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Disinformazione, conflitti armati e minacce ambientali. Sono questi i principali rischi che delinea in modo netto il Global Risk Report del 2025, uscito il 15 gennaio scorso. Il documento annuale prodotto dal World Economic Forum (WEF), presenta i risultati di un’indagine che raccoglie le opinioni di oltre 900 esperti in tutto il mondo analizzando i rischi globali attraverso tre orizzonti temporali per aiutare i decisori politici a bilanciare le crisi attuali con le priorità a lungo termine.

Il Rapporto traccia per il 2025 uno scenario frammentato e turbolento, prevedendo un panorama globale complesso entro il 2035, in particolare a causa dell’intensificarsi delle sfide ambientali, tecnologiche e sociali.

Guardando allo scenario di breve periodo, per il secondo anno consecutivo, misinformazione e disinformazione si confermano come i rischi principali nel breve termine, sottolineando il loro persistente impatto negativo sulla coesione sociale e sui sistemi di governance. Questi fenomeni minano la fiducia, approfondiscono le divisioni interne e accentuano i conflitti tra le nazioni. Tra gli altri rischi significativi a breve termine figurano gli eventi climatici estremi, la crescente polarizzazione sociale, e i conflitti armati.

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I rischi ambientali prevalgono nell’orizzonte di lungo termine, con eventi meteorologici estremi, perdita di biodiversità, collasso degli ecosistemi, trasformazioni critiche dei sistemi terrestri e carenza di risorse naturali che emergono tra le minacce principali per il prossimo decennio. Seguono ai rischi ambientali, i rischi legati ad una cattiva gestione della tecnologia, dato chiaro di come la transizione digitale inarrestabile richieda l’adozione di un approccio sostenibile e responsabile.

Sfide complesse e interconnesse, che prospetta un quadro fatto di numerose ombre e punti di rottura. In generale infatti, secondo gli esperti, il nostro sistema si caratterizza per una grande fragilità strutturale che richiede un intervento comunitario cooperativo globale, senza il quale questi ostacoli risulteranno difficilmente sormontabili.

Contrasto della crisi climatica, sviluppo tecnologico in ottica sostenibile e cooperazione per un lavoro corale e congiunto verso obiettivi comuni. Questi elementi non sono solo tra i punti principali del Global Risk Report 2025, ma rappresentano in parte i valori fondanti della nuova Commissione europea presieduta da Ursula von der Leyen e insediata lo scorso 18 luglio 2024. In altre parole, i rischi individuati dal Report del World Economic Forum sono già più che mai attuali e entrano nelle agende dei politici mondiali, definendone le loro linee strategiche.

Guardando all’Unione Europea, la nuova Commissione si è insediata per il mandato 2024-2029 e ha stabilito le sue sette priorità strategiche per affrontare le sfide attuali e future dell’Unione Europea:

  1. Un nuovo piano per la prosperità sostenibile e la competitività dell’Europa: L’obiettivo è rafforzare la crescita economica, sostenere le industrie competitive e creare posti di lavoro di qualità. Ciò include la promozione di un’economia circolare e resiliente, con la ricerca e l’innovazione al centro, e l’accelerazione degli investimenti. Si intende anche affrontare la carenza di competenze e manodopera, oltre a guidare l’innovazione nelle tecnologie digitali.
  2. Una nuova era per la difesa e la sicurezza europee: La Commissione mira a garantire una maggiore protezione per i cittadini europei attraverso la costruzione di un’Unione Europea della difesa, affrontando minacce e preparandosi a reagire alle crisi.
  3. Sostenere le persone e rafforzare le nostre società e il nostro modello sociale: Si punta a migliorare la qualità della vita promuovendo l’equità sociale nell’economia moderna, rafforzando la solidarietà tra i cittadini, sostenendo i giovani e garantendo pari opportunità per tutti.
  4. Mantenere la qualità della vita: sicurezza alimentare, acqua e natura: L’obiettivo è costruire un sistema agroalimentare competitivo e resiliente, salvaguardare la biodiversità e prepararsi ai cambiamenti climatici per aiutare le persone colpite.
  5. Proteggere la nostra democrazia, difendere i nostri valori: La Commissione intende rafforzare la democrazia, lo Stato di diritto e l’impegno civico, integrando la partecipazione diretta dei cittadini nel processo decisionale.
  6. Un’Europa globale: fare leva sulla nostra forza e sui nostri partenariati: Si prevede di sostenere l’allargamento dell’UE, concentrarsi sul vicinato per promuovere pace e stabilità economica, e perseguire una nuova politica estera economica adeguata alla realtà odierna.
  7. Raggiungere insieme gli obiettivi e preparare l’Unione al futuro: La Commissione propone un bilancio dell’UE più semplice ed efficace, attuando riforme per garantire il buon funzionamento di un’Unione più ampia e rafforzando la collaborazione con il Parlamento europeo per ottenere risultati migliori insieme.

Questi obiettivi si configurano come chiare risposte strategiche alle fratture e alle complessità emergenti delineate dal Global Risks Report 2025 come caratterizzanti del nostro prossimo futuro. I decisori politici non possono più compiere decisioni senza tenere conto della complessa morfologia che il nostro futuro sta assumendo. Ecco, quindi, come l’Europa si pone l’obiettivo di rispondere in modo sistemico alle sfide del contesto, assumendo la guida di uno sviluppo economico sostenibile. In secondo luogo, la Commissione intende varare politiche che riducano i divari e le disuguaglianze sociali, promuovendo il benessere e lottando contro la polarizzazione, per mantenere la coesione sociale e la fiducia nelle istituzioni. Infine, l’Europa mette al centro del suo agire un lavoro comunitario per affrontare le sfide che trascendono dai confini nazionali, unendo le forze per una collaborazione virtuosa.

Il mondo che ci attende appare denso di insidie, ma anche capace di generare nuovi equilibri ed opportunità se affrontato in modo unito e con lungimiranza. La sostenibilità e la scelta di politiche responsabili sono i principali catalizzatori di questa nuova transizione che potrà portare a cambiamenti positivi in ottica di sviluppo, con una particolare attenzione al Pianeta in cui viviamo e alle persone che lo abitano.

Articolo redatto da Impronta Etica, Associazione senza scopo di lucro costituitasi nel 2001
per la promozione e lo sviluppo della sostenibilità e della responsabilità sociale d’impresa (RSI).

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