I primi 100 giorni del governo Prabowo, caratterizzato da quello che è stato definito un “governo grasso” (kabinet gemuk), hanno evidenziato una scarsa efficienza politica. L’unica misura di rilievo portata avanti è stata il programma dei pasti gratuiti (makanan gratis), che, come prevedibile, ha riscosso un successo limitato, prevalentemente sul piano propagandistico e mediatico. Nel frattempo, nelle strade di Jakarta, al grido di Indonesia Gelap “Indonesia nell’oscurità”, e di altre città indonesiane stanno assistendo a proteste studentesche contro il governo, in particolare contro alcune riforme che colpiscono direttamente diverse categorie sociali, inclusi gli studenti.
Per comprendere l’attuale scenario politico, è necessario fare un passo indietro. Durante la campagna elettorale, Prabowo ha adottato una strategia politica ibrida: pur mantenendo un’impronta nazional-populista, ha cercato di moderare il proprio approccio per attrarre la classe medio-bassa del paese. Il fulcro del suo programma elettorale è stato proprio il piano dei pasti gratuiti, presentato come una misura chiave per ridurre la povertà. Tuttavia, questa strategia si è configurata come una classica forma di redistribuzione assistenzialista, volta più a ottenere consenso immediato che a risolvere le radici strutturali della povertà.
Dal punto di vista politico-sociologico, il successo della propaganda basata sul sussidio alimentare riflette una vulnerabilità strutturale della società indonesiana. Con un tasso di povertà assoluta intorno all’8% e un’ampia fascia della popolazione che vive in condizioni di precarietà economica, la promessa di beni primari gratuiti rappresenta una scelta razionale per molti cittadini. Tuttavia, la portata limitata di questo intervento rivela la mancata considerazione delle profonde disparità regionali, mentre in alcune aree di Jawa, come Indramayu, Cirebon e Banyumas, la povertà si manifesta in forme di precarietà ed accesso al lavoro e all’educazione, nella parte orientale dell’Indonesia, la povertà assoluta si traduce in una difficoltà cronica di accesso ai beni primari e di consequenza anche al lavoro e all’educazione. Questa eterogeneità sociale e geografica non è stata adeguatamente integrata nel programma di Prabowo, evidenziando i limiti di un approccio uniforme a un problema profondamente diversificato.
L’inefficacia del programma makanan gratis è stata amplificata dalle misure economiche adottate per finanziarlo. Tra queste, la modifica della politica di vendita del gas liquefatto (LPG), in particolare quello in bombole da 3 kg, ha suscitato indignazione popolare. La percezione diffusa è che tali cambiamenti abbiano reso il gas meno accessibile alle famiglie a basso reddito, aumentando il peso finanziario per chi dipende da esso per cucinare e riscaldarsi. Parallelamente, i tagli al budget dell’istruzione e la rimozione delle indennità per gli insegnanti hanno aggravato il malcontento sociale, minacciando la qualità dell’educazione pubblica e rendendo più difficile l’accesso a un’istruzione di qualità per molti studenti.
Le principali rivendicazioni degli studenti, organizzati dal Badan Eksekutif Mahasiswa Seluruh Indonesia (BEM SI), Consiglio esecutivo degli studenti indonesiani, sono state richiedere al governo di riconsiderare e revocare i tagli al budget dell’istruzione, ripristinare le indennità per gli insegnanti per garantire la qualità dell’insegnamento, rivalutare la politica del gas LPG per renderlo nuovamente accessibile alle famiglie a basso reddito e promuovere una maggiore trasparenza e responsabilità nei processi decisionali del governo.
Le proteste riflettono un malcontento diffuso tra i giovani indonesiani, preoccupati per le conseguenze a lungo termine di queste politiche. La manifestazione non è stata solo una richiesta di cambiamenti immediati, ma anche una denuncia della crescente distanza tra il governo e le esigenze delle nuove generazioni. Di fronte alle manifestazioni, il governo ha riconosciuto le preoccupazioni degli studenti e ha promesso di rivedere alcune delle misure contestate. Tuttavia, resta da vedere se queste dichiarazioni si tradurranno in azioni concrete, poiché molti studenti rimangono scettici sulla reale volontà del governo di apportare cambiamenti sostanziali.
