Pensioni, Ecco come sono rivalutati gli assegni nel 2025

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Diffusa dall’Inps la consueta circolare contenente l’adeguamento dei trattamenti previdenziali e assistenziali per il 2025. Ok alla rivalutazione straordinaria del 2,2% per gli assegni non superiori al trattamento minimo.

Aumenti con il contagocce per le pensioni nel 2025. Il tasso di rivalutazione del 2025 è 0,8% e nessun conguaglio è dovuto sulla rivalutazione 2024, confermata al 5,4% già riconosciuta in via provvisoria. Pertanto, nonostante il ritorno ai criteri di rivalutazione più succulenti, le pensioni minime saliranno di appena due euro al mese (da 614,77€ a 616,67€) mentre assegni mensili di 2 mila euro riceveranno aumenti di 16 euro circa (208€ annui). Lo rende noto l’Inps con la Circolare n. 23/2025 con la quale adegua, come di consueto, gli importi dei trattamenti previdenziali e assistenziali validi per il nuovo anno.

La rivalutazione

Tecnicamente si chiama perequazione; in pratica, è la rivalutazione annuale degli importi di tutte le pensioni, al fine di adeguarli al costo della vita per proteggere il loro potere d’acquisto, almeno in parte, dall’erosione dovuta all’inflazione. Si applica a tutte le pensioni erogate dal sistema pubblico, sia dirette che ai superstiti (reversibilità e indiretta), nonché alle prestazioni d’invalidità civile e all’assegno/pensione sociale. L’aggiornamento delle pensioni avviene a gennaio di ogni anno, in base all’indice provvisorio e salvo successivo conguaglio, sempre a gennaio, in base all’indice definitivo.

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Aumenti 2025

Quest’anno non c’è alcun conguaglio tra l’indice provvisorio e quello definitivo (+5,4%), pertanto dal 1° gennaio 2025 gli assegni vanno rivalutati solo al tasso provvisorio 2025 (+0,8%) stabilito dal decreto del ministero del lavoro 15 novembre 2024.

La rivalutazione non è applicata in misura uguale per tutte le pensioni, ma variabile a seconda delle fasce di appartenenza in cui ricade l’assegno oggetto di rivalutazione. Nel 2025 è scaduto il modulo perequativo temporaneo previsto dalla legge n. 213/2023 e, pertanto, tornano in vigore i criteri di rivalutazione più generosi previsti dall’articolo 1, co. 478 della legge n. 160/2019.

In particolare è incrementata la percentuale di perequazione degli assegni superiori a quattro volte il minimo Inps (cioè oltre 2.993€ lordi al mese al 31 dicembre 2024) e l’indicizzazione torna in forma progressiva, superando il criterio che vedeva gli aumenti annui finire direttamente sulla fascia di importo complessivo.

Quanto sopra va coordinato con due novità contenute nella legge di bilancio 2025 (legge n. 207/2024): una rivalutazione straordinaria delle minime del 2,2% per il 2025 e dell’1,3% per il 2026 che fa da contraltare all’assorbimento della rivalutazione straordinaria del 2,7% riconosciuta per il 2024; l’assenza di rivalutazione, in via eccezionale per il solo 2025, per i pensionati residenti all’estero con assegni superiori al trattamento minimo (cioè oltre 598,61€ al 31 dicembre 2024).

Le nuove fasce di indicizzazione sono esposte nella tavola seguente.

Gli incrementi del 2025

Nello specifico:

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  • le rendite non superiori al trattamento minimo (598,61€ al mese) godranno, oltre alla rivalutazione del 100% dell’indice Istat, anche una rivalutazione straordinaria del 2,2% (con riassorbimento della rivalutazione straordinaria del 2,7% riconosciuta nel 2024);
  • le rendite entro le quattro volte il minimo (cioè entro i 2.394,44€ lordi al mese al 31 dicembre 2024) avranno la rivalutazione del 100% dell’indice Istat;
  • le rendite superiori a quattro volte e comprese entro le cinque volte il minimo (cioè entro 2.993,04€ lordi al mese al 31 dicembre 2024) avranno il 100% dell’indice Istat sino a 2.394,44€ ed il 90% dell’indice Istat per la quota eccedente;
  • le rendite superiori a cinque volte il minimo (cioè oltre 2.993,04€) avranno il 100% dell’indice Istat per la quota sino al 2.394,44; il 90% dell’indice Istat per la quota superiore a 2.394,44€ sino a 2.993,04€ e il 75% dell’indice Istat per la quota eccedente 2.993,04€.

