Olimpiadi 2026, a Cortina è caccia alle streghe per il tubo che ha bloccato il cantiere della pista da bob: cosa non torna sul “sabotaggio”

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Sabotaggio o incidente di cantiere? È alquanto incredibile quello che sta accadendo a Cortina d’Ampezzo, alla vigilia della visita dei funzionari del Cio che devono verificare se la pista da bob in costruzione possa essere utilizzata per la pre-omologazione, prevista fra un mese. Sulle Olimpiadi invernali 2026 si è scatenata una tempesta politica perfetta, innescata da un tubo per la refrigerazione che nella notte tra il 20 e il 21 febbraio ha bloccato una delle strade del cantiere. Al sabotaggio ha gridato subito l’amministratore delegato di Simico, Fabio Saldini, dando il via a una reazione a catena da parte di esponenti della maggioranza di governo. Tirati in ballo, gli ambientalisti inorridiscono, vista la loro indole pacifista. Intanto le indagini di carabinieri e polizia propendono più per un incidente o per una bravata, che per un atto deliberato in chiavi anti olimpica.

Le accuse dell’amministratore delegato
Saldini, ad di Simico, è stato subito perentorio: “Sabotaggio alla pista di bob, skeleton e slittino. Un tubo di refrigerazione è stato staccato e ritrovato in mezzo alla strada, bloccando la circolazione stradale e creando notevoli disagi ai lavori, anche in vista del sopralluogo del Cio del 24 febbraio. È un atto irrispettoso che mette in difficoltà chi lavora giorno e notte”. Poi ha rincarato: “Non c’è dubbio che si tratti di un atto doloso. Ogni tubo pesa 500 chili ed era stabilmente agganciato e fissato all’interno del cantiere”.

I punti oscuri
Il tubo è stato trovato sulla strada ben prima di mezzanotte del 20 febbraio, quando il cantiere era stato chiuso da alcune ore. Il pesante manufatto era accatastato con altri tubi e la prima domanda a cui rispondere è se si sia staccato da solo o se qualcuno lo abbia sganciato. Nel primo caso sarebbe un banale incidente di cantiere, nel secondo un atto voluto. La seconda domanda riguarda come sia finito nel tratto di strada, protetto da una parte da un muro e dall’altro dalla recinzione a ridosso della pista. Potrebbe essere stato fatto rotolare (ma non ci sono tracce di fango che lo confermino) o trascinato, fino a metterlo di traverso, per interrompere il traffico. Non è un’operazione facile, né fattibile per una sola persona. Il terzo interrogativo si riferisce alle tracce lasciate da qualche mezzo utilizzato per lo spostamento. Un testimone avrebbe notato nel tardo pomeriggio la presenza di un camioncino con tubi proprio in quella zona, ma si potrebbe trattare di un normale movimento di operai del cantiere. L’ultima domanda, in caso di atto deliberato, si riferisce al movente. Un avvertimento? Un messaggio di dissenso contro la pista? O magari soltanto una bravata?

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Sicurezza rafforzata
Il prefetto di Belluno ha riunito i vertici delle forze dell’ordine e i responsabili del cantiere. Hanno deciso di rafforzare le misure di sicurezza che sono affidate a privati e si avvalgono di telecamere nei punti di accesso e lungo il perimetro del cantiere. Proprio in quel punto non risultavano attivi mezzi di registrazione.

Centrodestra all’attacco
Il centrodestra non ha avuto dubbi: si tratta di un gesto “politico” contro la pista. Il ministro delle infrastrutture Matteo Salvini: “È un gesto vile e irresponsabile. Chi vuole sabotare le Olimpiadi colpisce il Paese davanti a tutto il mondo. Come per i delinquenti che assaltano il cantiere dell’Alta Velocità Torino-Lione, anche a Cortina sappiano che non l’avranno vinta. Lo Stato non si fa intimidire”. Il ministro dello sport Andrea Abodi: “Un gesto criminale commesso da soggetti che pensavano di determinare un danno all’Italia, perché le Olimpiadi rappresentano una grande opportunità che porrà la nostra Nazione al centro del mondo”. Il senatore bellunese di Fratelli d’Italia, Luca De Carlo: “Un gesto grave, pesante e pericoloso. La violenza dei ‘no-tutto’ però non vincerà”. Il presidente del veneto, Luca Zaia: “Un atto di inciviltà che manca di rispetto alle comunità che vedono nelle Olimpiadi un’occasione di crescita, orgoglio e sviluppo”. Il sindaco Gianluca Lorenzi: “Questo è terrorismo, un’azione fatta da delinquenti”.

Gli ambientalisti non ci stanno
La politica mette le etichette, ma gli ambientalisti replicano. Luigi Casanova, presidente onorario di Mountain Wilderness Italia: “Questo non è un metodo di azione dell’associazione e tanto meno degli ambientalisti. Abbiamo sempre avuto il massimo rispetto delle strutture che vengono realizzate, nonostante la nostra contrarietà”. Roberta de Zanna, consigliere comunale di minoranza a Cortina: “La frammentarietà delle informazioni non ha impedito di gridare al ‘sabotaggio’ scatenando la caccia al colpevole che è stato indicato nelle categorie degli ‘ambientalisti’, dei ‘no a tutto’, dei ‘nemici del progresso’. Se queste parole escono dalla bocca di un ministro e di un senatore che accusano apertamente di ‘odio e livore i no a tutto’, confondendo volutamente il sacrosanto diritto al dissenso con gli atti di violenza, allora si affossa il confronto democratico. Alla fine qualcuno dovrà chiedere scusa e assumersi le proprie responsabilità per procurato allarme”. Alberto Peruffo, esponente di Pfas.land: “Inviterei le forze dell’ordine ad indagare sulla pista del ‘de-pistaggio’ per giustificare i ritardi eloquenti del cantiere, in vista del sopralluogo del Cio”.

Giornalisti sotto tiro
Il sottosegretario Alessandro Morelli, leghista, ha parlato di “una gesto di boicottaggio ideologico, alimentato anche attraverso media, persino sui canali del servizio pubblico”. Gli ha replicato Alessandra Costante, segretario Fnsi, il sindacato dei giornalisti: “I media danno notizie, non ‘alimentano’ sabotatori. Un’informazione libera e indipendente dà voce a tutte le posizioni in campo e non nasconde le notizie”.



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