L’emergere delle proteste studentesche può essere interpretato come una reazione alla crescente percezione di esclusione politica. Il cosiddetto kabinet gemuk non rappresenta solo un ampliamento della burocrazia statale, ma anche una concentrazione del potere decisionale nelle mani di un’élite ristretta, in linea con il sistema capitalistico che caratterizza l’Indonesia contemporanea. In questo contesto, le riforme governative vengono percepite come strumenti di rafforzamento dell’oligarchia piuttosto che come interventi a favore delle fasce più vulnerabili della popolazione, alimentando così un clima di crescente disillusione sociale e conflitto generazionale. Qui bisogna poi comprendere che il contesto indonesiano offre un caso esemplare per analizzare come le dinamiche di classe e le scelte politiche si intersecano nel perpetuare le disuguaglianze sociali. L’importanza dell’analisi delle azioni individuali guidate dalla razionalità strumentale all’interno delle strutture economiche e sociali esistenti è evidente nel caso Indonesiano. In questo quadro, le decisioni del governo Prabowo possono essere interpretate come il risultato di una razionalità politica volta a massimizzare il consenso a breve termine piuttosto che affrontare le radici strutturali della povertà e delle disuguaglianze. Questo perchè l’implementazione del programma dei pasti gratuiti risponde a una logica di calcolo politico che mira a ottenere il supporto delle fasce più vulnerabili della popolazione attraverso interventi immediati e visibili. Tuttavia, questa scelta non altera i rapporti di produzione né redistribuisce in modo significativo le risorse economiche, limitandosi a mitigare temporaneamente gli effetti delle disuguaglianze senza intaccarne le cause profonde. In tal senso, il programma rappresenta una forma di assistenzialismo che consolida l’egemonia dell’élite politica ed economica, rafforzando il controllo sulle classi subalterne attraverso la dipendenza dai sussidi statali.
Parallelamente, le misure economiche adottate per finanziare il programma, come la riduzione delle sovvenzioni per il gas LPG e i tagli al budget dell’istruzione, evidenziano la razionalità economica del governo orientata a contenere la spesa pubblica e a preservare gli interessi dell’oligarchia economica. Tali decisioni riflettono la logica del capitale, che tende a privilegiare la massimizzazione del profitto e la stabilità macroeconomica a discapito del benessere delle classi lavoratrici. In questo contesto, le proteste studentesche rappresentano una manifestazione della crescente consapevolezza dei giovani riguardo ai limiti del modello di sviluppo attuale e alla necessità di un cambiamento strutturale.
Qui possiamo anche comprendere il ruolo dell’ideologia nel mantenimento dell’ordine sociale in Indonesia. La propaganda governativa che presenta il programma dei pasti gratuiti come una misura di giustizia sociale contribuisce a legittimare il sistema esistente, distogliendo l’attenzione dalle cause strutturali della povertà e dalle disuguaglianze generate dai rapporti di produzione capitalistici. Tuttavia, la crescente mobilitazione studentesca, e la critica da parte degli attivisti nella regione di Papua, una delle regioni con il tasso più alto di povertà nel paese, che ha criticato il governo di Prabowo affermando “Papua tidak perlu makanan gratis tapi sekolah gratis” (Papua non ha bisogno di pasti gratuiti ma di scuola gratuite) indica che questa narrazione sta perdendo efficacia, poiché un numero sempre maggiore di giovani riconosce la natura strumentale di tali interventi e rivendica politiche che affrontino le radici delle disuguaglianze.
Per concludere, l’attuale fase politica dell’Indonesia riflette le tensioni intrinseche a un sistema caratterizzato da sfruttamento, diseguanza e non equo accesso alle risorse, in cui il potere politico ed economico è concentrato nelle mani di un’élite ristretta e ben compatta. Il governo di Prabowo con le sue politiche siano guidate da una razionalità strumentale orientata al mantenimento del consenso e alla preservazione dell’ordine sociale esistente, piuttosto che alla trasformazione delle strutture economiche e sociali. Le proteste studentesche rappresentano una sfida a questo modello, segnalando l’emergere di una nuova coscienza politica che potrebbe aprire la strada a forme di mobilitazione capaci di mettere in discussione le fondamenta del sistema attuale.
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