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Continua il calo di consumo di vino in Italia e in Svizzera, come nel resto del mondo. La produzione scende, le superfici coltivate a vite diminuiscono. In questo difficile contesto l’Italia resta il primo produttore mondiale e il primo esportatore di vini. Cambiano anche le abitudini dei consumatori: bollicine e vino bianco soppiantano il rosso.
L’Italia è il primo paese produttore di vini al mondo con 38 milioni di ettolitri, ed è anche il principale esportatore mondiale (davanti a Spagna e Francia) con oltre 22 milioni di ettolitri nel 2023. Nella graduatoria dei consumi, l’Italia è terza (21,7 milioni di ettolitri) dietro a Stati Uniti (33,3) e Francia (24,4).
I numeri della Svizzera sono decisamente più modesti, con un consumo annuo di 2,6 milioni di ettolitri e una produzione di circa un milione di ettolitri di vino all’anno.
Breve quadro internazionale
Il commercio globale di vino, fa notare l’Istituto italiano di servizi per il mercato agroalimentare (ISMEACollegamento esterno), ha subito un calo nel 2023 confermando la tendenza decrescente iniziata nel 2017. In questa situazione al ribasso, i vini rossi fermi sono stati più colpiti rispetto agli spumanti e ai vini bianchi.
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A livello globale nel 2023 sono stati consumati 221 milioni di ettolitri, con una contrazione del 2% rispetto al 2022. Molti osservatori ritengono che il ciclo di sviluppo pluridecennale del settore del vino, avviatosi negli anni ’80 del secolo scorso, volga ormai al termine.
Superficie coltivate a vite in Italia
La superficie coltivata a vite in Italia continua ad erodersi. Dal 2000 c’è stata una diminuzione del 15%, passando da 792’440 ettari a 675’135 nel 2023.
L’evoluzione delle superfici vitate nelle singole regioni ha seguito percorsi diversi, con regioni che mostrano al 2023 una superficie superiore a quella di inizio secolo e altre che invece hanno visto la loro area diminuire sensibilmente.
Come si legge nel recentissimo rapporto redatto da ISMEA “Situazione congiunturale del settore vino in Italia nel 2024 ed esigenze rispetto alle traiettorie futureCollegamento esterno”, le regioni che hanno visto crescere la superficie vitata sono quelle del Nord Est: Friuli-Venezia Giulia, Veneto e Trentino-Alto Adige. In queste tre regioni la superficie coltivata a vite è cresciuta nel nuovo secolo del 37%. Questi territori, pur con caratteristiche strutturali molto diverse, hanno beneficiato del grande successo internazionale del Pinot Grigio e del Glera (vitigno del prosecco).
Le altre regioni hanno tutte perso superficie coltivata. Chi meno, sotto la media nazionale (15%), come Abruzzo, Toscana, Lombardia, Piemonte e Emilia-Romagna, e chi di più, tra il 15 e il 30%, come Sardegna, Sicilia, Puglia, Marche, Umbria e Valle d’Aosta.
C’è chi ha perso più del 30%: Liguria e Lazio (che hanno visto più che dimezzata la loro superficie dedicata alla produzione di vino nel nuovo millennio), Campania, Basilicata, Molise e Calabria.
Superficie coltivate a vite in Svizzera
In Svizzera la superficie coltivata a vite è restata stabile negli ultimi 10 anni. Nel 2014Collegamento esterno era di 14’835 ettari. Nel 2023, come informa l’Ufficio federale dell’agricoltura nel suo Rapporto agricolo 2024Collegamento esterno, la superficie viticola era di 14’569 ettari. Rispetto al 2022 è diminuita di 36 ettari (-0,3 %) in linea con le leggere perdite degli anni precedenti. Rispetto al 2014 la superficie è diminuita circa dell’1,8%.
I vitigni bianchi rappresentano il 44% dell’intera superficie viticola svizzera. Quella dei vitigni rossi ricopre il restante 56%. La proporzione tra i vitigni bianchi e quelli rossi è rimasta invariata rispetto al 2022.
Il Vallese resta il Cantone con la superficie viticola più estesa della Svizzera. Con un totale di 4’637 ettari nel 2023, rappresenta circa un terzo dei vigneti svizzeri. Seguono il Canton Vaud (3’779 ettari) e il Canton Ginevra (1’355 ettari). Nella Svizzera tedesca il Canton Zurigo registra la superficie viticola più estesa (605 ettari), seguono i Cantoni Sciaffusa (465 ettari) e Grigioni (421 ettari). Il Ticino vanta un’area vitata di 1’149 ettari.
Una curiosità sui vitigni autoctoni
L’Italia è il paese con il maggior numero di vitigni autoctoni: ben 545. Inoltre, il 75% della superficie vitata in Italia è distribuita tra oltre 80 vitigni differenti, numeri che certificano all’Italia il primato mondiale in termini di biodiversità. Solo per far un esempio, in Francia esistono 210 varietà diverse di vite, ma l’80% della produzione di vino è distribuita in sole 10 varietà.
