Fimmg Fvg sul piede di guerra conto la proposta di medici dipendenti del SSN

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Non risolve i problemi, siamo pronti alla lotta, la Federazione dei medici di medicina generale ribadisce così nero su bianco, in una mozione approvata all’unanimità dal suo consiglio nazionale, la ferma opposizione alla riforma della professione che prevede la dipendenza dal servizio sanitario pubblico. La dura presa di posizione del maggiore sindacato dei medici di famiglia tra preoccupazione e irritazione crescenti nella categoria che chiede ai decisori politici di essere ascoltata.  

 

 

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“Potrebbero esserci delle dimissioni di massa soprattutto dei colleghi che hanno raggiunto l’età pensionabile, solo in Fvg ci sono 181 medici che potrebbero lasciare improvvisamente il loro lavoro”, dice il segretario di Fimmg Fvg Fernando Agrusti.

Critici ma su posizioni distinte anche gli altri sindacati. “Al momento opportuno decideremo come manifestare la nostra contrarietà ad una riforma che sembra soltanto voler inseguire la scadenza del 2026 imposta dall’Europa per l’apertura delle case di comunità finanziate dal Pnrr”, dice il presidente regionale dello Snami, Sindacato autonomo dei medici, Stefano Vignando che definisce tardiva la mossa della Fimmg.  

Punta invece il dito contro il livello superficiale e ideologico del dibattito attorno ai problemi della sanità auspicando l’unità sindacale sulla linea da intraprendere il segretario regionale dello Smi – Sindacato medici italiani Lorenzo Cociani che evidenzia i pochi pro e i tanti contro della riforma: “Se per i medici sarebbe un vantaggio con molte più garanzie meno adempimenti, responsabilità e costi anche se poi ci sarebbe il problema che nessuno  sa come risolvere di chi paga le pensioni ai medici già in quiescenza con il passaggio dalla cassa previdenziale privata all’Inps, il punto vero è che per i cittadini – dice Cociani –  nelle migliori delle ipotesi non cambierebbe assolutamente nulla. Inoltre sarebbe un disastro per le aziende sanitarie che si vedrebbero gravate di costi  di gestione di ambulatori, personale di studio e dovrebbero gestire i turni, le ferie, le malattie e la realtà è che purtroppo le aziende sanitarie non sono minimamente in grado di farlo e di conseguenza il servizio offerto ai nostri assistiti con molta probabilità peggiorerebbe invece di migliorare ed è per questo che siamo contrari”, conclude. 

Nel servizio Fernado Agrusti, segretario Fimmg Fvg, e Lorenzo Cociani, segretario Smi Fvg

Montaggio Maurizio Gallinucci

 

 

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Nella mozione che apre le ostilità il primo sindacato dei medici di famiglia a livello nazionale ribadisce la sua ferma opposizione alla riforma che vuole rendere i professionisti lavoratori dipendenti. “Non solo non risolverebbe i reali problemi del sistema sanitario territoriale, ma sottrarrebbe ai cittadini nel loro ambiente di vita l’unica figura di riferimento fiduciaria esistente nell’assetto socio-sanitario attuale” sottolinea la Fimmg nel documento approvato all’unanimità dall’ultimo consiglio nazionale di sabato scorso a Roma. 

 

Il sindacato si dichiara pronto alla lotta se non si farà marcia indietro e si procederà con una riforma condivisa. Si sono dati tempo dieci giorni in attesa di capire l’esito delle interlocuzioni avviate con i decisori politici dando mandato al segretario nazionale Silvestro Scotti, alla scadenza, in assenza di risposte, di intraprendere iniziative di protesta anche non convenzionali. Se non saremo ascoltati si prospettano dimissioni in massa, sottolinea il segretario regionale della Fimmg Fernando Agrusti che segnala irritazione e preoccupazione crescenti nella categoria. “In regione potrebbero lasciare i 181 medici di famiglia che hanno maturato i requisiti per la pensione, in tutta Italia sono 12mila”, precisa. 

Per Agrusti sbaglia chi pensa che le carenze di medici si possano colmare con il posto fisso ai medici di famiglia. “La drammatica carenza di camici bianchi anche nel servizio sanitario pubblico lo dimostra”, sottolinea il segretario della Fimmg. 

Agrusti intanto respinge al mittente gli attacchi alla categoria con i numeri sulla mole di attività degli studi medici di famiglia in Italia stilati dall’Università Bocconi: un solo medico ha tra gli 80 ai 100 contatti quotidiani che se moltiplicati per i circa 40 mila medici di famiglia operativi in Italia diventano 4 milioni di contatti al giorno, 750 milioni in un anno.

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Nel servizio il segretario regionale Fimmg Fernando Agrusti

Montaggio Andrea Fontanot

 



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