Assegni minimi

Gli assegni minimi passano da 598,61€ (2024) a 603,4€ al mese. L’aumento effettivo però più contenuto se si considerano gli effetti della riduzione della rivalutazione straordinaria (da 2,7% nel 2024 a 2,2% nel 2025), aumentano solo di due euro al mese: da 614,77€ a 616,67€.

Assegni Esclusi

Come di consueto non ci sarà alcuna rivalutazione per gli assegni straordinari a carico dei fondi di solidarietà (es. credito bancario, cooperativo o assicurativo), l’indennità mensile nel contratto di espansione, l’ape sociale e l’isopensione. Queste prestazioni, infatti, per legge non vengono rivalutate per tutta la loro durata.

Gli altri trattamenti

Aggiornati anche gli altri trattamenti sociali ed assistenziali erogati dall’Inps. L’importo dell’assegno sociale nel 2025 sale da 534,41€ a 538,69€; le prestazioni assistenziali erogate a favore degli invalidi civili (assegno mensile e pensione di inabilità civile) che raggiungono i 336€ al mese, e per l’indennità di accompagnamento che sale a 542,02€ al mese. Crescono del 4,49% le indennità e gli assegni accessori riconosciuti agli invalidi di guerra e del servizio titolari di pensione di guerra o di pensione privilegiata di prima categoria (es. assegno di superinvalidità).

Incremento al milione

La legge di bilancio 2025, inoltre, riconosce per il solo 2025 un incremento di 8€ al mese delle maggiorazioni sociali dei trattamenti pensionistici, degli assegni sociali, delle pensioni sociali e delle pensioni corrisposte agli invalidi civili ai sensi articolo 38 della legge n. 448/2001. Ad esempio un pensionato ultra 70enne in possesso dei requisiti reddituali otterrà un adeguamento della pensione minima di 144,44€ al mese rispetto alla previgente cifra di 136,44€ raggiungendo così un assegno complessivo di 747,84€ al mese.

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I tetti

Con l’adeguamento si aggiornano anche i tetti che il legislatore ha progressivamente introdotto negli scorsi anni per disincentivare le uscite anticipate. In particolare:

  • il valore di cinque volte il trattamento minimo che costituisce – sino al raggiungimento dell’età anagrafica di 67 anni – il limite alla misura della pensione anticipata flessibile (cd. Quota 103) maturata entro il 31 dicembre 2023 è pari a 3.017€ lordi al mese;
  • il valore di quattro volte il trattamento minimo che costituisce – sino al raggiungimento dell’età anagrafica di 67 anni – il limite alla misura della pensione anticipata flessibile (cd. Quota 103) maturata entro il 31 dicembre 2025 è pari a 2.413,6€ lordi al mese;
  • il valore di cinque volte il trattamento minimo che costituisce – sino al raggiungimento dell’età anagrafica di 67 anni – il limite alla misura della pensione anticipata di cui all’articolo 24, co. 11 del dl n. 201/2011 (64 anni e 20 anni di contributi) per i soggetti che hanno maturato i requisiti dal 1° gennaio 2024 è pari a 3.017€ lordi al mese;

L’importo soglia pari a tre volte l’assegno sociale richiesto per il conseguimento della pensione anticipata di cui all’articolo 24, co. 11 del dl n. 201/2011 (64 anni e 20 anni di contributi) nel 2025 è pari a 1.616,07€.

L’importo soglia pari ad una volta l’assegno sociale richiesto per il conseguimento della pensione di vecchiaia contributiva di cui all’articolo 24, co. 7 del dl n. 201/2011 (64 anni e 20 anni di contributi) nel 2025 è pari a 538,69€.

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Documenti: Circolare n. 23/2025



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