Tifosi ciechi a Italia-Francia: sentirsi in campo anche senza vedere

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Grazie al sistema di audiodescrizione digitale “Connect Me Too” i tifosi ciechi, ipovedenti e plurisidabili hanno potuto immergersi totalmente nell’atmosfera della partita dell’Olimpico con una radiocronaca iper descrittiva

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Era composto da quattro persone il gruppetto di tifosi ciechi, ipovedenti e pluridisabili visivi che domenica all’Olimpico ha potuto vivere l’atmosfera dello stadio e seguire passo dopo passo le azioni di Italia-Francia del Sei Nazioni. Esattamente, passo dopo passo, perché anche senza vedere, sono stati connessi al campo e alle azioni della partita da un sistema di audiodescrizione inclusiva che permette di far ascoltare una cronaca iper descrittiva, che non tralascia alcun dettaglio, per accendere il massimo del coinvolgimento anche in chi non può vedere, ma solo sentire quello che accade intorno. Certo, i motivi per esultare per gli azzurri sono stati ben pochi, visto che l’Italia è stata sepolta sotto una grandinata di 11 mete dei fenomeni francesi. Ma l’esperienza resterà per sempre nella memoria di Pietro, Fabrizio, Giordana e Stefania.

inclusività

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Che durante la partita si sono scaldati spesso, scambiandosi commenti, esultanze, arrabbiature. Da veri tifosi di rugby, si sono prima goduti l’atmosfera del villaggio, poi dall’inno nazionale, cantato in piedi, si sono immersi nel match. La radiocronaca, infatti, permetteva loro di entrare nei minimi dettagli di quello che accadeva sul campo e intorno: dal colore degli scarpini al taglio dei capelli dei giocatori, dai piccioni che stazionavano in area di meta agli striscioni e all’immancabile ‘ola’. Una audiodescrizione che li ha resi attivi e totalmente immersi nel contesto, il modo migliore per annullare (o quasi) una disabilità. Italia-Francia ha segnato così il debutto anche nel mondo del rugby di “Connect Me Too”, un sistema di audiodescrizione completamente digitale che si appoggia sulla rete 4G (o 5G) e fornisce una cronaca iper descrittiva realizzata da un professionista appositamente formato: prima dell’inizio della partita, già dotati ovviamente di cuffie o auricolari, si scarica l’app “Connect Me Too” dallo store (Apple Store o Play Store) e basta poi seguire le istruzioni. Ovviamente, trattandosi pur sempre di diritti di una radiocronaca, l’operatività passa per la collaborazioni tra gli organizzatore degli eventi e l’istituto che rappresenta il tifoso autorizzato a utilizzare l’app. Il sistema era stato già impiegato in altre occasioni sportive: dai club di calcio di Serie A e B (Milan, Inter, Juventus, Genoa, Lecce, Reggiana, Hellas Verona) e dalla nazionale azzurra, oltre che da squadre di basket (Pallacanestro Varese e Libertas Livorno). La scelta della Federazione italiana rugby di avvalersi di “Connect Me Too”, come spiega il presidente Andrea Duodo, “è volta al rendere la fruizione del Sei Nazioni Maschile sempre più accessibile, in coerenza con la nostra visione sempre più attenta all’inclusione ed alla sostenibilità”.

riscontri

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I riscontri arrivati a Tony D’Angelo, responsabile esecutivo del progetto “Connect Me Too”, sono stati positivi, come ci spiega lui stesso: “Io ero a casa e monitoravo da remoto, l’impressione è stata molto buona. Come mi ha confermato anche Francesco Cusati dell’UICI Milano, che mi ha fatto i complimenti per l’audiodescrittore Michele Cassano. Insomma, un buon esordio”. L’esperienza si ripeterà anche per Italia-Irlanda del 15 marzo. “Molti sport si sono avvicinati a noi leggendo i nostri comunicati, con il rugby si sono aggiunte anche delle piacevoli coincidenze. Proprio Cusati e l’istituto di Milano mi avevano manifestato un interesse e quando ho chiamato la federazione rugby ho scoperto che avevano già sul tavolo la nostra presentazione presa dal sito internet”. L’esordio è stato un successo, quindi, a dispetto del risultato in campo. L’augurio è che con l’Irlanda “Connect Me Too” possa portare all’Olimpico anche qualche tifoso in più e che il risultato sia un po’ meno pesante.

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