De Luca celebra, ma le attese restano

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Il “consueto” bagno di folla istituzionale, telecamere puntate e promesse di “miracolosa” efficienza: la visita del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, all’ospedale San Giuseppe Moscati di Avellino si è trasformata in un’ennesima passerella politica, tra inaugurazioni e cantieri avviati.

Tre i momenti chiave della mattinata: la presentazione della nuova sala operatoria ibrida, un gioiello tecnologico che promette di rivoluzionare la chirurgia d’urgenza; l’inaugurazione del reparto rinnovato di neonatologia e terapia intensiva neonatale (Tin), uno spazio fondamentale per i piccoli pazienti prematuri; infine – neanche a dirlo – l’avvio dei lavori per l’ampliamento del pronto soccorso, 4,9 mln di euro dal PNRR, un intervento atteso da anni per decongestionare un’area dove il collasso è ormai quotidiano. 

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“Abbiamo dovuto sollecitare il governo nazionale affinché prenda le decisioni che aspettiamo da anni. Perché nei pronto soccorsi non ci sono più medici. E tra poco sarà difficile persino organizzare i turni. Quando bandiamo i concorsi, l’ultimo che abbiamo fatto ha visto la partecipazione di soli due medici. Allora bisogna preoccuparsi, raddoppiare gli stipendi dei medici che lavorano nei pronto soccorsi. Perché è un lavoro stressante e, obiettivamente, mal retribuito. Poi dobbiamo inserire subito i giovani laureati negli ospedali, facendoli lavorare affianco ai primari, ovviamente”, ha dichiarato il presidente della Regione. “Ma francamente è assurdo pensare di chiamare medici cubani o pakistani quando abbiamo giovani medici laureati che possono formarsi sul campo negli ospedali, con contratti adeguati ovviamente. Quanto tempo dovrà ancora passare prima di agire? Dobbiamo prendere queste due decisioni fondamentali, ma ancora oggi non vengono adottate. Ci auguriamo che il governo si decida, perché altrimenti la situazione diventerà davvero complicata. Adesso tutto è stato medicalizzato, con un approccio specifico ai gruppi di lavoro e spiegazioni dettagliate. Ho voglia di lavorare con forza e determinazione, in modo completo. Io non posso cambiare le regole. Ci sono norme che sono essenziali, ma penso che bisognerebbe introdurre maggiore flessibilità. In generale, bisogna spingere per un rinnovamento, che però deve essere una tendenza generale. Quando mi capita di trovare un manager competente, con esperienza e capacità organizzative, mi sembra un miracolo. Ed è un miracolo ancora più grande in Italia, perché trovare un manager disposto ad assumersi responsabilità, sapendo che poi dovrà rispondere alla Corte dei Conti e affrontare controlli continui, è davvero raro. Eppure, è un patrimonio che dovremmo preservare. In Italia, purtroppo, abbiamo regole burocratiche che, invece di agevolare, spesso costringono a cambiare anche situazioni che potrebbero proseguire con successo e stabilità. In ogni caso, oggi siamo qui ad Avellino, dopo essere stati ad Ariano Irpino per inaugurare un nuovo ospedale, e a Sant’Angelo Lodigiano, dopo aver completamente ristrutturato l’ospedale di Solofra, per annunciare un altro investimento di 10 milioni di euro. Servirà per il raddoppio del pronto soccorso, la creazione di un nuovo reparto di neonatologia e l’inaugurazione di una sala operatoria ibrida con tecnologia all’avanguardia. Oggi celebriamo un passo avanti significativo per la sanità della Regione Campania. È una giornata molto bella e molto importante”.

Tra ampissimi sorrisi e (triste) realtà

Se da un lato la Regione esulta per i progressi, dall’altro restano le criticità di una sanità pubblica che soffre di croniche carenze di personale e risorse. Il Moscati non è certamente immune da problemi: biblici tempi di attesa, reparti sotto organico e un’emergenza che, malgrado i lavori annunciati, continuerà a essere un banco di prova quotidiano per medici e infermieri.

