Dall’indagine Excelsior realizzata da Unioncamere in accordo con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, le previsioni occupazionali per il 2024 nelle province di Forlì-Cesena e Rimini delineano scenari complessi, caratterizzati da elevate difficoltà di reperimento di personale qualificato e da un mismatch tra domanda e offerta di lavoro. Il 51% delle posizioni aperte in Emilia-Romagna risulta di difficile copertura, una percentuale che riflette le sfide legate all’invecchiamento demografico, al calo delle nascite e alla carenza di competenze specifiche.
Commenta Roberto Albonetti, segretario generale della Camera di commercio della Romagna: “Dobbiamo raccogliere quindi forze e idee per rendere il lavoro sempre più inclusivo verso quelle fasce che ancora non riescono a esprimere al meglio il proprio potenziale, programmare i percorsi formativi verso i reali bisogni e innalzare la produttività del lavoro. È indispensabile attrarre giovani e talenti nelle imprese per dare slancio innovativo e permettere la circolazione delle competenze, accompagnandoli in organizzazioni aziendali multigenerazionali e aperte a nuovi modelli di welfare. Per approfondire questi temi e favorire il dialogo delle imprese con le istituzioni il prossimo 11 febbraio, a Rimini, si terrà l’incontro ‘Il Lavoro, tra inverno demografico e divario generazionale a cui parteciperà Vincenzo Colla, vicepresidente della Regione Emilia-Romagna e autorevoli rappresentanti istituzionali e della formazione.”
I fabbisogni delle imprese nel 2024 per la provincia di Forlì-Cesena
In Emilia-Romagna è atteso il 9% del fabbisogno nazionale, 475mila entrate previste con difficoltà di reperimento al 51%. All’interno della regione, il totale entrate previste annualmente riferito alla provincia di Forlì-Cesena è stabile e pari a oltre 43mila, cresce di un punto percentuale annualmente la quota di imprese che assumono, fino al 69% del totale (Italia 63%).
Si registrano però elevate difficoltà di reperimento in alcuni settori, nelle industrie di fabbricazione di macchinari e attrezzature 64%, costruzioni 63% e sanità/assistenza sociale private 58% (a livello nazionale le maggiori difficoltà nei settori turismo 79%, sanità 75%, logistica 74%).
Al 10% delle 43.390 richieste di persone è richiesto un titolo terziario di istruzione, laurea o ITS Academy; al 70% di istruzione secondaria, diploma o qualifica; per il 20% è sufficiente la scuola dell’obbligo (in Italia le percentuali si attestano al 14, 66 e 20% rispettivamente).
Le difficoltà di reperimento delle figure desiderate si registrano rispettivamente nei tre livelli di istruzione nel 58%, 50% e 45% dei casi, in media cresciute in un anno dal 47% al 50% in provincia. A livello nazionale la media è salita dal 45 al 48% (nei 3 livelli di istruzione dal più alto si attesta al 52%, 48% e 44%).
Il gap quantitativo (mancanza di candidati disponibili per l’inserimento in azienda) è rilevato nel 32,7% dei casi, qualitativo 12,5% (preparazione inadeguata posseduta dai candidati) e nel 4,4% delle difficoltà di ricerca per altri motivi non specificati dai rispondenti (in Italia la suddivisione registra il 31,2%, 13% e 4%).
In provincia, le 5 professioni più richieste, con la rispettiva percentuale di irreperibilità, sono:
- 7.420 esercenti e addetti nelle attività di ristorazione, 53%;
- 4.330 addetti alle vendite, 29%;
- 3.220 personale non qualificato nei servizi di pulizia, 45%;
- 2.730 personale non qualificato addetto a spostamento e consegna merci, 33%;
- 1.980 conduttori di veicoli a motore 55%.
Le competenze più richieste in una rosa di dieci sono: flessibilità e adattamento 95%, lavorare in gruppo 86% e lavorare in autonomia 81%.