L’uva più coltivata è il Sangiovese, quella per produrre, tra l’altro, Chianti e Brunello di Montalcino (67,6 ettari), seguito dal Glera, il vitigno del prosecco (38,9 ettari: negli ultimi 16 anni la sua superficie coltivata è aumentata del 223%) e dal Pinot Grigio, il vitigno principale dei vini bianchi fermi presente soprattutto nelle Venezie (32,3 ettari).
In Svizzera è il Pinot Nero la varietà più coltivata (3’702 ettari). Seguono lo Chasselas, il vitigno del Fendant vallesano (3’502 ettari) e il Merlot, coltivato soprattutto in Ticino, che si riconferma al terzo posto, con 1’221 ettari.
La produzione italiana di vino
La produzione degli ultimi dieci anni ha registrato un massimo di 55 milioni di ettolitri nel 2018 e un minimo proprio nel 2023 con 38 milioni di ettolitri. A influenzare i risultati produttivi sono soprattutto motivi legati ai cambiamenti climatici.
In dieci anni è cresciuta la produzione di vini bianchi rispetto ai rossi. In lenta crescita anche i rosati che hanno raggiunto una quota di circa il 3%.
La maggior produzione di bianchi è certamente influenzata dalla rapida crescita degli spumanti arrivati nel 2023, con oltre 7 milioni di ettolitri, a una quota del 18% della produzione nazionale.
Nel 2023 in Svizzera la produzione di vino ha raggiunto 1,01 milioni di ettolitri segnando un aumento di circa il 2% rispetto al 2022. Nella Svizzera romanda la crescita è stata quasi dell’1,5%, nella Svizzera tedesca quasi del 4%. Nella Svizzera italiana c’è stato un lieve calo (-1%), per una produzione di quasi 5 milioni di litri.
Importazioni ed esportazioni di vino
Italia e Svizzera vivono una realtà completamente diversa. L’Italia esporta buona parte della sua produzione all’estero, la Svizzera per contro importa.
L’esportazione di vini italiani nel 2023, pur avendo una leggera flessione, è risultata migliore rispetto al contesto globale: 21 milioni di ettolitri per un valore di circa 7,8 miliardi di euro. La buona tenuta dell’offerta internazionale del vino italiano rende l’Italia nel 2023 il primo esportatore in volume, davanti a Spagna (20,8) e Francia (12,7).
Particolarmente competitiva risulta l’offerta degli spumanti italiani, come confermato dal fatto che l’Italia si sta qualificando come primo esportatore nel mercato statunitense, superando la Francia, storicamente leader nel mercato degli spumanti.
La Svizzera per il suo fabbisogno di vini si rivolge in buona parte all’estero. In totale, nel 2023 sono stati importati in Svizzera 1,69 milioni di ettolitri di vino. Ciò equivale a un calo di 0,1 milioni di ettolitri rispetto al 2022.
Nel 2023 sono stati importati 1,03 milioni di ettolitri di vino rosso, 0,39 milioni di ettolitri di vino bianco e 0,24 milioni di ettolitri di bollicine.
Con un totale di 72 milioni di litri, l’Italia si riconferma al primo posto tra i Paesi esportatori di vino in Svizzera. Al secondo posto si piazza la Francia (38 milioni di litri di vino). Sullo scalino più basso del podio, con un totale di circa 30 milioni di litri, c’è la Spagna.
Un dato curioso: per quanto riguarda l’importazione in Svizzera di vini spumanti, la stragrande maggioranza arriva dall’Italia (64%), nettamente davanti al paese dello Champagne, la Francia, che rappresenta solo il 23% delle importazioni elvetiche.
Il consumo di vino in Italia
Il mercato italiano dal 2012 è tornato a stabilizzarsi sopra i 20 milioni di ettolitri per arrivare nel 2020 a 24 milioni e poi calare nuovamente dopo l’anno della pandemia e tornare nel 2023 leggermente al di sotto dei livelli pre-Covid. In Svizzera il consumo totale si è attestato a 2,36 milioni di ettolitri.
La ripartizione per colore in Italia ha virato decisamente in favore dei vini bianchi grazie soprattutto agli spumanti. Basti considerare che in soli dieci anni i bianchi in Italia hanno aumentato mediamente la propria quota di oltre 2 punti percentuali, sfiorando ora il 60%, a scapito dei vini rossi.
In Svizzera il consumo di vino bianco è stato pari a 0,85 milioni di ettolitri, quello di vino rosso a 1,51 milioni di ettolitri. Anche in Svizzera il calo rispetto al 2022 riguarda soprattutto i vini rossi (-1,9 %), mentre il consumo di vini bianchi è in crescita (+2%) come quello di vini spumanti (che è salito di circa il 7%). Il rosso resta però il colore del vino preferito in Svizzera.
Altri sviluppi
Altri sviluppi
In Svizzera è sempre più apprezzato il vino locale
Prospettive
ISMEA rende attento il settore: le preferenze dei consumatori si stanno spostando verso bevande diverse dal vino. Ad esempio, in Francia, la quota di mercato della birra è aumentata dal 15% al 25%, mentre la quota del vino è diminuita dal 49% al 41% tra il 2000 e il 2022. D’altra parte, il mercato del vino è cresciuto con i baby boomer, fa notare infine ISMEA, ma questa parte della popolazione si va riducendo in termini numerici. Ora il testimone deve passare a nuove generazioni, meno inclini al consumo di vino.
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