A breve il ddl Salva Milano dovrebbe approdare in Senato. Il Movimento 5 Stelle è contrario e il Pd forse presenterà degli emendamenti. Come vive questa attesa?
“Credo di aver fatto tutto ciò che era in mio potere fare. Torno a ribadirlo: c’è un’ambiguità nell’interpretazione delle norme che va sciolta, e questo va a favore di tutti i Comuni. Norme il cui caposaldo è costituito da una legge del 1942 (provate ad immaginare cos’era una città nel 1942…). Quello che chiediamo da oltre un anno è un parere, non una sanatoria come sostiene il Movimento 5 Stelle. Non so se il Pd intenda presentare emendamenti al testo. Al netto dell’eventuale contenuto, tornare alla Camera dilaterebbe ulteriormente i tempi. E, in tutta onestà, penso che si è già aspettato troppo e Milano ha già pagato abbastanza: il blocco delle pratiche dell’urbanistica comporta un grave danno alla città, alle imprese costruttrici e soprattutto ai cittadini che hanno investito i loro risparmi in case che non sappiamo se verranno mai costruite o rese agibili”.
Il suo delegato Gabrielli ha lasciato l’incarico. La sicurezza a Milano è una missione impossibile?
“A Milano, come in tutte le grandi città, la sicurezza è un tema su cui bisogna continuare a lavorare in modo risoluto e di concerto con tutte le forze deputate a garantire l’ordine pubblico in città. È facile bollare Milano come città insicura. In realtà, se vogliamo analizzare i trend, rispetto al 2010 oggi omicidi e furti in casa sono diminuiti; mentre sono cresciuti borseggi e rapine per strada. A questa situazione stiamo rispondendo con concretezza, grazie anche al prezioso contributo che ci ha fornito Franco Gabrielli. È in corso un importante piano di assunzioni nella Polizia Locale – puntiamo a raggiungere un organico di 3.350 agenti, il più alto mai raggiunto a Milano – e abbiamo avviato la riorganizzazione della PL, puntando su un progressivo aumento degli agenti in strada e con una presenza più continua nei quartieri”.
C’è un’altra emergenza in città, quella abitativa. Qual è la risposta dell’Amministrazione al caro affitti?
“In assenza di una strategia nazionale per la realizzazione di case a costi sostenibili (l’ultimo Piano Casa italiano, il Piano Fanfani, risale agli anni ‘60) il Comune ha deciso di approntare un suo piano straordinario, così da rispondere ai bisogni abitativi dei cittadini nella fascia di reddito tra 1.500 e 2.500 euro al mese che fanno fatica a sostenere i costi dell’abitare in città. Il piano, presentato nel mese d’ottobre scorso, porterà a un significativo aumento del numero di alloggi di Edilizia Residenziale Sociale, in locazione permanente, a canone calmierato. L’obiettivo è realizzare, con l’aiuto del settore privato, su 20 aree del Comune (300mila mq), entro i prossimi dieci anni 10mila nuovi alloggi a canoni di locazione che non superino gli 80 euro/mq anno. Il Piano prevede, inoltre, il recupero e la riqualificazione di alloggi ERP sfitti, attraverso il reperimento di risorse e grazie a una gestione più efficiente”.
Altro tema caldo è San Siro. A che punto è la trattativa con le squadre?
“Sono in corso ancora degli incontri tecnici. Nel giro di 15-20 giorni le squadre dovrebbero presentare il piano economico-finanziario rivisto. L’obiettivo è riuscire a cedere ai due team l’area e lo stadio entro l’estate”.
Proprio il Meazza ospiterà la cerimonia di apertura delle Olimpiadi invernali Milano Cortina 2026. Come procedono i lavori?
“Solo 10 anni fa di questi tempi Milano si preparava ad accogliere quello straordinario evento che è stato l’Expo 2015. Ora la città si trova in una situazione analoga, tra meno di un anno assisteremo ad alcune delle gare delle Olimpiadi invernali. Sul fronte degli impianti che ospiteranno le gare in città – l’Arena Santa Giulia, i padiglioni a Rho Fiera – e il villaggio olimpico a Porta Romana siamo in linea con i tempi. In questi ultimi 12 mesi dobbiamo lavorare molto al coinvolgimento della città: imprese e cittadini devono essere partecipi di questo grande evento che, come ha fatto Expo, rilancerà e rafforzerà la reputazione internazionale di Milano”.
Infine, guardando alla politica nazionale cosa pensa che si debba fare per battere la destra?
“Non è per niente facile, è chiaro. A destra la distanza fra chi è più vicino al centro e chi è più a destra non è siderale e, soprattutto, al momento delle elezioni i partiti trovano sempre una sintesi. A sinistra invece, come stiamo vedendo anche in questi giorni, ci sono modi di vedere la società e il posizionamento internazionale del nostro Paese molto, molto differenti. Penso sia sbagliato arrivare sotto elezioni per scogliere questi nodi. Meglio provare a farlo subito, anche sapendo che possono essere discussioni molto pericolose”.
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