Mps ha lanciato un’Ops totalitaria su Mediobanca del valore di circa 13,3 miliardi. L’operazione mira a creare un nuovo campione nazionale con sinergie attese di circa 700 milioni l’anno e un’accelerazione nell’uso delle Dta per 1,2 miliardi. Sul piatto ci sono 15,992 euro per azione per un concambio di 2,3 titoli Mps per ogni azione Mediobanca, con un premio del 5.03%. L’assemblea di Rocca Salimbeni è convocata per il 17 aprile per deliberare sull’aumento di capitale necessario a completare l’operazione. L’Ops totalitaria volontaria di Mps valuta Piazzetta Cuccia 13,3 miliardi di euro e offre un premio del 5,03% sul prezzo di chiusura di Borsa di ieri e prevede che per ciascuna azione di piazzetta Cuccia portata in adesione all’offerta, Siena offrirà un corrispettivo unitario, non soggetto ad aggiustamenti, pari a 2,3 azioni ordinarie di Mps di nuova emissione. Pertanto, per ogni 10 azioni Mediobanca portate in adesione all’offerta saranno corrisposte 23 azioni ordinarie di Mps di nuova emissione. Sulla base del prezzo ufficiale delle azioni rilevato alla chiusura di ieri pari a 6,9531 euro, il corrispettivo esprime una valorizzazione pari a 15,992 euro per ciascuna azione Mediobanca e, pertanto, incorpora un premio pari al 5,03% rispetto al prezzo ufficiale delle azioni Mediobanca rilevato alla chiusura di ieri (pari a 15,2272 euro). Jp Morgan e Ubs sono gli advisor del monte nel deal.
L’acquisizione di Mediobanca permetterà a B.Mps di generare un ritorno sul capitale tangibile di circa il 14%, di avere un indicatore di solidità patrimoniale pro-forma di circa il 16% e di generare circa 700 milioni di sinergie ante imposte all’anno, di cui 300 milioni da ricavo, 300 milioni di costo e 100 milioni di funding. La transazione, precisa una nota, permetterà di beneficiare del valore delle Dta (attività fiscali differite) di Mps, facendo leva su una base imponibile consolidata più elevata. Il nuovo gruppo sarà in grado di accelerare l’utilizzo di 2,9 miliardi di euro di Dta nei prossimi sei anni, con 0,5 miliardi all’anno e un significativo beneficio di capitale. Il successo dell’offerta consentirà un’accelerazione nell’utilizzo delle imposte anticipate (Dta) detenute da Mps, con un effetto stimato per gli azionisti di Mediobanca aderenti all’offerta di 1,2 miliardi di valore attuale netto, per circa il 10% dell’attuale valore di mercato di Mediobanca.
Via al terzo campione nazionale
L’aggregazione tra B.Mps e Mediobanca darà vita a ‘un nuovo campione nazionale che si posizionerà tra i primi tre istituti in termini di totale attivi, impieghi alla clientela, raccolta diretta e total financial asset’. Il nuovo gruppo, spiega la nota del Monte, potrà contare sulle competenze distintive di Mediobanca nelle aree di Wealth Management, Corporate & Investment Banking e Consumer Finance e di Mps nei campi di Retail e Commercial Banking. In questo modo verrà rafforzata l’offerta globale di servizi, arricchita la base prodotti e migliorata la penetrazione di mercato. L’aggregazione consentirà inoltre di assumere un ruolo primario nell’attività dell’asset gathering attraverso la combinazione di Banca Widiba con Mediobanca Premier. Il gruppo risulterà rafforzato patrimonialmente, con un flusso diversificato di ricavi e una forte resilienza in grado di competere con successo nei diversi scenari. Mps ‘intende svolgere un ruolo attivo nello scenario di consolidamento in corso nel settore bancario italiano’.
