Morto Gianni Pettenati, il cantante di «Bandiera gialla». La figlia: «Non eri solo quella canzone». La politica con la Lega e l’assegno per i «cittadini illustri»

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di
Roberta Bezzi

Nato a Piacenza, aveva 79 anni e viveva a Savona. La hit del 1966, la carriera musicale e la candidatura per il consiglio comunale di Albenga

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Resterà per sempre il cantante di «Bandiera gialla», canzone simbolo della musica leggera degli anni ’60: Gianni Pettenati è morto nella sua casa di Albenga (Savona) all’età di 79 anni. A darne notizia con un post sui social la figlia Maria Laura: «Nella propria casa, come voleva lui, con i suoi affetti vicino, con l’amore dei suoi figli Maria Laura, Samuela e Gianlorenzo e l’adorato gatto Cipria. Papà, non abbiamo mai smesso di amarti. Ti abbracciamo forte. Le esequie si terranno in forma strettamente privata».

Sempre sui social, il messaggio dell’altra figlia Samuela che ha ricordato il padre con queste parole: «Ti ho amato tantissimo, quanto abbiamo riso, quante serate a parlare… sei stato un papà “artista” nel vero senso. Sei stato un papà tenero e speciale. Nottate intere a parlare di musica. E adesso come farò… La gente ti ha amato, tu non eri solo bandiera gialla… ma molto di più… sono stata con te sentendo il tuo ultimo respiro. È terribile, ma io ero con te, vicino a te e non ti ho lasciato un secondo. Ti amo papà. Fai buon viaggio».




















































Le canzoni

Celebre cantante e critico, e anche autore di romanzi, testi italiani e libri sulla storia della musica leggera, Pettenati ha dedicato la sua vita alla musica. Nel 1967 ha partecipato al “Festival di Sanremo” con “La rivoluzione” e, l’anno successivo, con “La tramontana”, in coppia con Antoine. La sua presenza costante in manifestazioni musicali di rilievo, come “Un disco per l’estate” e il “Cantagiro”, ha consolidato la sua fama negli anni Sessanta e Settanta. Questa, in sintesi, la sua biografia che merita di essere ripercorsa passo passo. Nasce a Piacenza il 29 ottobre 1945, il suo vero nome di battesimo è in realtà Giovanni, ma per tutti è «Gianni». La passione per la musica è nel suo dna sin dalla più tenera età, tanto che già a sei anni vince un concorso canoro e a otto inizia gli studi musicali. Da ragazzino entra anche a far parte della filodrammatica comunale di Piacenza recitando il teatro di Pirandello. A vent’anni vince il “Festival di Bellaria”, poi si unisce agli Juniors. L’anno dopo, accompagnato dallo stesso gruppo, incide il suo primo 45 giri, una cover di “Like a Rolling Stone” di Bob Dylan, intitolata “Come una pietra che rotola”. 

Sanremo

Il 1966 è l’anno della svolta: Pettenati incide “Bandiera gialla”, la versione italiana di “The Pied Piper” del gruppo pop britannico Crispian St. Peters. Il brano, scritto da Alberto Testa, Nisa, Steve Duboff e Artie Kernfeld, ha segnato un’epoca di spensieratezza, diventando un inno generazionale dei tanti giovani di belle speranze che pensavano di cambiare il mondo. Queste le parole con cui è entrato per sempre nella storia della musica leggera italiana di quegli anni: «Sì, questa sera è festa grande, noi scendiamo in pista subito, e se vuoi divertirti vieni qua, ti terremo fra di noi e ballerai, finché vedrai, sventolar bandiera gialla, tu saprai che qui si balla, ed il tempo volerà». La canzone diventa presto un evergreen: come non ricordare poi il legame forte con la celebre trasmissione radiofonica, “Bandiera gialla”, in onda sul Secondo Programma Rai dal 1965 al 1970, condotta da due mostri sacri some Gianni Boncompagni e Renzo Arbore. E anche il film “I ragazzi di bandiera gialla” (1967) di Mariano Laurenti che vede la partecipazione, oltre che dello stesso Pettenati, di altri artisti di quegli anni tra cui Marisa Sannia, Patty Pravo, Rocky Roberts, Ricky Shayne, Lucio Dalla, The Primitives, Equipe 84 e Renato Zero. Nel 1967, Pettenati partecipa al Festival di Sanremo con il brano “La rivoluzione” e poi a “Un disco per l’estate” con “Io credo in te”, al “Cantagiro” con “Un cavallo nella testa” scritto da Paolo Conte e a “Scala reale” sul Canale Nazionale della Rai in squadra con il vincitore di quell’anno, Claudio Villa, e con Iva Zanicchi, battendo Gianni Morandi, Sandie Show e Dino. Va di nuovo a Sanremo nel 1968 dove, insieme con Antoine, entra nella finale del festival e si classifica quinto con “La tramontana”, pezzo molto fortunato che il cantante piacentino propone nei suoi concerti. Seguono altri successi, quali “Caldo caldo”, “Cin cin”, “I tuoi capricci” e collaborazioni con diversi autori della canzone italiana. 

Autore di libri e impegno politico

Critico musicale, è anche autore di diversi libri sulla storia della musica leggera italiana tra cui “Quelli eran giorni – 30 anni di canzoni italiane”, scritto insieme a Red Ronnie (Edizioni Ricordi), “Gli anni ‘60” in America”, “Mina come sono” e “Io Renato Zero”, tutti e tre per le Edizioni Virgilio, e “Alice se ne va” (Edizioni Asefi). Nel 2009 porta in scena il recital “Breve storia della canzone italiana raccontata a memoria” insieme a Delia Rimoldi, Raffaele Koheler, Maurizio Dosi e Luca Maciachini. Nel suo percorso, si segnala anche l’impegno politico: nel 2014 accetta di candidarsi a consigliere comunale di Albenga nella lista dell’allora Lega Nord, che sosteneva il sindaco uscente del centrodestra Rosy Guarnieri (ndr, le lezioni sono state poi vinte dal candidato di centrosinistra Giorgio Cangiano). Nel 2018 è stata concesso a Pettinati l’assegno vitalizio di 24mila euro annui in applicazione alla legge Bacchelli in favore di cittadini illustri con meriti in diversi campi. 

Il cordoglio social

Tanti i messaggi di cordoglio di amici e colleghi, tra chi ha voluto condividere un momento passato insieme sul palco o nella vita di tutti i giorni. «Gianni Pettenati non c’è più! Canterà il suo “Bandiera gialla” agli angeli! Ciao Gianni», ha scritto il cantante Maurizio Vandelli, storica voce del gruppo Equipe 84. A dedicargli un post anche il leader della Lega Matteo Salvini: «La tua Bandiera Gialla non smetterà mai di sventolare. Buon viaggio, indimenticabile Gianni Pettenati!»


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23 febbraio 2025 ( modifica il 23 febbraio 2025 | 21:53)

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