Cabina elettrica a Ferentillo, passeggiata di domenica «per la tutela del paesaggio»

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«Ci auguriamo che i diversi livelli di amministrazione ascoltino le numerose voci che si stanno levando contro quest’opera e collaborino per anteporre l’interesse ambientale a quello di sfruttamento economico della risorsa». Questo uno dei passaggi della lettera scritta dall’associazione Inter Valli, nata quasi 15 anni fa con l’obiettivo di promuovere e tutelare il territorio e le aree rurali nei pressi del Fiume Nera. L’opera in questione è la cabina Enel che sorgerà in località Il Piano, a ridosso della Greenway del Nera; l’Aps invita alla riflessione e al dialogo e intanto promuove un’iniziativa per sensibilizzare la cittadinanza alle tematiche del caso: domenica 2 marzo passeggiata a Ferentillo, partenza ore 14.00 da Piazza V. Emanuele, a Precetto, Ferentillo.

Cabina elettrica «Siamo consapevoli – mettono in chiaro – della necessità di fare cabine di derivazione in Umbria, e del fatto che l’infrastruttura elettrica richieda una revisione sistemica su tutto il territorio nazionale, anche in visione di una sempre maggiore installazione di sistemi di produzione da energie rinnovabili. Tuttavia, oltre ad avere forti perplessità riguardo la scelta del luogo in cui costruire la cabina, ciò che ci preme evidenziare è che l’intera zona della località ‘Il Piano’ a Ferentillo, avrebbe già dovuto essere stata inserita sotto strumenti di tutela ambientale e paesaggistica. Infatti, l’eterogeneità degli ambienti presenti nella Bassa Valnerina, e la loro buona conservazione, fanno di questa zona un’area di elevata importanza ecologica. Tuttavia, la sua fragilità, legata all’antropizzazione, impone una gestione attenta per mitigare eventuali impatti dannosi. La tutela di quest’area è essenziale per garantire la conservazione di specie e habitat rari, mantenendo l’equilibrio ecologico di un territorio unico nel suo genere, dove natura e uomo coesistono da migliaia di anni».

Tutela paesaggio «A conferma di tutto ciò c’è anche il sostegno della normativa europea e in parte di quella italiana, rispetto alle quali il progetto di costruzione della cabina elettrica in questione sembra presentare numerose criticità. Innanzitutto, la Direttiva Habitat (92/43/CEE) e Direttiva Uccelli (2009/147/CE): vincolano gli Stati membri dell’UE a proteggere le ZPS (Zone a Protezione Speciale) e i SIC (Siti di Interesse Comunitario). La questione del mancato coinvolgimento della cittadinanza è un’altra criticità rispetto a fonti normative vigenti, come la Convenzione di Arhus del 1998, la Direttiva 2003/35/CE, nonché il D. lgs. 152/2006 (Testo Unico Ambiente) a livello nazionale. Tramite queste la normativa comunitaria, nell’intento di tutelare la natura, incentiva la partecipazione, compresa quella di associazioni, organizzazioni e gruppi che promuovono la protezione dell’ambiente e l’educazione ambientale del pubblico».

«È per questo – dichiarano ancora dall’associazione – che crediamo che il coinvolgimento della cittadinanza, della società civile, delle associazioni e organizzazioni attive in ambito territoriale prima dell’approvazione di un’opera potenzialmente impattante come quella in questione sia fondamentale. L’area ha un’importanza strategica, dovuta al valore paesaggistico e alle numerose specie animali che trovano in questo luogo il loro habitat , le quali verrebbero influenzate negativamente dalla presenza della cabina. Altro elemento che crea numerose perplessità su questo progetto è la questione dell’esposizione al rischio idrogeologico. Volendo adottare uno sguardo più ampio e propositivo sulla questione – argomentano -, siamo del parere che l’autorità pubblica e la società civile tutta, debba cogliere l’occasione per adottare strumenti di tutela del bene comune ‘Valnerina’. Tale esigenza è stata portata all’attenzione dell’autorità locale anche in passato, ma purtroppo non si è riscontrata una sensibilità sufficiente sulla tematica. Non dimentichiamoci dei Regolamenti UE sui finanziamenti per la valorizzazione del territorio. Nel contesto specifico dell’Umbria, percorsi come la Greenway del Nera e la Via di Francesco hanno beneficiato di tali finanziamenti per sviluppare infrastrutture turistiche sostenibili e promuovere il patrimonio locale. Interventi che potrebbero compromettere l’integrità o l’attrattività di questi percorsi rischiano non solo di vanificare gli investimenti effettuati, ma anche di contravvenire agli obiettivi dei programmi europei che hanno finanziato tali progetti. È importante ricordare che l’evento in questione sarebbe potuto essere stato evitato a prescindere, se l’intera area della località ‘Il Piano’ avesse goduto dello status di ‘Parco’. È per questa ragione e per evitare che altri episodi come questi minaccino ancora la nostra terra, che invitiamo l’amministrazione pubblica e la società civile a lavorare affinchè vengano riconosciuti alla Valnerina ulteriori strumenti di tutela ambientale».

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