I giovani sono desiderati per il 31% delle posizioni (30% in Italia), maggiormente nei servizi di alloggio/ristorazione e turistici al 40%, nel commercio al dettaglio per il 39% e nei servizi culturali/sportivi/alle persone 34%; i più difficili da reperire sono attrezzisti/operai/artigiani del legno 88% (irreperibilità), operai specializzati in rifiniture di costruzioni 80% e 72% operai specializzati in installazione e manutenzione di attrezzature elettriche/elettroniche.
Gli immigrati sono cercati nel 19% delle posizioni della provincia di Forlì-Cesena (20% Italia); il mismatch italiano è particolarmente frequente nei servizi operativi alle imprese e alle persone e in quelli collegati ai trasporti e alla logistica, dove copre circa un terzo delle entrate.
In termini assoluti è comunque il settore del turismo e della ristorazione che concentra il maggior numero di entrate di lavoratori stranieri.
I fabbisogni delle imprese nel 2024 per la provincia di Rimini
In Emilia-Romagna è atteso il 9% del fabbisogno nazionale, 475mila entrate previste con difficoltà di reperimento al 51%. All’interno della regione, il totale entrate previste annualmente riferito alla provincia di Rimini è in crescita a oltre 48mila, cresce di due punti percentuali la quota di imprese che assumono fino al 74% del totale (Italia 63%).
Si registrano però elevate difficoltà di reperimento in alcuni settori, nelle costruzioni 65% industrie metalmeccaniche ed elettroniche 64% e sanità e assistenza sociale private 61% (a livello nazionale le maggiori difficoltà nei settori turismo 79%, sanità 75%, logistica 74%).
All’8% delle 48.180 richieste di persone è richiesto un titolo terziario di istruzione, laurea o ITS Academy; al 69% di istruzione secondaria, diploma o qualifica; per il 23% è sufficiente la scuola dell’obbligo (in Italia le percentuali si attestano al 14, 66 e 20% rispettivamente).
Le difficoltà di reperimento delle figure desiderate si registrano rispettivamente nei tre livelli di istruzione nel 61%, 48% e 40% dei casi, in media cresciute in un anno dal 45 al 47% in provincia. A livello nazionale la media è salita dal 45 al 48% (nei 3 livelli di istruzione dal più alto si attesta al 52%, 48% e 44%).
Il gap quantitativo (mancanza di candidati disponibili per l’inserimento in azienda) è rilevato nel 32% dei casi, qualitativo 11,5% (preparazione inadeguata posseduta dai candidati) e nel 3,8% delle difficoltà di ricerca per altri motivi non specificati dai rispondenti (in Italia la suddivisione registra il 31,2%, 13% e 4%).
In provincia, le 5 professioni più richieste, con la rispettiva percentuale di irreperibilità sono:
- 14.980 esercenti e addetti nelle attività di ristorazione, 51%;
- 5.880 personale non qualificato nei servizi di pulizia, 38%;
- 4.340 addetti alle vendite, 30%;
- 2.000 addetti all’accoglienza/informazione della clientela, 38%;
- 1.780 personale non qualificato addetto a spostamento e consegna merci, 35%.
Le competenze più richieste in una rosa di dieci sono: flessibilità e adattamento 93%, lavorare in gruppo e in autonomia ciascuna con l’83%.
I giovani sono desiderati per il 29% delle posizioni (30% in Italia), maggiormente nel commercio al dettaglio/ingrosso e riparazione di autoveicoli a motore per il 38%, nelle industrie metalmeccaniche ed elettroniche 32% e nei servizi di alloggio/ristorazione e turistici al 32%.; i più difficili da reperire sono attrezzisti/operai/artigiani del legno 93% (irreperibilità), conduttori di veicoli a motore 82%, operai specializzati in rifiniture di costruzioni 79%.
Gli immigrati sono cercati nel 16% delle posizioni della provincia di Rimini (20% Italia); il mismatch italiano è particolarmente frequente nei servizi operativi alle imprese e alle persone e in quelli collegati ai trasporti e alla logistica, dove copre circa un terzo delle entrate.
In termini assoluti è comunque il settore del turismo e della ristorazione che concentra il maggior numero di entrate di lavoratori stranieri.
Per ulteriori informazioni: occupazione@romagna.camcom.it
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