Il fatto che Giorgia Meloni sia stata iscritta nel registro degli indagati per il caso Almasri è “un danno alla nazione”, ha detto la presidente del Consiglio. Il motivo è il caso ha avuto visibilità all’estero. La premier ha anche attaccato la magistratura: “Se alcuni giudici vogliono governare si candidino alle elezioni”.
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su
L’indagine che coinvolge Giorgia Meloni sul caso del generale libico Almasri, arrestato e subito liberato dalle autorità italiane per poi essere riportato in Libia su un volo di Stato, è un “danno per la nazione“. Lo ha detto la stessa Meloni, partecipando all’evento La ripartenza organizzato da Nicola Porro.
L’atto con cui la Procura di Roma ha trasmesso l’esposto al Tribunale dei ministri e poi ha informato le persone coinvolte – Meloni, i ministri Nordio e Piantedosi e il sottosegretario Mantovano – è stato “chiaramente voluto”, secondo la premier. “Tutti sanno che le Procure in queste cose hanno la loro discrezionalità”, ha detto, “come dimostrato da numerosissime denunce di cittadini contro le istituzioni e su cui si è deciso di non procedere con l’iscrizione nel registro degli indagati, come negli anni del Covid”.
La lamentela di Meloni: “All’estero non capiscono, questa inchiesta un danno all’Italia”
“A chiunque nei miei panni di fronte a questa vicenda cadrebbero un po’ le braccia“, ha insistito. La presidente del Consiglio l’ha presa larga, per così dire, rivendicato una serie di risultati in campo economico: dal fondo sovrano norvegese Norges Bank che ha comprato otto miliardi di euro di debito pubblico italiano, al “salvataggio” di Ita, venduta a Lufthansa (una linea che Meloni quando era all’opposizione aveva criticato), fino agli accordi con l’Arabia saudita. “Il mondo è tornato a puntare sull’Italia”, ha detto,
Poi è arrivata al punto: “Io in questo scenario mi ritrovo sulla prima pagina del Financial Times con la notizia che sono stata indagata. E se in Italia i cittadini capiscono perfettamente cosa sta accadendo, all’estero non è la stessa cosa”. Insomma, ha concluso: “Quello che sta accadendo è un danno che si fa alla nazione e alle sue opportunità. Ecco cosa mi manda francamente un po’ ai matti”.
La premier ha continuato a lamentare: “Tu puoi essere disposto a fare tutti i sacrifici necessari a portare a casa dei risultati, ma se poi gli italiani che dovrebbero remare con te, ti remano contro, smontano in niente tutto il lavoro che fai”. Per poi dire di non essere “preoccupata” né “demoralizzata”. Perché, ha detto, “quando ho accettato di guidare questa nazionale sapevo esattamente a cosa sarei andata incontro”.
L’attacco ai magistrati che “vogliono governare”
Il discorso di Meloni si è allargato alla sua visione del governo: “La battaglia che stiamo cercando di condurre va al di là della destra e la sinistra, perché la battaglia per un’Italia normale”. Elencando una serie di cose non “normali”, la premier non ha mancato di attaccare: “Non è normale e non è inevitabile che alcuni magistrati politicizzati cerchino di colpire chi non è politicamente schierato con loro“. Sono “degenerazioni che hanno messo in ginocchio la nazione più bella del mondo”.
L’invettiva contro la magistratura è proseguita: “Alcuni giudici, fortunatamente pochi”, secondo la premier “vogliono governare. Il problema è che se io sbaglio gli italiani mi mandano a casa, se sbagliano loro non succede niente. Nessun potere al mondo in uno Stato democratico funziona così”. E ancora: “Se alcuni giudici vogliono governare si candidano alle elezioni e governano, l’hanno fatto in alcuni casi, legittimamente”.
Le opposizioni contro Meloni, Schlein: “Basta fare la vittima”
“È evidente che Meloni alzi lo scontro coi giudici per non parlare del merito della questione: la scelta politica di riportare a casa un torturatore libico”, ha dichiarato la segretaria del Pd Elly Schlein in risposta alla premier. “Questa macchina del fango della destra per colpire singole persone deve finire. È inaccettabile che chi governa usi il suo potere per delegittimarne un altro previsto in Costituzione”. E ha concluso: “Il Parlamento, non Instagram, è il luogo in cui le opposizioni hanno chiesto alla presidente del Consiglio di chiarire il suo operato, ma continua a evitarlo, a scappare”.
Giuseppe Conte ha parlato del “danno all’immagine del Paese”, chiedendo: “Era un danno d’immagine anche quando Fratelli d’Italia mi portava in Tribunale da premier a suon di esposti e fake news? Meloni non sei sopra la legge. Sei in una democrazia. Ricomponiti!”. Riccardo Magi, segretario di +Europa, ha parlato di “deliri di onnipotenza” della premier, mentre il deputato di Avs Angelo Bonelli ha detto che Meloni “attacca i giudici per coprire la nefandezza compiuta”.
La replica dell’Anm: “Non facciamo politica, politici non si sostituiscano a noi”
“Sono sorpreso e preoccupato per i violenti attacchi rivolti alla magistratura e al procuratore Lo Voi in queste ore”, ha commentato in serata il segretario generale dell’Associazione nazionale magistrati Salvatore Casciaro. “Il procuratore di Roma si è limitato a non rinnegare i propri doveri, assolvendo all’obbligo impostogli da una legge costituzionale. Rispettare ‘le regole’ e ‘i ruoli’, dunque le istituzioni, vuol dire rimettere alla giurisdizione i controlli anche sugli atti di chi riveste alte funzioni di governo”.
Casciaro ha insistito: “I magistrati non fanno politica, sarebbe auspicabile che i politici non provassero a sostituirsi ai magistrati, lasciando loro il compito istituzionale di esaminare e valutare gli atti processuali senza impropri condizionamenti”.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link