- 10,1%). Il pay gap tra la generazione più anziana e la più giovane è quindi  del 15,5%. Nel caso dei quadri, che in media guadagnano 63.631 euro, si collocano sopra della media le retribuzioni lorde fisse annue sia dei Babyboomer (+2,5%) sia della Gen X (+0,7%). Cinque punti percentuali sotto la media invece quella di lavoratori e lavoratrici della Gen Y. Per questa categoria di lavoratori il generational pay gap risulta il più basso al 7,3%. 

Per Miriam Quarti, senior consultant e responsabile dell’area Reward & Engagement di Odm Consulting: «Un fattore che contribuisce all’incremento del divario retributivo per questi due inquadramenti può essere ricondotto al fatto che la maggior parte dei lavoratori italiani vede l’intero proprio percorso professionale all’interno di questi inquadramenti. Questo genera un differenziale retributivo più marcato tra i lavoratori più giovani e quelli più anziani. Il mercato, per queste tipologie di inquadramento, riconosce e ricompensa la maggiore expertise sul ruolo collegandola alla seniority aziendale e agli anni di esperienza” commenta 

Il nodo della specializzazione

Nell’analisi si sottolinea poi come per impiegati e operai appartenenti alla Gen Z, al crescere della dimensione dell’organizzazione, cresce la retribuzione. Si legge: «Le retribuzioni degli impiegati all’ingresso nel mondo del lavoro variano in base all’indirizzo di laurea. I laureati in ingegneria registrano una Rba più elevata rispetto a quelli in discipline scientifico-economiche e umanistiche, e anche la crescita retributiva è più rapida».

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