Lovaglio: creiamo valore per banche e Paese
“Con questa operazione di natura industriale vogliamo segnare un nuovo approccio nel percorso di consolidamento del settore bancario che in maniera innovativa crea valore da subito sia per gli azionisti di Mps sia di Mediobanca, e ritengo anche per l’intero sistema Paese. Puntiamo a un nuovo campione nazionale, con due brand di eccellenza, che vogliamo proteggere e ancor più valorizzare. Un nuovo e moderno gruppo bancario altamente competitivo, leader in business specialistici chiave e con una forte solidità patrimoniale, che si pone l’obiettivo di svolgere in modo sempre più virtuoso il ruolo di sostegno a famiglie, imprese e comunità locali’, ha dichiarato Luigi Lovaglio, ad di B.Mps, aggiungendo che ‘insieme e a beneficio di tutti gli azionisti, abbiamo l’opportunità di creare un player con un modello di banca globale best-in-class e resiliente, facendo leva su competenze distintive e complementari, capillari reti distributive e agili piattaforme digitali. Una combinazione di business unica di talenti, know-how, brand e valori. La giusta sintesi per un’eccellenza italiana su cui costruire un futuro di crescita e innovazione a beneficio di clienti, dipendenti, azionisti e tutti gli altri stakeholder’.
La stregia industriale
L’acquisizione di Mediobanca accelera inoltre l’implementazione delle linee guida strategiche del piano industriale 2024-28 di Mps, che si concentra su: crescita dei business specialistici che generano elevati flussi di commissioni; lo sviluppo di nuovi modelli di servizio dedicati per le attività a valore aggiunto; l’ampliamento delle soluzioni di prestito alle famiglie e lo sviluppo di nuovi servizi per le pmi; il rinnovamento e l’ottimizzazione delle piattaforme distributive e l’adozione di un approccio al rischio zero-based.
Ultima parola all’Ivass
Per l’Ops su Mediobanca, B.Mps dovrà presentare un’istanza all’Ivass per l’autorizzazione all’acquisizione della partecipazione indiretta qualificata in Generali, precisa il Monte.
L’integrazione tra Mps e Mediobanca porterà a creare valore per tutti gli azionisti attraverso la distribuzione di flussi di dividendi sostenibili nel tempo, confermando al contempo la solida posizione patrimoniale del Monte, anche grazie al flusso di cassa derivante dalla partecipazione di piazzetta Cuccia in Generali. L’operazione porterà a realizzare una integrazione semplice, con limitati impatti occupazionali e che permetterà al contempo di offrire ai dipendenti di ciascuna istituzione l’opportunità di sviluppare la propria carriera in un’organizzazione più ampia. L’integrazione, spiega una nota, porterà a migliorare il posizionamento di tutti gli stakeholder, con una scala che consenta di servirli a livello europeo; aumentare il sostegno alle famiglie, alle imprese, ai territori e all’economia italiana, rafforzando il supporto complessivo alle prime, sia nelle esigenze di finanziamento che nella generazione, preservazione e protezione del risparmio, e alle imprese, affiancandosi alle aziende leader italiane per catturare opportunità di crescita a livello domestico e internazionale.
Gli intrecci conm Caltagirone e Del Vecchio
L’Ops di B.Mps su Mediobanca arriva a pochi giorni dal rafforzamento dei nuovi azionisti Francesco Gaetano Caltagirone e Delfin (la holding della famiglia Del Vecchio) con quasi il 10% a testa (ufficiosa per l’imprenditore-editore romano che è ancora accreditato del 5%) nella compagine azionaria del Monte. Il Tesoro resta ancora primo azionista con l’11,7% e tra i soci big ci sono anche Banco Bpm con il 5% (su cui Unicredit ha lanciato un’Ops) e Anima (sotto Opa dello stesso Banco) con il 4%. Delfin e Caltagirone sono presenti anche nel capitale di Piazzetta Cuccia e di Generali, a sua volta impegnata in una complessa operazione di riassetto dell’asset management con Natixis, osteggiata dallo stesso Caltagirone. La holding della famiglia Del Vecchio ha il 19% e l’imprenditore romano il 5,5% circa in piazzetta Cuccia (in relatà il 7,7%), secondo quanto evidenziato dal comunicato di B.Mps. Questa operazione avrà quindi riflessi su tutte le altre partite finanziarie in corso. Caltagirone (6,9%) e Delfin (9,9%) sono a loro volta azionisti forti di Generali, di cui Mediobanca ha il 13,1%.
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