“Dalla Procura di Roma un atto voluto. All’estero non capiscono, è un danno alla nazione”

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La comunicazione di iscrizione nel registro degli indagati della Procura di Roma è stato “chiaramente un atto voluto”. A dirlo è la presidente del consiglio Giorgia Meloni interpellata sull’indagine a suo carico per il caso del generale libico Almasri che la vede accusata di favoreggiamento e peculato. “Tutti sanno che le Procure in queste cose hanno la loro discrezionalità”, ha spiegato la premier intervenuta in collegamento all’evento “La Ripartenza” moderato da Nicola Porro al Palazzo Castiglioni di Milano. “Come del resto – ha aggiunto – è dimostrato dalle numerosissime denunce che i cittadini hanno fatto contro le istituzioni e per le quali si è deciso di non procedere con l’iscrizione nel registro degli indagati, pensiamo al periodo del Covid. Io potrei fare decine di esempi”. 

Meloni indagata: è un atto dovuto? Come stanno davvero le cose

“Penso che a chiunque nei miei panni, di fronte a questa vicenda, cadrebbero un po’ le braccia. Nel mese di gennaio – ha aggiunto la presidente del consiglio – ho fatto 73 ore di volo perché sono consapevole del fatto che ogni ora volata, ogni viaggio, ogni accordo che si stringe sono porte che si aprono per le nostre imprese”.

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Meloni: “Il mondo è tornato a guardare all’Italia”

“La credibilità che cerco faticosamente di costruire – ha rimarcato Meloni – ha portato per esempio qualche giorno fa un fondo di investimento norvegese, il più grande al mondo per asset, a comprare oltre 8 miliardi di euro di titoli di Stato italiani. Ha portato gli indiani, gli azeri e i canadesi a misurarsi in una gara pubblica per l’acquisto dell’Ilva, ha portato a salvare Ita con una collaborazione ambiziosa con i tedeschi di Lufthansa. Ha portato lo scorso fine settimana a stringere accordi in Arabia Saudita per 10 miliardi di euro. Questo è il lavoro che io cerco di fare e che ci permette di dire, volendo fare una battuta, dal ghiaccio dei fiordi fino alla sabbia del deserto, il mondo è tornato a guardare con interesse all’Italia, a puntare sull’Italia, sulle nostre imprese, sulle nostre capacità, sulle nostre eccellenze”. 

“In un niente smontano tutto il lavoro che fai, ecco cosa mi manda ai matti”

“Rispetto al passato – ha sottolineato la premier – c’è un governo che cerca di dare il massimo per dare le condizioni di stabilità, di credibilità, di autorevolezza per fare esprimere al massimo il potenziale” delle aziende italiane. “In questo scenario io ieri mi ritrovo in prima pagina sul Financial Times con la notizia che sono stata indagata. Se in Italia i cittadini capiscono perfettamente che cosa sta accadendo – ha chiosato la presidente del consiglio -, all’estero non è la stessa cosa. Secondo voi, lo stesso fondo di investimento norvegese che ha comprato 8 miliardi di titoli, è più portato a comprarne 7 oppure 9? Oppure zero? Il punto – ha sottolineato – è che quello che sta accadendo è soprattutto un danno che si fa alla nazione, ecco cosa mi manda ai matti, che tu puoi essere anche disposto a fare tutti i sacrifici necessari, ma se tutti quegli italiani che dovrebbero remare con te ti remano contro smontano in niente tutto il lavoro che fai”. 

Meloni: “Sapevo a cosa sarei andata incontro, mi batto per un’Italia normale”

“Sono preoccupata? Non sono preoccupata” ha poi aggiunto la premier. “Sono demoralizzata? Non sono neanche demoralizzata perché alla fine, quando ho accettato di guidare questa nazione, io sapevo esattamente a che cosa sarei andata incontro e lo sapevo perché, alla fine, la battaglia che noi stiamo cercando di condurre è forse anche più grande di un programma di governo, direi che va oltre la destra e la sinistra perché è la battaglia per un’Italia normale. Io penso che anche a sinistra ci sia un sacco di gente che vorrebbe un’Italia normale, nella quale una persona perbene non debba avere paura dello Stato, della giustizia, del fisco, della burocrazia”.

