«Trieste ha dato tutto quello che poteva dare». Fratelli d’Italia dà battaglia al nuovo centro che da questa sera aprirà le porte di via Udine 11 ai migranti in cerca di conforto. Il centrosinistra apre il fronte e prende posizioni durissime contro la «propaganda spudorata» del centrodestra, il vescovo Enrico Trevisi allontana le polemiche e invita alla preghiera.
La notizia di otto migranti intossicati dal monossido mentre occupavano i magazzini del Porto Vecchio è ancora sulla prima pagina dei giornali e il sindaco Roberto Dipiazza ne ha appena invocato lo sgombero quando i patrioti si riuniscono a convegno. «Trieste ha dato tutto quello che poteva dare, così come il rione attorno via Udine. La nostra posizione è chiara: noi siamo contrari», afferma senza mezzi termini il neo coordinatore comunale di partito Claudio Giacomelli, intransigente verso la “sala di attesa solidale” attrezzata da Caritas, Donk e Unhcr che aprirà i battenti dalle 19 di stasera.
I meloniani parlano all’elettorato e il riferimento è preciso. «Se il vescovo parla alle anime – afferma Giacomelli – noi ci rivolgiamo ai cittadini: pessimo segnale dire a chi vive tra via Udine e Sant’Anastasio che esiste un centro di accoglienza per persone irregolari e senza permesso di soggiorno». «A chi fa polemiche, a chi fa pettegolezzi, rispondiamo con la preghiera, insieme», si limita intanto a scrivere il presule, postando sui propri canali social un pensiero per Papa Francesco.
Enrico Trevisi infatti non si inserisce nello scontro. Ma il centrosinistra risponde al fuoco. «Imbarazzanti i difensori dell’identità cristiana, che attaccano il vescovo “colpevole” di seguire l’insegnamento del Vangelo anziché impugnare la spada delle Crociate», è durissima la deputata Pd Debora Serracchiani, che accusa di «incapacità comprovata» e «propaganda spudorata» e sottolinea come «l’insicurezza è cresciuta a livelli mai visti, ma il centrodestra non ha soluzioni». «Lo sgombero del Silos – dice la dem – ha spostato il problema, mancando di strutture di accoglienza: rifiutarsi di gestire il fenomeno significa volere per le strade gente disperata, e peggiorare la qualità della vita dei triestini, già esasperati».
«Paradossale l’atteggiamento di coloro che si ergono a paladini della libertà delle donne con il velo, salvo poi ignorarle quando giacciono per strada», sferza quindi la segretaria provinciale del Pd Maria Luisa Paglia. Il capogruppo di Punto Franco Paolo Altin giudica «vergognoso» l’attacco nei confronti del vescovo da parte del partito di «quella Meloni che urla alle folle di essere cristiana: Fratelli d’Italia – rilancia – pensi alla propria incapacità, piuttosto che criticare chi come la Diocesi si fa carico delle fragilità con concretezza».
«Da un lato la destra è responsabile dell’assenza di canali legali di accesso all’Italia, che crea marginalità e illegalità, dall’altro si scaglia in modo inaccettabile contro chi prova a dare risposte concrete», rincara il capogruppo di Adesso Trieste Riccardo Laterza, mentre Alessandra Richetti del M5s valuta amministrazione locale e governo «incapaci di gestire il problema: così, lasciano che siano società civile e volontariato a tamponare l’emergenza». «Non capisco come si possa essere contrari a un’iniziativa umanitaria che cerca di alleviare le sofferenze cui sono poste le persone che fuggono da miseria e violenze, per noi inimmaginabili», scrive la presidente di Fondazione Luchetta Daniela Schifani Corfini.
«C’è chi prova a offrire soluzioni e chi, pur governando, ha bisogno di nascondere i suoi fallimenti», critica Francesco Russo, rammentando come «quando il sindaco Dipiazza aveva trovato una soluzione in via Flavio Gioia, proprio Fratelli d’Italia – ricorda il vicepresidente del Consiglio regionale – si era opposto, creando così la situazione insostenibile che i triestini hanno potuto osservare in piazza Libertà».
L’attacco del dem è duro. «L’iniziativa di via Udine – rimarca Russo – nasce dall’urgenza di non lasciar morire di freddo le persone in strada. La Chiesa ha fatto il suo dovere e sia ora la politica a fare il suo punto, a partire dal centrodestra, che ha tutti gli strumenti di governo per intervenire. Ma non si provi a strumentalizzare il vescovo. Occuparsi dei disperati non è scelta ideologica: lo chiede il Vangelo». —
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