La Procura di Udine chiude le indagini sulla tragedia del Natisone

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Cronaca

di Gianluca Pascutti





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La Procura della Repubblica di Udine ha formalizzato questa mattina la chiusura delle indagini preliminari in merito alla tragedia del Natisone avvenuta a Premariacco. I difensori delle quattro persone indagate hanno ricevuto la notifica degli atti conclusivi. In quell’episodio drammatico, del 31 maggio dello scorso anno, persero la vita Patrizia Cormos, Bianca Doros e Cristian Molnar, tre giovani cittadini di origine rumena, travolti da una piena improvvisa del fiume.

Gli indagati e le accuse

Nell’inchiesta sono coinvolti tre vigili del fuoco e un infermiere, accusati di omicidio colposo per presunta imperizia, negligenza e imprudenza nelle operazioni di soccorso. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, i quattro operatori avrebbero adottato condotte negligenti e poco tempestive che, se evitate, avrebbero potuto salvare le vittime, intrappolate su un isolotto del Natisone e successivamente travolte dall’acqua. In particolare, si contesta la mancata attivazione immediata dell’elicottero sanitario dotato di verricello, che avrebbe potuto effettuare un salvataggio in tempi utili.

Le tempistiche al centro dell’inchiesta

L’elemento chiave dell’accusa riguarda la gestione del tempo. La prima richiesta di soccorso fu effettuata alle 13:29 da Patrizia Cormos, mentre il decesso per annegamento è stato stimato intorno alle 14:10. Gli inquirenti sottolineano che la durata dell’agonia è stata di circa 41 minuti: un intervallo che sarebbe stato sufficiente per inviare l’elicottero sanitario “Doppio India”. Tuttavia, quest’ultimo è decollato solo alle 14:07, giungendo sul posto alle 14:13, quando ormai era troppo tardi.

Nel frattempo, l’elicottero “Drago” dei Vigili del Fuoco, di stanza presso l’aeroporto Marco Polo di Venezia, veniva allertato, ma la sua distanza operativa e i tempi di intervento non erano compatibili con la situazione di emergenza.

Le parole del Dipartimento dei Vigili del Fuoco

Il capo del Dipartimento dei Vigili del Fuoco, Attilio Visconti, ha dichiarato: “Ribadiamo la nostra piena fiducia nell’operato della magistratura per l’accertamento delle responsabilità. Al contempo, sottolineiamo l’indiscutibile professionalità dei nostri uomini e donne, che ogni giorno affrontano situazioni estremamente complesse con coraggio e dedizione”. Visconti ha evidenziato le difficoltà intrinseche nelle operazioni di soccorso, spesso caratterizzate da variabili imprevedibili e da decisioni da prendere in frazioni di secondo.

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La tragedia

La tragedia si consumò in una giornata di fine maggio, quando il Natisone, gonfiato dalle piogge, sorprese i tre ragazzi mentre si trovavano sulla riva per scattare alcune foto. Intrappolati su un isolotto, furono infine travolti dalla piena. I loro corpi furono ritrovati solo nei giorni successivi, a valle.

Le indagini

L’inchiesta ha esaminato in dettaglio le tempistiche e le modalità dei soccorsi, i protocolli operativi e le competenze degli operatori coinvolti. Si sta cercando di stabilire se gli errori attribuiti agli indagati siano stati decisivi nell’esito fatale della vicenda. La tragedia del Natisone, oltre a rappresentare un evento doloroso, solleva interrogativi importanti sulla gestione delle emergenze e sulla necessità di protocolli operativi più chiari ed efficaci.


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