“Non è normale che i governi li scelga il palazzo”

Meloni ha quindi evocato la presenza di poteri che a suo dire condizionerebbero la vita democratica. “Non è normale, non è inevitabile che i governi li scelga il palazzo e non il popolo; non è normale e non è inevitabile che alcuni magistrati politicizzati cerchino di colpire chi non è politicamente schierato con loro; non è normale e non è inevitabile che quando arriva la guardia di finanza si debba essere terrorizzati anche se non si è fatto nulla di male, che per arrivare da qualche parte conta di più chi conosci piuttosto che quanto vali; non è normale: sono degenerazioni e sono le degenerazioni che hanno messo in ginocchio la nazione più bella del mondo. Sono il male che giustifica tutti gli altri mali perché alla fine se le istituzioni non funzionano, se non sono giuste, perché io devo comportarmi bene? Io penso che sia questo ad averci devastato”, ha aggiunto.

Meloni contro i giudici: “Vogliono governare, in nessuno Stato funziona così”

L’intervento della premier si è chiuso con un attacco al vetriolo nei confronti dei magistrati. “Ci sono alcuni giudici, fortunatamente pochi, che vogliono decidere la politica industriale, ambientale, le politiche dell’immigrazione, vogliono decidere come si possa riformare la giustizia… In pratica vogliono governare loro. Ma c’è un problema: se io sbaglio, gli italiani mi mandano a casa; se loro sbagliano, nessuno può fare o dire niente. Nessun potere al mondo in uno Stato democratico funziona così, i contrappesi servono a questo”. La magistratura, ha chiosato la presidente del consiglio, “è una colonna portante della nostra Repubblica, solo che nessun edifico regge su una colonna sola”.

Conte: “Ricomponiti, non sei sopra la legge”

Fioccano le reazioni. Il primo a replicare alla premier, sui suoi canali social, è il leader dei 5 Stelle Giuseppe Conte. “Meloni dice che la notizia dell’indagine sul caso Almasri è un danno all’immagine del Paese all’estero che ‘la manda ai matti’. Era un danno d’immagine anche quando Fratelli d’Italia mi portava in Tribunale da premier a suon di esposti e fake news? Era un danno di immagine anche quando gridava paonazza che l’Italia aveva un premier ‘criminale’? Meloni non sei sopra la legge. Sei in una democrazia. Ricomponiti!”. 

“Il danno d’immagine – prosegue Conte – è avere fatto la scelta politica di sfregiare la legalità internazionale imbarcando su un volo di Stato, a nostre spese, un criminale con accuse anche per stupri a bambini di 5 anni. Il danno d’immagine è tenere al suo posto una ministra con inchieste per truffa allo Stato sui fondi Covid, avere parlamentari pistoleri, aver avuto esponenti di governo costretti da noi a dimettersi per inchieste su furti di quadri. E potrei continuare. Ma soprattutto il danno di immagine è che tutto il mondo inizia a scoprire che abbiamo una premier che diffonde bugie e falsità”. “Non conoscono la vergogna”, conclude Conte.

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Schlein: “Dovrebbe riferire in Parlamento, non ai suoi follower”

“Della vicenda Almasri, un trafficante di esseri umani, un torturatore che il governo ha liberato e riaccompagnato a casa, Giorgia Meloni dovrebbe riferire al Paese nelle sedi istituzionali e non ai propri follower” dice invece la segretaria del Pd, Elly Schlein. “E invece oggi, come ieri, Meloni continua ad attaccare i giudici e a fare dirette sui canali social. Il Parlamento, non Instagram, è il luogo in cui le opposizioni hanno chiesto alla Presidente del Consiglio di chiarire il suo operato – spiega la segretaria dem -, ma continua a evitarlo, a scappare”.



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