Nel suo intervento in aula magna, De Luca ha sottolineato l’impegno della Regione per migliorare la rete ospedaliera, elencando investimenti e progetti futuri. Al suo fianco, il direttore generale Renato Pizzuti ha ribadito la volontà dell’azienda ospedaliera di garantire servizi sempre più efficienti. Parole rassicuranti, ma che si scontrano con la realtà di chi ogni giorno lotta tra turni massacranti, accessi anomali al Pronto soccorso e carenza di strutture adeguate. A fronte della situazione critica, il Moscati ha adottato una misura straordinaria per alleggerire la pressione sul personale medico e garantire un livello di assistenza adeguato. È stato disposto il blocco temporaneo dei ricoveri programmati, una decisione drastica ma necessaria per fronteggiare l’emergenza. “Questa vicenda è stata un po’ strumentalizzata, ma in realtà non si tratta di nulla di straordinario: è semplicemente quanto previsto dal regolamento che ci siamo dati”, ha dichiarato il direttore generale dell’Azienda Ospedaliera. “È capitato in questo momento, ma avrebbe potuto accadere fra cinque giorni o fra un mese: è stato solo un caso. C’è una parte interna all’ospedale e una parte esterna. Noi possiamo gestire la parte interna. Infatti, abbiamo assunto personale nei limiti consentiti, abbiamo ristrutturato e stiamo ristrutturando il pronto soccorso. Inoltre, con queste delibere abbiamo definito le regole di funzionamento. Tutto ciò che riteniamo necessario lo stiamo facendo. Ovviamente, c’è anche il territorio, ma non dipende solo da noi. In generale, il Covid ha messo in evidenza ciò che in Italia non funziona. A parte qualche isola felice, come in Toscana, il territorio ha bisogno di interventi già programmati, come ha detto lo stesso presidente. Confidiamo molto nel fatto che questi interventi vengano realizzati in tempi utili, in modo da migliorare il funzionamento del pronto soccorso. Come detto, esso è la cartina di tornasole di come funziona il sistema sanitario nel suo complesso, non solo l’ospedale. Se esiste un filtro in ingresso, arrivano meno pazienti. Dunque, il sistema può funzionare meglio. Se esistono strutture residenziali, dimissioni protette, abbiamo la possibilità di accogliere più pazienti che arrivano in condizioni critiche. Se non funziona questo scambio tra ospedale e territorio, ovviamente il pronto soccorso ne soffre di più. Non perché il pronto soccorso non funzioni, ma perché è l’indicatore di un sistema che lavora in questo modo”.

Il direttore generale del Moscati, infine, è riuscito a strappare una promessa al governatore riguardo all’elicottero: “Su questo punto sono molto preoccupato. L’elicottero atterra sul campo sportivo. Certamente, meglio averlo che non averlo. Tuttavia, gli operatori si lamentano giustamente del fatto che, quando piove, il terreno si trasforma in fango e fanghiglia, rendendo tutto impraticabile. Abbiamo invece uno spazio qui, fuori dall’ospedale, che potremmo utilizzare. Con un minimo di finanziamento per lavori che non sarebbero nemmeno troppo complessi, potremmo risolvere il problema. Sarebbe davvero un passo avanti, non solo per l’ospedale, ma per le aree interne. L’elicottero viene utilizzato soprattutto per le emergenze nelle zone interne. Noi siamo un’area interna e trarremmo un grande vantaggio dall’avere un’elisuperficie adeguata”. 

Le aspettative del territorio

L’ampliamento del pronto soccorso è senza dubbio una necessità impellente, ma i cittadini si chiedono quanto tempo servirà per vedere risultati concreti. Le inaugurazioni di oggi rappresentano un passo avanti, ma non bastano a colmare le lacune di un sistema che ha bisogno di risorse stabili, non solo di interventi spot a ridosso delle scadenze elettorali. Appena ieri vi raccontavamo della sospensione dei ricoveri programmati a causa del dramma quotidiano vissuto dal ps. 

De Luca ha lasciato il Moscati – come di consueto – tra strette di mano e applausi, ma la vera sfida RIPRENDE ora: trasformare le promesse in un servizio sanitario che funzioni davvero, ogni giorno, per tutti, soprattutto quando le telecamere si spengono. 



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