Trasporto pubblico, salgono in carrozza 462,1 milioni

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È menzionando le ‘prodezze’ del calciatore nordirlandese George Best, considerato la massima espressione di genio e sregolatezza, che il consigliere di Stato Claudio Zali, alla testa del Dipartimento del territorio, entra nel merito della discussione sulla richiesta di stanziamento di un credito quadro di 462,1 milioni di franchi per il finanziamento delle prestazioni di trasporto pubblico per il quadriennio 2025-2028. «Sono famose alcune frasi di Best – esordisce infatti –, ne cito una: ‘Ho speso la maggior parte dei soldi che ho guadagnato per alcool, ragazze e fuoriserie. Il resto l’ho sperperato’. Questo – prosegue non senza un certo sarcasmo – mi permette di introdurre la discussione sul richiesto credito quadro per il trasporto pubblico, con l’importante precisazione che Best spendeva soldi da lui guadagnati e non denaro pubblico». Il credito quadro, approvato (58 favorevoli, 5 contrari, 7 astenuti) dopo un duro botta e risposta tra Zali e la correlatrice del rapporto di maggioranza della commissione parlamentare ‘Gestione e finanze’ Samantha Bourgoin (Verdi), ammonta appunto a 462,1 milioni di franchi, di cui 358,3 milioni a carico del Cantone e 103,8 milioni dei Comuni. Nodo della diatriba, se sostenere o meno i progetti di trasporto di prossimità su richiesta nelle zone periferiche, come chiesto da una mozione del settembre scorso depositata per il Ps da Maurizio Canetta.

‘Si individui una soluzione transitoria’

Ma andiamo con ordine. «Il mio atto parlamentare – spiega dunque Canetta – prendeva spunto dalla decisione del governo di stralciare il contributo al servizio di trasporto Verzasca Mobile e chiede in tal senso al Consiglio di Stato di tornare sui propri passi». Il motivo? «Questo progetto – afferma il socialista – ha innanzitutto avuto un buon esito. Ragione per cui è importante sostenere nelle zone periferiche progetti di questo tipo che, secondo modelli innovativi, vanno oltre alle classiche linee fisse». Per Canetta, «l’apporto cantonale risulta in tal senso decisivo. Non possiamo lasciare l’onere ai Comuni». Va da sé, rileva, «che è importante fissare dentro al credito stesso il sostegno a questo tipo di progetti».

Gli fa eco Bourgoin. «La commissione – dice – auspica che lo sviluppo dei servizi con corse in base alla domanda, caldeggiato da numerosi enti locali, non cada nel vuoto e che venga sostenuto senza indugio». E aggiunge: «A livello federale la base legale disciplina già queste corse. La legge prevede infatti un finanziamento federale, se questo viene sostenuto e proposto dal Cantone». Il trasporto on demand, sostiene la co-coordinatrice dei Verdi, «tocca una parte preziosa del nostro cantone, le valli laterali, che potrebbero fornire a medio termine una risorsa importante a tutto il territorio. Vale a dire quando dovremo decidere di sostituire linee intere o parziali, oppure ridurle a determinati orari o stagionalmente». In questo modo, continua Bourgoin, «se avremo approfondito e maturato l’esperienza delle corse su chiamata avremo competenze per migliorare e rendere più efficiente il nostro trasporto pubblico, come avviene già in altri cantoni». E mette in luce: «È necessario individuare una soluzione transitoria e semplice, trovando prioritariamente all’interno del presente credito quadro le disponibilità dei servizi competenti per il finanziamento ponte di Verzasca Mobile e per la messa a punto di simili progetti nelle altre zone periferiche».

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Botta e risposta

Zali però non ci sta e, dopo l’iniziale ‘captatio’ calcistica, affonda. «Sfogliando anche distrattamente il rapporto – rimprovera – non può sfuggire l’insistente presenza di quelli che vengono definiti oggi contenuti promozionali, o meno educatamente marchette, in favore del progetto Verzasca Mobile e di altri progetti simili, che al momento attuale nemmeno esistono». Non solo. «Più nello specifico, equivocando ad arte sul concetto di trasporto pubblico on demand, il rapporto chiede esplicitamente che nelle pieghe dell’immenso importo del credito quadro si trovino le briciole necessarie alla sopravvivenza del progetto e la nascita di iniziative analoghe. Dico equivocando – precisa il direttore del Dt –, perché il trasporto on demand può sì essere una forma alternativa di trasporto pubblico, laddove però non sia già presente il classico traffico di linea. Forma alternativa quindi e non cumulativa».

Dati alla mano, il consigliere di Stato snocciola quindi tutta una serie di circostanze. «È bene ricordare che, come è normale attendersi, in Valle Verzasca esiste un servizio di trasporto, la linea 321. Linea che per giunta funziona piuttosto bene. Sono in effetti garantiti tutti i giorni 14 collegamenti in tutte le direzioni, tra le 6 e le 22». E decreta: «Sia dunque chiaro che in presenza di questa linea, il Verzasca Mobile non può costituire trasporto pubblico. Non è infatti mai stato considerato e sostenuto come tale dal Cantone. Non stiamo insomma parlando di trasporto pubblico; questa e simili iniziative non possono e non devono essere finanziate con il credito oggi in discussione».

Torna però alla carica Bourgoin: «Di eccessivo in questa discussione c’è forse il carattere del nostro consigliere di Stato, che non ha permesso di andare a fondo degli atti parlamentari legati al trasporto pubblico, in quanto lo stesso rifiuta di rispondervi, in attesa che le commissioni evadano leggi competenti al suo Dipartimento». Per la verde, «la commissione ha capito benissimo la portata di quanto ha scritto e chiede al governo semplicemente di affrontare fino in fondo il tema trasporto on demand, certo, garantendo anche un finanziamento ponte per il Verzasca Mobile». Di più. «Amiamo avere dei trasporti pubblici con una frequenza aumentata, ci piange però il cuore a vedere dei bus che in certi orari sono semivuoti. È giusto continuare a promuovere l’offerta, ma ancora più importante è prepararsi a una sua flessibilizzazione, per andare a integrare stagionalmente l’offerta o negli orari in cui i grandi bus muovono semplicemente aria», conclude l’ecologista.

Para però i colpi Zali. «Il mio brutto carattere – ribatte – non c’entra nulla con la mia presa di posizione». E rivolgendosi alla correlatrice commenta: «Le avevo finora risparmiato la lezione di diritto, gliela faccio adesso. Su come si ordina il trasporto pubblico esiste una legge, che prevede una determinata procedura. Non si viene a fare il colpo di Stato in parlamento il giorno del credito. Non funziona così. Non ha detto una sola parola per confutare il fatto che questo servizio non è per nulla complementare al trasporto pubblico, funziona negli stessi orari. La linea della Valle Verzasca è ben servita ed efficiente».

Due gli emendamenti presentati in merito al credito quadro. Uno da parte del capogruppo dei Verdi Matteo Buzzi, bocciato, che chiedeva di “stanziare un ulteriore credito di 100 milioni per diminuire del 25% le tariffe dell’abbonamento Arcobaleno, come pure di tutte le carte giornaliere e delle carte per più corse”. Un altro, ritirato al netto della discussione, di Bourgoin inerente ai servizi con corse su domanda.



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